Nonostante il turno infrasettimanale sono quasi dodicimila gli spettatori (11.781 per la precisione) accorsi a questo Parma-Bari dei quali poco più di un migliaio (1.074 se vogliamo fare anche qui i precisi) sono quelli di fede biancorossa.

Un bel colpo d’occhio ancora una volta sugli spalti del “Tardini” dove i baresi, rispetto ad altri omologhi ospiti, hanno avuto la malizia di sistemarsi nella parte alta del settore ed evitare così il mortificante effetto schermante della vetrata. Beneficiano di questa scelta nei cori che si sentono molto bene, accompagnati per tutto l’arco della partita dallo sventolio dei bandieroni, prerogativa classica della loro tifoseria. Sempre suggestivo nelle gare in notturna, accendono diverse torce poi lasciate saggiamente consumare sui gradoni, onde evitare spiacevoli conseguenze. Stessa cosa che d’altronde fanno i loro dirimpettai.

Venendo appunto ai padroni di casa, superata qualche battuta un po’ più sotto tono, i gialloblù tornano a riconfermarsi su livelli di tifo molto alti delle prime gare di campionato, probabilmente galvanizzati dalla rete al primo minuto del Parma, che poi però viene annullata, anche se al 15° minuto ci pensa poi Partipilo a portare definitivamente in vantaggio i suoi.

Dopo lo striscione esposto per elogiare le scelte popolari attuate nella gara contro la Samp, nel secondo tempo i parmigiani sono questa volta critici nei confronti della loro società e nonostante non ci sia una tifoseria gemellata di fronte, e i più se ne fregherebbero tranquillamente per pensare solo al proprio orticello, chiedono di applicare prezzi più economici rispetto ai 20 € chiesti ai pugliesi.

In campo il Parma riesce ad imporsi, rispondendo al momentaneo pareggio biancorosso e chiudendo all’81° la contesa grazie al goal del polacco Benedyczak. Quando la squadra risponde e contribuisce a creare stimoli giusti ed ulteriori nella tifoseria, il sostegno che ne riceve è poi di alto profilo. Contribuisce alla causa soprattutto l’apporto del resto del pubblico per così dire “normale”: al gruppo in basso che canta e si sbraccia costantemente, si unisce spesso e volentieri il resto del pubblico che quando non partecipa direttamente con la voce, accompagna sempre con il battito delle mani e questo comunque fa la differenza.

Giovanni Padovani