Incontro da matita rossa, i precedenti tra le due tifoserie sono numerosi ed attuali, il passato remoto ci racconta di episodi sopra le righe e su questa scia si sono vissute anche le sfide recenti. Due tifoserie che non hanno mai legato e che fin da subito hanno preso le distanze, da una parte il Settembre Bianconero, dall’altra i Rangers e gli Sconvolts, basterebbe una rapida occhiata a nomi, simboli e colori per capire che le similitudini vanno cercate con il lanternino e non è detto che ne trovino tante. Ed infatti e a scanso di equivoci, anche quest’oggi le forze dell’ordine pattugliano le zone dello stadio e quelle limitrofi, la presenza non è neanche troppo esasperante, però ogni incrocio vede la presenza di una pattuglia e qualche strada viene opportunamente chiusa al traffico. Del resto l’Arena Garibaldi è uno di quegli stadi che si posiziona nel centro cittadino, a due passi dalla Torre Pendente, zona fortemente frequentata da turisti di ogni nazionalità, perciò resta difficile impacchettare minuziosamente ogni singola strada. Prepartita che scorre via veloce, i padroni di casa si ritrovano come di consueto dietro la Curva Nord, ci sono le varie compagnie, giovani e meno giovani, un mix vincente che assicura alla curva quella continuità che non si deve credere scontata.

Gli ospiti vengono scortati verso il settore a loro dedicato poche decine di minuti prima del via ed il loro ingresso all’Arena non si può definire certamente timido e impacciato, infatti appena messo piede sui gradoni partono una serie di torce e bombe che fanno alzare una bella coltre di fumo. Ingresso in grande stile della Curva Sud formato trasferta, vengono lanciate verso il terreno di gioco alcune torce, se questo è l’antipasto c’è di chiedersi come si svolgerà il resto della partita.

Gli ultras bianconeri fanno quadrato dietro le loro pezze, visivamente si mostrano come un bel gruppo compatto, del resto i circa 250 presenti si dimostrano fin da subito molto propensi a lasciare la propria firma su questo pomeriggio. E con simili prospettive parte il sostegno degli ospiti che si danno un gran bel daffare per sostenere il Picchio, non disdegnando un pensiero verso gli attuali rivali, del resto la rivalità va alimentata e la Curva Sud ci riesce piuttosto bene.

La prima mezz’ora è tutta di marca bianconera, la Curva Nord tarda ad animarsi, qualcosa all’esterno non fila liscio come dovrebbe, è visibile come il settore faccia fatica ad ingrossare le proprie fila e di conseguenza ad animarsi. Le cause di questo ritardo? Le solite verrebbe da rispondere, quelle che hanno fatto sì che nell’ultimo turno casalingo Curva Nord e gradinata fossero praticamente deserte. Ed anche in questo pomeriggio l’ingresso risulta difficoltoso, lento, complicato, un vero imbuto dove basta una scintilla perché le cose degenerino. Inconcepibile come un possessore di un tagliando di ingresso possa trovare così tante difficoltà per presenziare ad uno spettacolo per il quale ha pagato. Aggiungiamo pure che le strutture sono numericamente inferiori a quelle che effettivamente necessiterebbero ma l’aspetto che andrebbe curato maggiormente è quello umano, sul quale si potrebbe lavorare, essere più comprensivi e provare a smaltire le file senza esasperare gli animi, senza arrivare o minacciare quel braccio di ferro che creerebbe il caos. A fronte delle belle parole o delle promesse da mantenere, oggi gli ultras della Curva Nord entrano verso la mezz’ora ed i primi cori che si alzano sono contro le forze dell’ordine.

I padroni di casa mettono la quinta nella seconda frazione quando il tifo a tratti diventa una bolgia, bandieroni e torce non si fanno mai desiderare ma anche per quanto riguarda la voce c’è poco da obiettare. Quando la curva viene chiamata a raccolta, il risultato è decisamente buono ma in generale c’è una gran bella voglia di partecipare all’incitamento, di mettere il proprio mattoncino sull’andamento dell’incontro.

Nel settore ospite, nonostante lo svantaggio, nessuno si sottrae al proprio dovere, anche nella ripresa il tifo bianconero si alza senza troppi problemi e con una continuità disarmante. Se la partita sul terreno verde non è propriamente di livello eccelso, sugli spalti le due tifoserie animano il pomeriggio sia con la voce che con il colore. Nell’anniversario della morte, i marchigiani ricordano l’indimenticabile Costantino Rozzi, un presidente molto amato, del resto nell’immaginario comune lui come Romeo Anconetani, sono state figure apprezzate dagli sportivi, personaggi capace di portare alla ribalta squadre e città di provincia. Un altro calcio, magari non immacolato come si vorrebbe pensare ma oggi la situazione è degenerata ed alla fine ci troviamo un prodotto di scarsa qualità, a fronte di un esborso non da poco. Applausi per chi certe battaglie le ha intraprese, portate avanti con dedizione, non si può fermare il vento ma nemmeno fare accordi con i propri carnefici.

Valerio Poli