Quello tra Pistoia e Virtus Bologna oltre a essere diventato un affascinante derby dell’Appennino versione basket negli ultimi anni, rappresenta anche un classico nel panorama ultras italiano cestistico. Ogni occasione infatti è buona per rimarcare questa rivalità tra Boys e Vecchio Stile Bologna e la Baraonda Biancorossa che si punzecchiano tra striscioni e sfottò come avviene anche nell’incontro odierno.

Per riassumere alla perfezione la spasmodica attesa di questi giorni, basterebbe riportare come il palazzetto finisca sold out pochissimi minuti dopo l’apertura della prevendita, ben quattro giorni prima dell’incontro. La Virtus Bologna è una società che nelle ultime stagioni ha compiuto una crescita esponenziale, partecipando la scorsa stagione all’elitaristica Eurolega e annoverando tra le proprie fila vere e proprie stelle della pallacanestro. Ciò viene tradotto in altissima richiesta di biglietti tra i locali, gli ospiti e i neutrali. Già, perché di fatto Pistoia è l’unica società toscana rimasta stabilmente tra Serie A e A2 nelle ultime stagioni e questo invoglia anche i residenti fuori provincia a presentarsi al PalaCarrara per assistere a buon basket.

Ovviamente niente resta fuori dalle polemiche e anche il sold out diventa spunto di riflessione: passare da 1.500 presenze di media della stagione scorsa (culminata con la promozione in massima serie e in cui, nemmeno ai playoff finale casalinghi venne registrato il “tutto esaurito”) a oltre 9.000 richieste per questa partita fa quanto meno sorridere e tra i social viene fatto presente che abbonandosi e con una gestione migliore da parte della società di questi biglietti (prezzi più alti per gli occasionali? Minori concessioni a sponsor o società giovanili legate al Pistoia Basket che comunque sono state sempre presenti e disponibili nelle partite meno di cartello?) comunque qualcuno sarebbe rimasto fuori. Di sicuro la proposta di giocare al MandelaForum di Firenze oppure rifare un palazzetto nuovo a Pistoia non verrà esternata per il prossimo turno casalingo contro Vanoli Cremona, ma mai dire mai.

Tornando invece alla partita di sabato, ore 20, il palazzetto risulta dunque essere pieno ben prima del fischio di inizio, e sugli spalti la Baraonda scalda la voce spronando il resto del pubblico presente. A livello scenografico viene imbastita una semplice quanto efficace coreografia: al termine dell’inno d’Italia, dopo aver srotolato un copricurva recanti colori e simboli baraondini, sotto appare, una volta ripiegato, una superba sciarpata. Almeno inizialmente: poco dopo infatti fa il suo ingresso il tifo caldo bianconero andando almeno parzialmente a incidere sul risultato. I pistoiesi ricambiano i “saluti” e le provocazioni dell’entrata ospite, elettrizzando e non poco l’intero ambiente.

Il fatto che questa sarebbe stata una partita senza storia era abbastanza noto ben prima del fischio di inizio, ma ogni flebile speranza viene meno davvero dopo pochi minuti: lo strapotere fisico e tecnico degli ospiti fa quasi stropicciare gli occhi, e alla malcapitata squadra biancorossa non resta altro che tentare in qualche modo di limitare i danni: per fortuna c’è tutto il contorno di cui poter parlare!

Perché veramente del confronto tra i due schieramenti di curva ci sarebbe da parlare e scrivere per ore. Zoccolo duro biancorosso decisamente in crescita, stagione dopo stagione, partita dopo partita: la linea verde è sempre protagonista ma si riconoscono molti volti che piano piano i loro anni di militanza li stanno mettendo da parte. Uniti a giovani, meno giovani, curiosi o nostalgici del mondo del tifo, il gruppo offre a livello di decibel un supporto costante. A questo, uniamo un materiale e un suo uso più frequente e viene fuori una curva davvero molto interessante.

Nulla da eccepire nemmeno per gli ospiti: non riempiono il settore solamente per limitazioni della questura, ma anche in questo caso si può facilmente notare ed intuire l’esperienza nel mondo ultras di questa tifoseria, anche qui ben mescolata tra facce giovani e più navigate. Pregevoli anche i due aste e i bandieroni presenti nel loro settore.

Godibili anche i ripetuti scambi di insulti e provocazioni: alla faccia dei ben(de)pensanti, questi avvenimenti scaldano ambiente e tifo, dal più curvaiolo all’anziana in tribuna, scatenando l’intero palazzetto e allontanandolo dal modello di tifo americano che, soprattutto nel mondo basket, vorrebbero ammorbarci.

Direi che come culmine provocatorio posso descrivere due episodi ben precisi, di cui non esporrò volutamente il mio pensiero ma che presenterò come meri fatti di cronaca: la tifoseria bolognese nel corso del secondo quarto presenta lo striscione provocatorio: “Mangiare abbiam mangiato, bevuto abbiam bevuto. E il pistoiese? Non pervenuto, che irrita e non poco la curva biancorossa a giudicare dalle reazioni della stessa. Di stesso tenore però anche la provocazione e successiva reazione ospite quando nella balaustra casalinga appare una sciarpa bolognese.

In tutto questo, il confronto del tifo prosegue, alternandosi tra insulti reciproci e supporto per la propria squadra e città. Da menzionare a mio avviso il “Lolololo, che schifo, lololo, la Virtus… che schifo la Virtus!” sulle note di Don’t worry be happy intonato dalla curva biancorossa e il Dale messo in atto a partita ampiamente compromessa, presentato solitamente in caso di vittoria, entrambi seguiti dall’intero pubblico di fede pistoiese. Da evidenziare infine lo striscione dedicato alla delicatissima situazione della Pistoiese, in mano a uno di quei nomi già protagonisti di sciagurate gestioni precedenti in altre squadre, ma lasciato libero di far danni in barba alla fantomatica “black list” della FIGC sulle acquisizioni societarie. Evidentemente certe limitazioni funzionano solo verso gli ultras e la legge è tutt’altro che uguale per tutti.

Al termine della partita, conclusasi con il punteggio di 91 a 70 in favore della Virtus Bologna, continuano i prolungati battibecchi tra le due tifoserie, obbligando in più di un’occasione lo speaker a invitare i presenti ad uscire dal palazzetto.

Davvero una bella giornata per gli appassionati di tifo e per gli appassionati di pallacanestro.

L’ultimo match del 2023 vedrà la Baraonda in scena a Treviso il 30 dicembre, mentre la Virtus Bologna (dopo il turno del 28/12 a Belgrado sponda Partizan in Eurolega), ospiterà il 30 dicembre Pesaro, in un’altra affascinante e storica classica del basket italiano.

Testo di Edoardo Pacini
Foto di Andrea Delserra