Ultima giornata di campionato ma la festa ad Altamura non accenna a finire. Al “Tonino D’Angelo” arriva il Matera che, proprio a margine del pareggio odierno e in virtù della concomitante vittoria del Casarano, deve pure dire addio ai playoff, per quel che ovviamente valgono nella loro formula contorta. Così mentre la squadra dell’alta Murgia può già cominciare a pensare al futuro in serie C, la compagine lucana deve programmare un’altra annata di D che la tifoseria ha già chiesto sia all’altezza delle ambizioni e del blasone della piazza.

È lecito chiedere tanto quando si spende tanto per la propria squadra. Facendo un passo indietro infatti, per quel che attiene ai doveri della tifoseria materana, non si può certo imputar loro nessuna mancanza: prima della partenza della squadra per Altamura, gli ultras biancoazzurri si sono radunati allo stadio XXI Settembre per spronare la squadra a quest’ultimo sforzo in vista del delicato appuntamento, accompagnandola poi con scooter ed ogni altro mezzo verso il confine regionale. Loro purtroppo non saranno della partita, la scelta dei noti organi di sicurezza è stata ancora una volta di astenersi dal garantirla e vietare la trasferta in blocco a tutta la tifoseria ospite.

In assenza dei materani, anche la gradinata nella sua interezza è stata destinata ai tifosi di casa, finendo sold out come tutti gli altri settori. Il colpo d’occhio è ancora una volta notevole, difficile quantificare ma sicuramente seimila spettatori ci sono tutti. Se con il Gallipoli si era già festeggiata la matematica, non meno entusiasmo e curiosità c’è in quest’occasione, in cui si celebra ufficialmente la vittoria del campionato con la consegna della coppa da parte della Lega Nazionale Dilettanti. Aggiunge enfasi la scelta della tifoseria di proporre nuovamente una coreografia, a stretto giro con la precedente, sforzo non da poco per una realtà di provincia. Meno elaborata ma non per questo meno piacevole, questa volta propone cartoncini a comporre due bande orizzontali bianco-rosse e al centro un piccolo copricurva raffigurante lo scudo del Team Altamura e uno recante la scritta “Ultras“, sopra un pallone di cuoio e un rotolo di pergamena con “2023-24”, tutto completato dallo striscione “Succede solo a chi ci crede!”. Un modo come un altro, insomma, per ricordare la sinergia vincente fra tutte le parti in causa che ha portato al raggiungimento di questo splendido traguardo tutto da festeggiare.

La partita, questa volta più che mai fuor di frasi fatte, è solo un pretesto per un lungo e ininterrotto bagno di gioia, in cui si sussegue tutto il corollario del tifo: battimani, sciarpate, cori che impazienti si levano al cielo già dalle fasi di riscaldamento, a partire da una riproposizione molto ben riuscita de “I giardini di marzo” di Battisti. Del tutto ininfluente il pareggio, se non come detto per gli ospiti, così dopo aver sollevato la coppa, la folla e la festa si riversano per le strade e le piazze del centro cittadino, dove la squadra sfila su di un pullman scoperto. Come nel calcio dei grandi, come nelle favole in cui Altamura si ritrova a vivere.

Proseguono fino a notte fonda i cori di giubilo in una Porta Bari addobbata da una “C” enorme su campo biancorosso. Cittadini, tifosi, dirigenti, persino la squadra si mescola a quest’ebbrezza collettiva che non vuol saperne di placarsi. Ci sarà tempo per pensare alle ottemperanze dello stadio ai parametri richiesti dalla Lega Pro: verosimilmente i lavori costringeranno all’antipatica prassi del nostro calcio di spostare le prime gare su campo neutro; ci saranno poi gli adeguamenti tecnici dell’organico, le più impegnative sfide e trasferte che attendono la tifoseria ma non è ancora tempo se non quello di godere, per chi c’è, per chi c’è sempre stato e per chi ha creduto in questo sogno impossibile.

Pier Paolo Sacco