Il premio “tifoseria becera” indetto dall’opinione pubblica in collaborazione con gli organi di informazione, relativamente all’ultimo turno di campionato, è stato vinto dalla curva del Parma, rea di aver esposto uno striscione “becero” nei confronti di Pessotto. Lo striscione, che in realtà sarebbe più giusto chiamarlo pezza o al limite due aste, e che non è stato esposto in balaustra, ha ricevuto testimonianze di sdegno dall’intero Paese che, a qualsiasi livello del tessuto sociale, si è dissociato. Pure la stessa Società Parma Calcio, con una nota, non ha fatto mancare il suo palese dissenso.

La dura legge degli Ultras e delle tifoserie di calcio, si sà, non ammette sconti. E’ una “guerra” verbale e psicologica nei confronti dell’avversario che non prevede certo scambi di cortesie e carinerie. Possiamo invece discutere sull’etica che una tifoseria dovrebbe avere, ma è evidente che si entri nel campo della soggettività,  e che questa possa essere influenzata da precedenti tra le due tifoserie. A livello personale, per esempio, mi sono imposto un livello di etica che prevede di non oltrepassare mai l’asticella fissata sul rispetto della morte. Non ho mai fatto un coro sull’Heysel e non ho mai approvato chi, in preda di eccitazione collettiva, ha cantato e canta con gusto contro i 39 morti, senza nemmeno rendersi conto della gravità del suo gesto.

Conosco però troppo bene il mondo delle curve e delle tifoserie per rimanere sorpreso da quello striscione, ma evidentemente non conosco ancora così bene il mio Paese, che continua a sorprendermi per il grado di ipocrisia che lo contraddistingue. Mi sembra evidente che sia in atto una guerra da parte delle Istituzioni nei confronti principalmente delle Curve in Italia, ma potrei dire dei tifosi in generale, senza precedenti. Il reato di discriminazione territoriale, le diffide a pioggia anche in assenza di valide argomentazioni, e adesso la delegittimazione di massa attraverso la complicità degli organi di informazione sono i casi più recenti. In Italia esistono tifoserie che fanno dell’ironia un po’ spinta e della goliardia la propria caratteristica. Esistono inoltre zone precise in Italia, per esempio la Toscana, in cui, piaccia o no, la bestemmia è equivalente a un normalissimo intercalare, o l’augurare la morte di qualcuno è considerato come un normale vaffanculo. Certo, è un’abitudine criticabile, ma questo è il nostro Paese. E’ evidente quindi che tifoserie espressione di luoghi che hanno nel loro dna l’utilizzo di sfottò anche spinti, abbiano uno stile particolarmente pungente.

Prima di condannare inequivocabilmente lo striscione parmense, a mio avviso bisognerebbe contestualizzarlo, se si vuole fare un’analisi seria e non chiudersi dietro un populistico “vergogna”. Parma Juve non è più una partita normale. Non lo è dalla morte di Matteo Bagnaresi dovuta ad un incidente a seguito di scontri in autogrill tra tifosi del Parma e della Juve. Pretendere che la tifoseria del Parma accolga con applausi quella Juventina vuol dire abitare sulla luna. Aggiungo, canzoni goliardiche, o se preferite becere, su Pessotto vengono cantate quasi quotidianamente da tantissime curve, quindi o si prende le distanze tutte le Domeniche e ci si indigna di tutti e tutto, ma allora ci si indigna anche per qualsiasi coro ingiurioso, perchè altrimenti si perde credibilità. Fare uno striscione con scritto “Pessotto o mangi la minestra…” oppure dare del figlio di buona donna a Conte o a Moratti, concettualmente che differenza c’è? Cantare “devi morire” quando un avversario è a terra, non è degno di dissenso e sdegno quanto lo striscione per Pessotto?

Non sopporto questa ipocrisia a senso unico nei confronti dei tifosi. Visto che la moda del momento è essere ipocriti e populisti, allora mi adeguo e mi permetto di esserlo anche io: la massa benpensante che si vergogna per un coro o uno striscione si vergogna con la stessa enfasi e sdegno per gli stipendi dei politici o dei manager? Si vergogna per le loro pensioni d’oro? Si vergognano per le tangenti, per il sistema mafioso di certi ambienti che annulla la meritocrazia oppure il solo problema di questo bel Paese sono i tifosi delle squadre di calcio?

Pessotto è vivo e vegeto, sta bene, e non è stato nemmeno oggetto di insulto. Qualcuno ha provato a chiamarlo per chiedergli se si è offeso oppure se si è fatto una risata anche lui?

[Fonte: Rettilineo Tribuna]