La piacevole novità è che invece del classico Palamacchia dove la Pielle generalmente gioca le partite interne di campionato, la sfida odierna si gioca al Palamodì, un impianto capace di ospitare circa ottomila persone. Viste le cifre in gioco, il vecchio palazzetto sarebbe risultato fin troppo piccolo e decisamente poco accogliente. Da dire che il pubblico questa volta non è composto solo da tifosi della squadra locale, ma anche dalla vicina Montecatini è previsto l’arrivo di un buon numero di tifosi, non propriamente in buoni rapporti con la Curva Sud di casa.

La febbre da basket a Livorno sta toccando picchi non indifferenti, del resto la classifica del campionato di serie B vede le due formazioni labroniche rispettivamente prima e seconda in classifica. Aggiungiamo pure che qualche vecchio amante del basket ha riscoperto la gioia di assistere alla partita, il risultato sono numeri che fanno la differenza. Ed anche questa sera non fa eccezione, i presenti sono oltre cinquemila ed il colpo d’occhio è di quelli che colpiscono: colpisce la febbre da basket, colpisce la varietà dei personaggi che popolano i gradoni, colpisce vedere e palpare la voglia di tifo che è evidente già nel prepartita.

Prepartita che scorre via tranquillo, di buon’ora ci sono già i primi tifosi intorno al Palamodì armati di bandierina e sciarpa al seguito, si va dalle famiglie al completo fino ai più giovani ragazzi in scooter che non si vogliono perdere nemmeno l’antipasto del match. Da Montecatini tanti tifosi arrivano alla spicciolata e si vanno a sistemare nell’ampio settore ospite. Gli ultras invece arrivano quando manca una buona mezz’ora all’inizio delle ostilità, il tempo di organizzarsi un minimo e l’ingresso nel settore avviene come nelle migliori occasioni, tutti insieme, prendendosi l’immancabile selva di fischi e rispondendo agli stessi con la classica gestualità. Alla vetrata i termali vanno ad appendere le pezze che contraddistinguono la Curva Est, gli ultras fanno poi un bel quadrato opportunamente tenuti a bada dalla security mentre la Digos locale riprende ogni movimento sospetto, sia di una parte che dell’altra. Visti i numeri in questione, la struttura del palazzetto e la presenza delle forze dell’ordine, i bollenti spiriti sono prontamente raffreddati a meno di un’azione kamikaze che avrebbe ben poco senso. Tra le due tifoserie scorre una rivalità sentita che si evince dai primi cori che si scambiano le due fazioni, ma tutto si limita al classico botta e risposta.

Da Montecatini, oltre alla presenza, c’è la voglia di lasciare il proprio timbro sull’incontro. Gli ultras si cimentano in un buon tifo, organizzato ed abbastanza continuo. Su quest’ultimo aspetto ormai mi devo abbandonare all’evidenza, è raro o comunque non così comune assistere ad un tifo tambureggiante: le azioni di gioco, una bomba da tre o un canestro malamente sprecato, incidono quasi inevitabilmente sul coro intrapreso, troncandolo miseramente oppure accendendo la miccia che si stava spengendo. Gli strumenti del tifo ci sono tutti su sponda ospite, un tamburo a dettare i tempi, un megafono che fa sempre scena ed infine qualche bandierone di buona fattura, che offre quel bel tocco di colore. La separazione tra sportivi ed ultras è abbastanza marcata e solamente in rare circostanze il tifo abbraccia tutti i presenti, in definitiva sono solamente gli ultras a sostenere la squadra per tutta la durata dell’incontro.

La riprova che il risultato incida sull’andamento del tifo è evidente quando i padroni di casa vanno in vantaggio di diciassette punti: con la vittoria che sembra in cassaforte il palazzetto è un’autentica bolgia, non è più solo la curva ad incitare la squadra ma anche dagli altri settori non mancano grida e cori d’incitamento. Gli ospiti sul parquet non ci stanno a farsi mettere sotto in maniera evidente ed in poco tempo recuperano la partita, passando addirittura in vantaggio: in questo caso sono gli ultras della Curva Est a chiamare in causa tutti i presenti nel settore, con il tifo di marca termale che sale d’intensità grazie ad un recupero difficilmente immaginabile. Il palazzo è una bolgia e nel mirino finiscono gli arbitri, un grande classico tutto italiano, accusati da una parte e dall’altra di qualche decisione poco felice.

I tempi regolamentari non bastano a decretare la squadra vincente, occorre un supplementare che premia la Pielle, che consolida il primo posto in classifica. A vittoria ottenuta, parte la festa dei padroni di casa, che invadono il parquet per il classico abbraccio con i giocatori mentre dirigenti e tifosi avversari vengono presi di mira; niente di così eclatante né aggressivo, si scarica un po’ di tensione accumulata esultando e sbeffeggiando gli avversari odierni. Bella partita sugli spalti, finalmente è presente anche una tifoseria ospite che ha portato numeri interessanti a Livorno. La rivalità ha acuito gli animi, striscioni, cori e gestualità hanno reso vivace una partita che anche sul parquet ha regalato più di un’emozione.

Valerio Poli