Ad inizio stagione presi la decisione di vedere più stadi per me nuovi possibili, così anche in questo sabato di metà marzo, e con un certo anticipo nel prenotare, decido di recarmi a Pistoia per l’interessante partita Pistoiese-Cremonese, con quest’ultima seconda in classifica, distaccata dalla capolista Alessandria di soli quattro punti.

Arrivo nella città toscana per l’ora della siesta, intorno alle 14:30. Dopo un giro veloce alla stazione ferroviaria e passando per il centro città, arrivo in prossimità dello stadio che manca ancora un’ora abbondante all’inizio della partita fissato per le 16:30, così ho abbastanza margine per farmi un giro intorno ad esso.

Anche a Pistoia la situazione è uguale a quella delle altre città quando ci sono delle partite di mezzo: strade adiacenti transennate, vigili o carabinieri e polizia a presidiare i varchi chiusi e le zone intorno allo stadio, camionette nel settore ospiti a controllare che tutto si svolga nella maniera più tranquilla possibile. È con questo “belvedere” che arrivo di fronte allo stadio comunale, intitolato dal 2006 a Marcello Melani, lo storico presidente che riportò la Pistoiese in serie A nel campionato 1980-81.

Inizio a camminare intorno all’impianto e devo dire che lo stadio degli arancioni comincia ad essere invecchiato come piace a noi amanti delle cose vissute, consumate, ricche di storie da raccontare.

Passo sotto la Nord fino a raggiungere la tribuna scoperta, ed è qui che hanno piazzato biglietteria ed entrate per andare in curva. Sinceramente mi chiedo come mai le scritte ultras siano state tutte cancellate, mentre i “ti amo Antonio” o “Gianfranco” stanno sempre lì al loro posto da ormai chissà quanto tempo; la domanda che mi pongo e che vorrei porre ai Comuni (quasi tutti ormai purtroppo), è come mai quando i cittadini chiedono di rifare le strade, ad esempio, la risposta è sempre che le casse comunali sono vuote. Come mai non lo sono per cancellare innocue scritte lasciate li a consumarsi nel tempo? L’apice della riprova lo trovo subito tornando indietro dalle biglietterie della Nord, andando verso la tribuna coperta, dove vedo un muretto che delimita la strada da un centro sportivo di tennis: praticamente il muretto pende come la torre di Pisa, ma non è un monumento o un pezzo di storia. Allora un’altra domanda che mi pongo è: non sarebbe il caso di utilizzare le poche risorse economiche, a detta degli amministratori pubblici, per mettere in sicurezza i cittadini invece che cancellare scritte che in realtà non nuoceranno a nessuno? Ma in Italia si sa, si interviene sempre quando il dramma è avvenuto, meglio prima pensare e sistemare le cose puerili o prive di importanza.

Pensato ciò torno in me e decido di entrare nel rettangolo verde per guardare le tribune da dentro.

Passati tornelli e controlli, sono dentro e vedo il nome dello stadio su un cartello con dietro una curiosa scala a chiocciola che porta in tribuna stampa. Finalmente entro e vedo una bella tribuna coperta, poi la curva, anch’essa coperta e a dire il vero pure un po’troppo grande, infine la tribuna scoperta divisa a metà, una parte dei locali mentre l’altra era il vecchio settore ospite dello stadio pistoiese. Purtroppo questa tribuna è inagibile quindi chiusa al pubblico. Infine c’è il settore ospite, una curva composta da tre settori in ferro con relativi seggiolini.

Sicuramente oggi non c’è il pubblico delle grandi occasioni, anzi tutt’altro: difatti gli spettatori totali presenti non arrivano alle mille unità ed anche gli ultras sono divisi: un gruppetto di 25-30 ragazzi circa prende posto in alto ad un lato della curva, mentre il restante, o quel che rimane in termini ultras (poco), prende posto a centro curva in alto dietro lo striscione “Cuori Arancioni”. Nella parte opposta i lombardi sono una trentina ma manca ancora una parte di essi che presumibilmente arriverà in ritardo.

Con queste premesse le squadre entrano in campo ed a livello coreografico per i padroni di casa vedo sventolare delle bandiere dal centro coordinamento clubs arancioni che si trova in tribuna coperta ed un altro paio di bandiere sia nel gruppo centrale che in quello più defilato, mentre nel settore dei grigiorossi niente di fatto.

Comincia la partita ed i pistoiesi, almeno il gruppo che prende posto a lato della curva, si prodigano con cori accompagnati da battimani. Dopo appena sette minuti la Pistoiese passa in vantaggio su rigore facendo esultare il pubblico locale.

Gli arancioni, galvanizzati dal gol del vantaggio, cercano di farsi sentire a dispetto del numero, cantando da entrambe le parti seppur non sempre in maniera coordinata. Sventolano anche le bandiere, soprattutto nel settore decentrato. Al quarto d’ora entra il gruppo corposo della tifoseria lombarda che prende posto a centro curva e si noterà subito il cambiamento in quanto tiferà praticamente sempre senza fermarsi mai. Tanti battimani e mani alzate ad accompagnare i cori ed in più occasioni coloreranno il settore sventolando bandiere e alzando un paio di stendardi.

I pistoiesi invece, pur non essendo sempre continui ma comunque colorati, sventolano le loro bandiere arancioni che come tonalità non sono inferiori a nessuno. Al termine, anzi in pieno recupero della prima parte di gara, esultano per il gol del raddoppio. Appena iniziato il secondo tempo, il gruppo lato curva espone uno striscione per ricordare Marika a 5 anni dalla sua scomparsa: “Da 5 anni sempre nella mente…”, “Marika Presente!”. In seguito il tifo vivrà fasi alterne con cori accompagnati da manate, cori a rispondere, pause prolungate e qualche piccola ma bella sbandierata.

I cremonesi invece risultano più continui, seppur delle pause ci sono anche da loro. Al quarto d’ora esultano per il gol del 2-1 e fanno discreti battimani cercando di spingere la squadra a pareggiare i conti. Alla mezzora espongono uno striscione per Lupo: “15/03/2017 Lupo sempre presente”.

In pieno recupero il colored della Pistoiese Gyasi segna il gol del 3-1 facendo esplodere lo stadio toscano per un’esultanza che si prolungherà ben oltre il fischio finale dell’arbitro Amabile.

I giocatori cremonesi, pur uscendo sconfitti, vengono applauditi lo stesso dai propri tifosi, e, grazie al Siena che ha battuto la capolista Alessandria, in classifica le distanze rimangono invariate sempre di quattro punti. Scappo dallo stadio e corro a perdifiato fino alla stazione. C’è un pullman che mi attende per riportarmi a casa.

Marco Gasparri.