Tre punti preziosissimi in chiave playoff per il Potenza raccolti al cospetto del proprio pubblico ai danni del Siracusa.
Il presidente Caiata aveva invitato la piazza rossoblù ad invadere il Viviani per cercare di renderlo un catino meno agevole possibile per gli avversari. Il riscontro è positivo: di domenica alle ore 16:30, incentivate anche da un clima piacevole, le presenze si aggirano intorno alle 3.000 unita, la maggior parte delle quali assiepate in curva.
Davvero interessante l’impatto visivo che offre la Ovest. In grandissimo spolvero la tifoseria non stecca nemmeno questa prova canora, spingendo concretamente la squadra al successo.
I soliti striscioni appesi in balconata, molto belli e curati graficamente, come del resto nello stile tramandato negli anni da questa tifoseria. Molto belli anche da sentire e vedere con le loro bandiere sventolate costantemente ad accompagnare i cori e le manate rese fitte dal positivo colpo d’occhio. Ottima la sciarpata con le sciarpe a bande rossoblu che restituiscono un effetto tanto vintage quanto suggestivo.
Non si respira una bella atmosfera invece in casa del Siracusa. La vittoria contro il Catania aveva riportato entusiasmo fra gli aretusei ma successivamente, un pareggio e tre sconfitte hanno reinnescato il circolo vizioso, portando malumori, fischi e contestazioni.
Da Siracusa arrivano una decina di sostenitori. Trasferta ammirevole la loro per i chilometri spesi, piccola costante di quasi tutti i loro viaggi in giro per l’Italia al seguito della propria squadra.
Sono sicuramente apprezzabili per l’impegno che mettono cercando di farsi sentire, anche se ovviamente la proporzione numerica li penalizza. Non mancano di intonare cori contro Potenza, in ragione dell’amicizia storica che lega i siciliani alla Juve Stabia e considerati i rapporti non idilliaci di quest’ultimi con i padroni di casa.
Esposto infine il singolare striscione “Venerateci” che ribalta un po’ la prospettiva: di solito sono i tifosi a venerare la squadra in senso lato, ma quando società e calciatori non sembrano proprio nella loro stagione migliore, dovrebbero esser loro a coccolare i propri tifosi almeno con l’impegno e col sudore: in una terza serie in cui i patrimoni “mobili” falliscono un anno sì e l’altro pure, quel patrimonio costituito dai tifosi andrebbe appunto preservato e tutelato senza badare a banali luoghi comuni.
Testo di Massimo D’Innocenzi.
Foto di Pier Paolo Sacco e Simona Amato
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