Ogni società calcistica in Belgio è caratterizzata da un numero d’iscrizione alla Federazione. Quanto più basso il numero, tanto più è la tradizione. In caso di fallimento o di una fusione tra due società, la nuova entità deve fare una nuova iscrizione con perdita del vecchio numero di matricola; un disastro per la società e anche per i tifosi. Nel caso del RFC Liegi, dopo il fallimento della stagione 2010/11, la tifoseria ha organizzato una raccolta per pagare il debito e per evitare la rifondazione da zero, mantenendo così lo storico numero 4 di matricola.

La squadra rossoblu è la squadra più vecchia della città, fondata nel 1892 (il più conosciuto Standard è stato fondato nel 1898). Primo campione belga nel 1896, ha vinto in totale 5 campionati (l’ultimo nel lontano 1953) e una coppa nazionale nel 1990, di fatto l’ultimo titolo conseguito molto più in là rispetto agli anni di gloria.

Dopo il declino della società calcistica, il vecchio stadio di Rocourt (una bellissima struttura con una pista ciclabile) è stato venduto e poi demolito per fare posto ad un cinema. I tifosi rossoblu più caldi si rifiutano ancora oggi di mettere anche solo un singolo piede in questa struttura per vedere un film.

Dopo una fusione a breve scadenza con il Tilleur, il cambio di stadio, il fallimento della stagione 2010/11 e tanti anni di risultati più o meno discreti (promozioni e retrocessioni tra il 2° ed il 4° livello calcistico belga) il Liegi ha finalmente trovato una nuova casa nel piccolo ma nuovo stadio, sempre situato a Rocourt (borgo tradizionale della città dove, tra l’altro, è stata fondata la società).

La partita odierna, valida per il terzo livello del calcio belga, è contro il piccolo Sint-Eloois-Winkel Sport.

Arrivo con anticipo allo stadio, situato in una ex zona militare. All’interno ci sono due settori: una tribuna situata a lato del campo con seggiolini in rossoblu dov’è scritto “RFCL”, e una curva coperta con posti in piedi.

Un bar con birra e patatine e poi è tutto pronto per un perfetto pomeriggio di calcio “old style”, come è sempre piaciuto a me.

Il numero totale di spettatori (io l’ho stimato in quasi 1.800 unità) non è male, calcolando anche che nello stesso momento la squadra nazionale belga gioca la sua partita di qualificazione per Euro 2020 in diretta TV. Onore a ogni singolo tifoso che è arrivato allo stadio per incitare la sua squadra del cuore in terza divisione invece di restare a casa davanti ad un televisore!

Non ci sono tifosi ospiti, ma l’atmosfera della curva locale mi piace: stile inglese preponderante (tradizionalmente è la linea principale di tifo in Belgio), con cori secchi e quasi sempre adatti alla fase di gioco della partita.

Credo che comunque si senta, attraverso alcuni cori più melodici (oltre ad un palese grido “Forza Liegi”) l’influsso di tanti italiani arrivati in città e regione negli anni `60 e `70 del secolo scorso per lavorare come minatori o operai nell’industria pesante.

La partita è dominata dai padroni di casa che però segnano una sola volta, dando la possibilità agli ospiti di pareggiare durante il secondo tempo. Pochi minuti prima della fine gli ospiti possono anche vincere, quando l’arbitro decide di assegnare un calcio di rigore. Bella la parata del portiere, e, appena due minuti più tardi, il RFC Liegi decide la partita con un gol davanti al settore della propria tifoseria.

Quando i giocatori vanno sotto la curva dopo il triplice fischio, grande festa con cori lanciati dai giocatori con il microfono dello speaker dello stadio. Il cuore rossoblu batte ancora, con orgoglio. Il numero d’iscrizione 4 vive…

Jurgen De Meester