Quando il secondo turno della Coppa Italia di serie C ha messo di fronte Rimini e Cesena, mi sono subito segnato in rosso questo derby romagnolo che (mia grossa pecca) non avevo ancora avuto l’opportunità di vedere dal vivo. Si gioca in infrasettimanale ovviamente ma è l’1 novembre, per cui il festivo assieme ad un orario accettabile rende ulteriormente appetibile questa gara.

Entrambe le tifoserie, ognuna proporzionalmente alla propria realtà, sono cresciute tantissimo nel corso degli anni e se per i bianconeri la serie A negli anni che furono è stato un bel banco di prova, anche per i biancorossi la serie B ha formato una forte ossatura ultras che ha permesso di reggere l’urto dei vari fallimenti degli ultimi anni e dell’ondata repressiva che ha costretto a ridisegnare la geografia della curva. Ricordo ancora una partita dei riminesi, vista oltre vent’anni fa in quel di San Giovanni Valdarno, in cui mi fecero una bella impressione: c’era ancora la storica Falange Biancorossa, ma nel corso del tempo ho avuto altre occasioni per vederli da vicino, con diverse formazioni dal punto di vista ultras, ma sempre confermando il loro indubbio valore di fondo. Stessa fortuna, o stessa volontà a dirla tutta, che ho avuto nel vedere più volte i cesenati, dalle serie cosiddette nobili fino all’inferno dei dilettanti dove sono ripartiti con grande umiltà.

A tutte queste premesse, il pubblico risponde alla grande, con 4.330 presenze (secondo il dato ufficiale) alle quali contribuiscono significativamente i 781 biglietti strappati nel settore ospiti. Fuori dallo stadio grande partecipazione degli ultras biancorossi, un movimento che, nonostante lo scioglimento dei Red White Supporters, ha saputo ripartire nuovamente da zero e con sacrificio ricostruire qualcosa di buono. Nonostante la tensione emotiva di queste particolari partite, i riminesi fanno aggregazione nel pre-partita. L’importanza della gara è evidenziata anche dal sorvolare persistente dell’elicottero della polizia di stato, come se non bastassero i controlli a terra, i presidi ai caselli, comprese rotatorie e strade, parecchie delle quali chiuse al transito.

Una volta dentro l’impianto, sono davvero pochi i vuoti, forse ai lati della tribuna coperta se ne vede qualcuno in più, invece per quanto riguarda il settore ospiti, il grosso della tifoseria bianconera prende posto nella parte centrale, mentre altri tifosi si sistemano più a destra, in prossimità della tribuna locale, dove tra l’altro prendono posto pure i Casual. Già nel pre-partita le tifoserie cominciano a stuzzicarsi ma scaldandosi anche con cori per le rispettive squadre. In entrambe le tifoserie si evince la presenza di amici, come si evince dalle pezze BANDARAIA e SAMBENEDETTESI fra i locali, o quella dei bresciani NDV CASUALI OCCASIONALI a ridosso dello striscione delle WSB.

Con l’entrata delle squadre in campo inizia lo spettacolo delle curve: i cesenati puntano veramente forte sul colore e sventolano bandieroni, bandiere e bandierine, alzando un numero non indifferente di stendardi ed inoltre accendendo una torcia, così come, dalla parte opposta, fanno anche i riminesi seppur il colore dato dalle loro bandiere sia molto meno impattante in termini quantitativi. Entrambe le fazioni partono forte, la curva cesenate non smette praticamente mai di sventolare i propri bandieroni, accompagnando i cori con dei battimani a cui il più delle volte partecipano tutti i presenti. Pure i riminesi offrono una prova canora di tutto rispetto ed effettuano battimani a tutta curva, anche abbastanza prolungati e nel momento di maggior fomento accenderanno una torcia.

Al ventitreesimo minuto Santini porta in vantaggio il Rimini su calcio di rigore, facendo esplodere la Curva Est che accende una torcia in un’esultanza prolungata, per poi tornare ai livelli standard con un’intensità dei cori comunque molto buona. I bianconeri non sembrano accusare il colpo, continuando a tifare come sanno fare, ma alla mezzora calano d’intensità, facendo intravedere piccole pause che ci possono anche stare.

Nel secondo tempo, dopo appena otto minuti, raddoppia bomber Santini che va a festeggiare sotto la Curva Est con i compagni, condividendo la gioia con i propri sostenitori. Nel frattempo, i cesenati, rispetto alla prima frazione, non registrano cali e continuano a tifare come se nulla fosse e dopo appena quattro minuti dal raddoppio riminese, vengono ripagati dal goal di Brambilla.

La partita è emozionante in campo ed anche di più sugli spalti: braccia ondeggianti in avanti, indietro, poi a destra, ecc. dei riminesi per un effetto ottico impagabile, dopo di che continuano con cori lunghi e numerosi battimani a tutta curva, cesenati che effettuano una bella e fitta sciarpata durata svariati minuti, enfatizzata nel suo impatto visivo dallo sventolio delle bandiere e dall’accensione di un paio di torce in rapida successione.

Con il calare delle tenebre le tifoserie si accendono ulteriormente e diventa difficile anche capire dove volgere lo sguardo. Verso la fine della partita anche i riminesi effettuano una bella, fitta e durevole sciarpata, con il tifo che prosegue fra numerosi battimani e sfottò sulla “romagnolità” autentica che scaldano il clima. Chi vive di passione ultras vorrebbe che questo derby non finisse mai, ci pensa l’arbitro a riportare tutti con i piedi per terra fischiando, dopo oltre quattro minuti di recupero, la fine delle ostilità.

Le squadre vanno sotto le curve a ricevere i meritati applausi per questo derby combattuto, che il Cesena ha cercato in tutti i modi di raddrizzare ma con un Rimini accorto che si qualifica così agli ottavi di finale contro il Vicenza. Cala così il sipario su questo bellissimo derby cui ho assistito per la prima e spero non ultima volta. Sicuramente è stato un bellissimo spot per il calcio in genere e la Lega dovrebbe andarne fiera, e magari cercare di preservare la passione dei tifosi, sfottò compresi che sono il sale di gare come queste, al cospetto di quasi 5.000 spettatori.

Marco Gasparri