Con il passare del tempo riconosco che per vedere un calcio più “umano”, non solo quello giocato ma soprattutto nei rapporti interpersonali, si deve obbligatoriamente scendere nelle categorie inferiori, dove c’è tutta un’altra storia rispetto ai grandi palcoscenici, talvolta storie sconosciute ai più o poco raccontate. È proprio in questa domenica che scelgo di calarmi in queste basse categorie, che poi basse lo sono solo sulla carta ma non certo per partecipazione emotiva. Dopo un’attenta valutazione scelgo di andare a vedere l’interessante partita Roccasecca – Monte San Biagio, valevole per la Promozione laziale, con la prima compagine facente parte della provincia di Frosinone, mentre l’altra di quella di Latina. E si sa che tra ciociari e pontini di certo non scorre buon sangue, tranne rare eccezione che servono solo a confermare la regola.

Quella di quest’oggi è la quarta giornata di un campionato iniziato da poco, con la squadra ospite indicata come una delle favorite per la vittoria finale del gruppo D, e si gioca allo stadio “Lino Battista”, abituale casa della squadra biancazzurra del Roccasecca. In un paio di occasioni in passato, quando disputava il campionato di Eccellenza, mi è capitato di andare a vedere un paio di loro partite, ma quella volta avevano lo stadio inagibile e giocavano a Colfelice, un paesino limitrofo. All’epoca il gruppo della BRIGATA BIANCOAZZURRA ROCCASECCA era già presente, essendo nato nel 2007, pur con qualche difficoltà per via di alcune diffide: oggi spero di riuscire a vedere il bicchiere completamente pieno e cioè stadio nuovo e gruppo al completo.

Raggiungo Roccasecca in treno e nonostante il paesino sia in alto, fortunatamente lo stadio è distante dalla stazione appena due chilometri, per cui facilmente raggiungibile a piedi. Una volta uscito dalla stazione, divenuta tristemente famosa per il deflagrare di un convoglio di munizioni con la conseguente distruzione della stessa stazione e delle case adiacenti, tristi vicende storiche che sono documentate su una targa in marmo, decido di incamminarmi a piedi, come sono solito fare, fino allo stadio.

A metà strada vedo un paio di macchine fermarsi ad una piazza e scopro essere ultras del Roccasecca, molto probabilmente appostati ad un incrocio con la speranza d’intercettare qualche ultras montecellese che arriverà in macchina. Del gruppo ospite nato da poco e denominato BLOUSONS NOIRS ne ho sentito parlare bene tra gli amanti del movimento ultras minore.

Cerco dunque di arrivare il prima possibile nello stadio roccaseccano per capirne bene la conformazione. Dopo l’indicazione “Campo sportivo”, svoltando a destra, si apre davanti il “Lino Battista”, con il botteghino al centro, l’entrata dei locali da una parte e gli ospiti dall’altra. La tribuna coperta dei locali è molto bella, non grandissima, ma dotata di seggiolini, cosa rara in questa categoria; di contro il settore ospiti non possiede nessuna tribuna, ma uno spiazzo lungo dove guardare la partita attaccati alla recinzione.

Svolte tutte le formalità, entrando mi posso permettere persino il lusso di scherzare con l’arbitro, il che mi conferma nuovamente come in queste categoria si possa essere più rilassati e tranquilli, prendendo le cose come dovrebbero essere prese, cioè con la massima semplicità.

Gli ultras di casa si radunano tutti fuori e varcano l’entrata in blocco ed una volta passati i controlli, in corteo, raggiungono il loro angolo di tribuna sistemandosi dietro lo striscione e le varie pezze attaccate alla recinzione, facendosi fin da subito fanno valere con qualche coro ed una sciarpata non troppo fitta. A livello numerico va riconosciuto loro grande merito, ma ormai sono abituato a pensare che quantità non è sinonimo di qualità per cui ho grande curiosità di vederli all’opera. Dalla parte ospite per il momento si vedranno solo pochi e semplici tifosi che attaccano un tricolore alla recinzione, ma in queste categorie a volte gli ultras arrivano pure in ritardo in quanto molto più difficile trovare l’ubicazione degli impianti sportivi.

Alle 15:30 la partita comincia, ancora senza ultras ospiti presenti ma con una quarantina di persone sparpagliate nel settore, se così si può definire. Nel primo tempo agli ultras di casa non si potrebbe chiedere di più di quello che fanno, difatti tifano dal primo minuto con tanti e buoni battimani ad accompagnare i cori e lo sventolio, abbastanza costante, dei due bandieroni a disposizione. Con il passare del tempo mi aspetto qualche pausa, ma i ragazzi vanno a ruota libera, spronati e diretti alla perfezione dal lanciacori che, megafono alla mano, dirige con molta esperienza gli ultras assiepati sugli spalti.

Poco dopo il ventesimo minuto effettuano una bellissima sciarpata, veramente molto fitta, con un paio di bandierine in aggiunta. Dalla parte ospite purtroppo non si vede nessuno ed anch’io ormai mi rassegno all’assenza della tifoseria monticellese e del proprio gruppo ultras, mentre la partita scorre per loro senza cori ed in assoluto silenzio. Vedo solo un tifoso che indossa una maglietta del gruppo con un tricolore alla mano che non sventolerà.

Alla ripresa, dopo che l’allenatore del Roccasecca Manzi mi offrirà un po’ d’acqua per ristorarmi dal gran caldo, posso concentrarmi solo sulla tifoseria di casa, che anche in questa seconda frazione offrirà un tifo di qualità, che non conosce pause nonostante il persistere di risultato di parità. Tantissimi sono i battimani effettuati, belle e continue le sbandierate con i due bandieroni sempre in prima linea. Si contraddistinguono nel corso della gara per un coro cantato dividendosi in due, sulle note della famosa canzone lanciata dagli aquilani, “Un giorno all’improvviso”. Sul finale di gara, ancora una volta una bella sciarpata, sempre molto fitta e duratura.

La partita termina in parità senza nessun gol ma i tifosi di casa, incuranti di ciò applaudono a lungo la squadra che va a salutarli sotto al settore, prima di rientrare nello spogliatoio. Altri cinque minuti di cori e poi cala il sipario su questa bella giornata, in cui sicuramente ho potuto notare tutto il potenziale di un gruppo al seguito di una squadra della sesta serie nazionale e di un paese di poco superiore ai settemila abitanti. Non è assolutamente poca cosa e spero sempre di vedere certe tifoserie in categorie dove ci possa essere un confronto ultras sugli spalti, quello che oggi è purtroppo mancato.

Marco Gasparri