Il “bello” dei divieti di trasferta erogati dalle fenomenali menti di Osservatorio/Casms e compagnia cantante è che difficilmente trovano una logica o una coerenza. Parto dal presupposto che il divieto di poter assistere a un match di calcio in base alla squadra tifata e alla regione/città di provenienza, sia una candida ammissione di incapacità e non volontà di gestire l’ordine pubblico da parte dello Stato. Nonché una maniera davvero arcaica e anacronistica di agire. Sebbene sia tutto sommato un fedele specchio dei giorni d’oggi. C’è un problema? Meglio nascondere la polvere sotto il tappeto o celarlo completamente, vietando e restringendo libertà.

Nella fattispecie poi, entra in ballo anche l’ormai famigerata Tessera del Tifoso. Già, proprio lei. Quello strumento tanto discusso e contestato da buona parte del mondo ultras, che prima della pandemia sembrava destinato a finire in soffitta, divenendo un brutto ricordo e restituendo ai tifosi di football un minimo di “normalità”. La realtà dei fatti è che il numero di partite in cui l’accesso al settore ospiti è vincolato dal possesso della fidelity è paradossalmente aumentato rispetto a due anni fa. E se nel 2019, per l’ultimo Roma-Atalanta con pubblico, gli ultras orobici potettero tornare nella Capitale dopo oltre dieci anni, oggi è loro vietato: trasferta consentita ai soli tesserati appunto.

Sarebbe interessante interrogare uno degli sfavillanti personaggi protagonisti di queste scelte e chiedergli il perché. Cosa è successo in queste due stagioni? Cosa ha innalzato il pericolo del match, tanto da vietare la vendita libera a tutti? Ma soprattutto: quanto siete fuori da ogni contemporaneità nel continuare a vietare, vietare e vietare mentre i numeri dei supporter in trasferta sono drasticamente diminuiti, gli incidenti (soprattutto in Serie A) si contano sulle punta delle dita e i servizi d’ordine attorno e dentro gli stadi sono talmente imponenti che anche il miglior agente di Scotland Yard avrebbe difficolta ad eluderli?

Non menziono, per non dilungarmi, le restrizioni che ogni domenica vengono imposte nelle serie inferiori, finanche dilettantistiche. Laddove non esiste neanche la Tdt sovente si opta per la chiusura di settori ospiti per match che complessivamente fanno registrare qualche manciata di spettatori. Io non voglio pensare che in Italia, nel 2022, non si sappia organizzare – per dirne una – la trasferta dei tifosi vastesi a Chieti o di quelli monopolitani a Foggia.

La pretestuosità e la leggerezza con cui si continua a impedire ai tifosi di viaggiare in base a un concetto geografico è talmente disarmante da non fare più notizia. Il “divieto” è divenuto uno strumento accettato e spesso inconsciamente sposato dalla nostra società. Si crede che perorando la causa del più becero proibizionismo si possa davvero far fronte a talune problematiche insite nel contesto sociale. Una società vincente dovrebbe percepire come un “fallimento” ogni ipotesi di interdire, reprimere e annullare qualsiasi spazio sociale, aggregativo e giovanile.

Credo che per una partita del genere, per una rivalità così storica e ricca di aneddoti, un’introduzione tale sia più che doverosa. Un Roma-Atalanta senza il confronto sugli spalti perde trequarti del suo significato. E quasi tutto il suo fascino. Non me ne vogliano i nerd della tattica, del fantacalcio, delle trecento partite da vedere nello stesso weekend rinchiusi davanti alla pay-tv!

Di contro l’Olimpico si presenta con un ottimo colpo d’occhio. I biglietti venduti sono circa 45.000 e, con il ripristino del 75 percento della capienza, la Sud restituisce un colpo d’occhio finalmente compatto. Il ritorno dei Fedayn sul loro muretto completa l’impatto visivo e nel prepartita si cerca di spronare la squadra per dare continuità ai risultati dopo la vittoria ottenuta in extremis sul campo dello Spezia, domenica scorsa. In virtù di quanto detto prima, nel settore ospiti prende posto un centinaio scarso di tifosi nerazzurri. Seguiranno il match in rigoroso silenzio.

La Sud regala una prestazione dai due volti: nel primo tempo gli ultras giallorossi peccano di intensità, concentrando il tifo soprattutto nella parte bassa del settore e non riuscendo – salvo un paio di occasioni – a far sentire con potenza la propria voce. Nella ripresa anche i muretti danno maggiore aiuto e il livello sale, dando vita a una buona performance, seguita anche da buona parte dello stadio.

In campo è la Roma a spuntarla grazie al gol di Abraham nel primo tempo. Tre punti pesanti che portano i capitolini a ridosso dei lombardi. Nel prossimo turno la Roma sarà di scena al Friuli di Udine mentre l’Atalanta ospiterà il Genoa. Per entrambe impegni in Europa, rispettivamente contro Vitesse Arnhem e Bayer Leverkusen.

Simone Meloni