Di giocatori bravi ne sono passati tanti per Salerno. Di campioni un po’ meno. Tra questi c’è senza dubbio Agostino Di Bartolomei che nel 1988, dopo aver vinto uno scudetto e tre coppe Italia con la Roma ed aver giocato anche con Milan e Cesena in serie A, si trasferì a Salerno in serie C. Un doppio salto all’indietro per avvicinarsi alla famiglia. Nel ’90 portò la Salernitana in serie B e lasciò il calcio. Il prossimo 30 maggio saranno 20 anni senza Agostino Di Bartolomei che nel ’94 decise di togliersi la vita nella sua villa di San Marco di Castellabate, esattamente dieci anni dopo la finale di Coppa Campioni persa con la Roma contro il Liverpool.
“Mi sento chiuso in un buco” scrisse in un biglietto Ago che era stato dimenticato dal mondo del calcio. Lui che era un campione, una bandiera della Roma e che, anche per valori umani, avrebbe potuto insegnare tanto ai giovani. A Salerno i tifosi lo hanno ricordato più volte. Nel ’94, una settimana dopo quella tragica mattina di maggio, in occasione della semifinale playoff contro la Lodigiani all’Olimpico di Roma fu esposto lo striscione “Guidaci ancora Ago!”. Ieri Di Bartolomei avrebbe compiuto 59 anni e proprio nel giorno del suo compleanno la Salernitana svela la maglia che sarà indossata tra una settimana nella finale di ritorno di Coppa Italia contro il Monza all’Arechi. È solo una delle iniziative che il club granata ha in programma per ricordare un campione del passato che anche a Salerno ha lasciato un ricordo indelebile. Chi lo ha conosciuto parla di una persona schiva, a volte all’apparenza anche scontrosa ma senza dubbio seria e leale. Qualità elogiate da Marco Mezzaroma che oggi festeggia il suo 47° compleanno, un giorno dopo quello di Agostino Di Bartolomei.
[Fonte Salerno Notizie]