Come ogni anno, le vincenti delle rispettive coppe Italia regionali si sfidano in una competizione nazionale, formula indovinatissima della Lega Dilettanti dato l’ampio riscontro di pubblico nelle gare fin qui disputate. Lo scorso anno trionfò il Barletta nella finale in campo neutro a Rieti contro il Salsomaggiore, gara con una partecipazione pugliese in termini ultras davvero importante. Per mia personale tradizione, cerco di essere presente ad almeno una partita di questa fase finale, al netto delle difficoltà dovute alle gare disputate in giorni lavorativi. Eccomi dunque all’incontro tra i campani del San Marzano ed i siciliani della Nuova Igea Virtus che, per indisponibilità dello stadio dei locali, si gioca al “Felice Squitieri” di Sarno, in cui ero stato già diverse volte e distante nemmeno una decina di chilometri da San Marzano sul Sarno.

La squadra dei padroni di casa proprio domenica scorsa ha festeggiato la vittoria del campionato di Eccellenza con ben quattro giornate di anticipo, vincendo addirittura per 14-0, un vero record per la compagine del patron Francesco Romano, noto imprenditore dell’agroalimentare. Di contro c’è una vecchia conoscenza del calcio italiano, la Nuova Igea Virtus, squadra per diversi anni protagonista in terza serie prima che il titolo, nel 2018-2019 fosse acquistato dal Milazzo costringendo alla ripartenza dalla Promozione e soprattutto al cambio di denominazione. Attualmente la squadra di Barcellona Pozzo di Gotto si trova in testa al campionato di Eccellenza Siciliana, conteso dal Siracusa, altra nobile decaduta, con il Taormina a fare da terzo incomodo e tentare di sfruttare qualsiasi passo falso.

La partita finì 1-1, per cui oggi si prospetta la classica partita da dentro o fuori. Parto abbastanza presto, sia per questioni logistiche che per visitare il capolinea della tratta Napoli-Ottaviano-Sarno della Circumvesuviana. Le precedenti sortite in loco, soprattutto per mancanza di tempo, si erano limitate sempre alla parte bassa della città, questa volta posso invece arrivare fino al centro storico con il bellissimo Palazzo del Municipio, “arrampicarmi” ad ammirare la parte più antica di questa affascinante cittadina di oltre trentamila abitanti, dal quartiere Terravecchia in cui si accede dalle antiche rampe che portano alla chiesa di San Matteo, prima chiesa storica di Sarno risalente al 1280, fino ai ruderi del castello, con le torrette di avvistamento, qualcuna ancora in discreto stato. Non contento vado a vedere il vecchio ospedale, che è impossibile non notare assistendo ad una partita allo “Squitieri”, raggiungibile solo a piedi da un’antica strada. La vista è spettacolare ma il contorno è desolante con i muri del vecchio ospedale ormai cadenti e soprattutto con il terreno su cui è poggiato a rischio di frana. Il triste finale della struttura è figlio di quel famoso giorno del 1998, quando l’alluvione portò alla frana e purtroppo alla morte di 137 persone nel solo comune di Sarno. Nemmeno l’ospedale, costruito nella parte più alta, fu risparmiato con addirittura gli elicotteri sopraggiunti per evacuare i pazienti.

Ridiscendo sgomento verso lo stadio ma sicuramente con qualche conoscenza in più di questa tragedia, grazie ai racconti di gente del posto. Mi resta da colmare il meno grave gap con la tifoseria del San Marzano che, poco prima del calcio d’inizio previsto per le 14:30, prende posto con i propri gruppi. Sono un bel gruppo per una città che può contare su poco più di diecimila abitanti e considerando che sono costretti a giocare sempre lontano dal proprio stadio; il presidente ha promesso uno stadio di ultima generazione da cinquemila posti, completamente coperto, che sarà il fiore all’occhiello dell’Agro Nocerino Sarnese. Per ora è stato di parola, portando il San Marzano dalla Promozione alla serie D nell’arco di circa tre anni, vedremo poi il seguito.

Gli ultras di San Marzano, fin da subito partono incitando la propria squadra, sventolando per tutto l’arco dell’incontro i tre bandieroni dei gruppi ai quali, a fasi alterne, aggiungono qualche piccola bandierina. Sono autori di numerosi battimani ma effettuano anche cori a rispondere nel classico stile delle tifoserie campane, infinie molto belle le esultanze ai gol del francese Camara, autore della personale doppietta che in otto minuti, dal minuto 33 al minuto 41, cambia completamente il corso della gara. Nei minuti di recupero della prima frazione si aggiunge il gol di Prisco su calcio di rigore che rende una pura formalità la seconda parte di gara.

Gli ospiti si presentano con un pullman ed in ottimo numero, calcolando la distanza ed il giorno infrasettimanale. La tifoseria giallorossa anche a livello corale dà il massimo, tifando abbastanza continuamente ed accompagnando i cori con innumerevoli battimani, con il colore garantito dai bandieroni e dalle bandiere sventolati per buona parte della gara. Accusano il colpo derivante dal campo ma dopo alcuni minuti di scoramento riprenderanno poi a tifare.

Nella seconda frazione, sulle ali dell’entusiasmo, il numeroso pubblico locale con in testa i suoi ultras riprende a tifare in maniera decisa, con i bandieroni sempre in prima fila, compreso quello dei club con la dicitura MARZANESI che di tanto in tanto fa capolino mentre pure la tribuna, in talune circostanze partecipa al tifo degli ultras. Come nella prima parte di gara sono numerosi i battimani ad accompagnare i cori per una prova, in definitiva, molto positiva e che mi riprometto di rivalutare il prossimo anno, nella categoria superiore e a confronto con altre tifoserie.

Tornando ai siciliani, in questa seconda parte di gara, sul largo risultato di 3-0 con l’eliminazione ormai assodata, sarebbe stata dura tifare per chiunque, ma loro con grande dignità ripartono a tifare come se nulla fosse, anzi e se possibile, cercando di tifare ancora di più. Con grande sportività applaudono inoltre l’uscita di Camara, autore di due gol uno più bello dell’altro. Intonano cori continui effettuando numerosi battimani ed in un paio di occasioni ravvivano il settore sventolando tutti i bandieroni, bandiere e bandierine a disposizione, regalando un bellissimo colpo d’occhio. Proseguono nel tifare con una bella intensità corale fino al novantesimo minuto e recupero, poi quando l’arbitro fischia la fine delle ostilità, applaudono la squadra andata a salutarli sotto il settore. Stessa identica cosa avviene sotto il settore dei padroni di casa che, in più, godono della qualificazione alla semifinale di questa bella manifestazione in cui affronteranno in duplice sfida il Campobasso, confronto di cui potranno giovare anche gli ultras campani che oltre a misurarsi con una tifoseria storica, giocheranno in un impianto come il “Nuovo Romagnoli” che solletica l’immaginario evocando altre sfide e categorie che ovviamente si augurano presto di conquistare.

Con le squadre ormai negli spogliatoi, come già successo nella partita d’andata, vengono intonati cori di rispetto in entrambe i settori e successivamente per la libertà degli ultras e per i diffidati, i quali già nel corso dei novanta minuti sono stati spesso ricordati. Cala così il sipario su una bella giornata di tifo, con le due tifoserie che sono andate ben oltre le mie più rosee aspettative. Incamminandomi in direzione Circumvesuviana, immancabile una fermata in pizzeria per mangiare un trancio di pizza tra le più buone che abbia mai assaggiato: la Campania regala sempre grandi cose e non solo nell’ambito culinario, ovviamente.

Marco Gasparri