Oltre 6 mila le presenze registrate quest’oggi al Del Duca di Ascoli Piceno per la partita tra i bianconeri di casa e l’Avellino. La formazione locale occupa ancora i quartieri bassi della classifica anche se abbondantemente fuori dalla zona play out, mentre la squadra ospite si trova a metà classifica.

Sugli spalti noto che la Curva Sud è bella piena ed anche la tribuna coperta è gremita quanto basta, invece proseguono i lavori per iniziare a vedere la tribuna scoperta come ai suoi vecchi fasti. Gli avellinesi nel settore ospiti sono un centinaio circa con il grosso del gruppo che arriverà con 4 pullman a partita abbondantemente iniziata (alla mezzora), perdendosi i due gol della propria squadra al decimo ed al diciassettesimo minuto della prima frazione.

Con l’entrata delle squadre in campo, gli ascolani effettuano una bella sciarpata a tutta curva ed in più accenderanno 2-3 fumogeni. Nel primo tempo i marchigiani partiranno con potenti e fragorosi battimani e mani alzate ed il tifo sarà continuo in ragione delle due squadre in campo che regalano emozioni a non finire: gli ospiti vanno in vantaggio di due gol ma vengono poi ripresi e superati dai padroni di casa dal gol dell’1-2 segnato al ventiquattresimo minuto e dalla doppietta di Cacia siglata ai minuti 39 e 43.

Gli ascolani festeggeranno alla grande questi tre gol sventolando bandiere ed accendendo diverse torce e fumogeni. Nel frattempo, e come dicevo prima, gli avellinesi entrano alla mezzora esponendo lo striscione AVELLINO e la pezza per i diffidati. Subito si organizzano e scambiano qualche coro ostile con i dirimpettai ascolani. Il tifo, nonostante la squadra subisca tre gol in meno di venti minuti, è discreto ed è contornato da un buon colore viste le tante bandiere che gli irpini fanno sventolare. Non mancano nemmeno i battimani e le mani alzate e diversi sono i cori secchi cantati, cercando di farsi sentire dalla bolgia dello stadio.

Inizia la seconda parte di gara ed entrambe le tifoserie danno il meglio di sé, accompagnando i cori con tanti battimani. Gli ascolani durante la partita continueranno ad accendere torce e fumogeni in momenti diversi. Ci sarà un bello anche se non continuo sventolio di bandiere, soprattutto nella parte centrale e bassa della curva.

Nel frattempo i campani pervengono al gol del 3-3 e grande è l’ esultanza (qualche ultras seguirà a petto nudo la partita nonostante le temperature non proprio primaverili). Il tifo proseguirà davvero bene con una discreta intensità corale e saranno belli da vedere soprattutto per il loro continuo sventolio di bandieroni, bandiere, bandierine e stendardi.

Quando manca poco alla fine della gara, gli avellinesi effettuano la loro classica sciarpata a scomparsa, veramente bella e fitta che dura un po’ e viene premiata poi dal goal vittoria della squadra all’88esimo, siglato da Castaldo su rigore che fissa il risultato finale sul rocambolesco 3-4. Bella l’esultanza al gol e soprattutto al triplice fischio dell’arbitro.

Gli ascolani nonostante la sconfitta canteranno ancora, come già avevano fatto quando stavano sotto di due gol nel primo tempo. Per gli ospiti invece esultanza prolungata con i giocatori sotto al settore e quando ormai lo stadio si sta svuotando, espongono lo striscione offensivo “FATECI UNA SEGA” che purtroppo non riesco ad immortalare avendo già messo via la macchinetta.

Vorrei aggiungere infine un estratto molto interessante preso dalla rivista Cuore Bianconero, distribuita gratuitamente allo stadio, più precisamente nell’articolo “Stadio e salvezza a portata di mano” a firma di Stefano Cappelli: “Una chiusa sul capitolo stadio; una nuova tribuna con tanti punti interrogativi ed una vera notizia sconcertante, pare che la prefettura abbia imposto la realizzazione di una cella in cui rinchiudere come belve i tifosi violenti. Che la società si faccia sentire per migliorare davvero uno stadio in cui ogni settimana vengono destinati in nome di non si sa quale sicurezza, oltre 8.000 posti a tifoserie che a malapena contano di alcune decine di sostenitori. Proviamo a far riflettere chi non ha mai dovuto comprare un biglietto in vita sua per andare allo stadio”.

Marco Gasparri.