La domenica di Siracusa-Akragas si apre nel ricordo di Carmelo Rametta, ultras aretuseo scomparso poco meno di un anno fa, figura storica del tifo locale e figlio di quella Anna a cui è dedicata la Curva dello stadio “De Simone”. Prima della gara, una coreografia colora il settore al centro del quale compare un bandierone copricurva con il volto di Carmelo, raffigurato anche nel bandierone che sventola in mezzo al campo.

Ottimo il tifo vocale dall’inizio alla fine della partita, incentivato anche da un Siracusa che, sceso in campo con una maglia commemorativa del centenario raffigurante Archimede, il più illustre figlio di questa città, si scatena nel secondo tempo dopo una prima frazione a reti bianche. Sul tema della maglia del centenario si esprimono anche gli ultras con uno striscione per chiederne il rispetto. In tema di striscioni, ne viene esposto anche uno per ricordare Massimo, nell’anniversario della sua scomparsa e un terzo in solidarietà con un proprio fratello stabiese sul quale pesante si è abbattuta la scure della repressione per mancata firma: mentre l’opinione pubblica imbeccata da un giornalismo d’accatto continua a parlare di impunità del tifo, nella realtà si scambia spesso la legge con la rappresaglia e per una banalissima firma, pur senza violazione del daspo, si viene puniti con l’arresto. Alla faccia dell’impunità!

Anche gli ultras dell’Akragas hanno un pensiero per gli stabiesi, che in questo caso riguarda il più felice esito del loro campionato che li ha appena visti promossi in B. Un altro striscione invece, salutava il pubblico di casa mentre il tifo vero e proprio è stato, nel loro caso, condizionato in negativo tanto dai numeri risicati quanto dalla debacle in campo. A campionato ormai chiuso e senza più altri stimoli, onore comunque alla presenza.

In campo, come detto, si impone largamente il Siracusa per quattro reti a zero, congedandosi nel migliore dei modi dal proprio pubblico. Il positivo campionato fin qui disputato, con la seconda posizione matematicamente già acquisita, si concluderà domenica contro il Real Casalnuovo in trasferta, dopo di che si apriranno i giochi dei prosaici playoff che, in Serie D, non garantiscono nulla più che l’ingresso in una graduatoria che potrebbe valere il ripescaggio in caso di defezioni in terza serie. Un tortuoso percorso sportivo e burocraticamente blindato per una tifoseria che quella Serie C la meriterebbe in realtà ad occhi chiusi. E si spera che prima o poi il destino le sappia conferire quanto merita.

Testo di Giuseppe Ragnolo
Foto di Giuseppe Ragnolo e Simona Amato