Giornata di festa quella che si annuncia a Bojano per la sfida fra la Turris di Santa Croce di Magliano e il Campobasso. Agli ospiti manca l’ultimo sforzo per raggiungere la promozione in Serie D e al di là del mero traguardo sportivo, la gioia andrebbe intesa come una sorta di risarcimento morale per i supporter rossoblù, bersagliati dalla sfortuna come pochi altri in Italia considerando i cinque fallimenti negli ultimi trent’anni, una colpo che potrebbe risultare letale per chiunque ma evidentemente non per loro che, per l’ennesima volta, si sono raccolti a difesa e sostegno della squadra che rappresenta la propria città nonostante i miserrimi campionati regionali, dono di certi loschi figuri che hanno voluto prendersi gioco della loro passione.

Teatro di questa ultima volata è dunque lo stadio “Colalillo” di Bojano, non quello in cui la società ospitante solitamente gioca ma quello in cui ha scelto di spostarsi, andando incontro alle alte richieste pervenute dal capoluogo molisano e, perché no, anche alle prospettive di un incasso importante, che nei bassifondi del calcio dove non esistono diritti televisivi o d’immagine e nemmeno plusvalenze fittizie, sono come ossigeno per far respirare le asfittiche entrate di queste realtà, rette quasi solo sulla passione.

Sicuramente più di un migliaio i tifosi presenti (le stime giornalistiche variano da 1.300 a 1.500), la cui quasi totalità giunge ovviamente da Campobasso. Buona parte di questi si posizionano in curva, coagulandosi attorno al nucleo degli ultras mentre il resto in tribuna. Che la tifoseria campobassana sia ancora affamata di calcio, lo si evince dalla prestazione odierna, una delle più belle a cui abbia assistito: una moltitudine di colori rossoblù spuntano in ogni angolo della curva, in tutti i 90 minuti. Ottimo l’inizio di partita, in cui viene effettuata una cartata che si unisce allo sventolio dei bandieroni e alla successiva accensione di numerose torce e fumogeni che creano un bellissimo impatto scenico.

Dopo le foto di rito con la squadra, prima del via, il tifo rimane sempre possente, a sostegno e “spinta” verso la loro squadra, che non a caso ci mette pochi minuti per passare in vantaggio, facendo esplodere di gioia l’intero settore. Dopo il gol si vedono altri fumogeni, poco prima del pezzo forte di giornata, vale a dire la sciarpata: un autentico tappeto di bande rosse e blu a cui si aggiungono ancora una volta torce, fumogeni e bandieroni.

Nella ripresa il tifo parte invece un po’ più a rilento, complice anche il passaggio di una nuvola che porterà pioggia per almeno 15 minuti, ma basta la seconda rete del Campobasso per scaldare nuovamente l’ambiente. Per l’occasione si vedono ancora altri e altri fumogeni accesi, così come dopo le altre marcature, fino a perderne il conto, in virtù anche del profluvio di reti con cui il Campobasso sigilla la partita: per la cronaca, il risultato finale è di 4-0 in favore degli ospiti.

Gli ultras campobassani, nel frattempo ricordano e “ringraziano” Gesuè, in cui individuano il principale colpevole di questa caduta rovinosa in Eccellenza, ma è il coro “Noi non siamo per dilettanti” che raccoglie ampi consensi come il “Campobasso spezzato”, un autentico classico fra le hit della tifoseria molisana. Sempre senza dimenticare gli amici diffidati e i numerosi cori cantati nel dialetto locale. Segnalo anche un coro che rimarca il loro ideale antirazzista, evidenziato anche da una pezza esposta.

Al fischio finale è festa grande tra squadra e tifosi, che invadono il terreno di gioco. Dopo i primi cori di giubilo che iniziano a centrocampo, ci si sposta sotto la curva ospiti per unire tutti i presenti alle celebrazioni per questa vittoria del campionato.

La festa, dallo stadio “Colalillo” si sposta poi in un locale nei pressi dello Stadio “Romagnoli” di Campobasso, con un dj set che accoglie i tifosi ed intorno alle 19:30 anche l’arrivo della squadra. Ancora altri cori lanciati sia dai tifosi sia dagli stessi giocatori, poi interviene anche il presidente Matt Rizzetta, applaudito da tutti i presenti.

Il Campobasso sale in quarta serie, dove dovrà confrontarsi con altre piazze sicuramente più consone alla storia di quella campobassana, ma prima ancora del futuro la gratifica è tutta qui e ora, a beneficio di chi ha sostenuto questa squadra ieri e oggi, comprese tra l’altro delegazioni di tifosi campobassani provenienti da Roma, Milano e Bologna. Il futuro è di chi ci ha sempre creduto e di chi ha sempre amato senza riserve.

Francesco Passarelli