Sebbene ami i lunghi viaggi, le mete scomode o impossibili e nuovi campi da vedere, ogni tanto credo sia salutare tornare alle origini, immergersi in qualche campetto di periferia come tanti anni fa, quando senza troppa programmazione (se non quella suggerita dal giornale o al massimo dal televideo) si girovagava su uno o più campi dell’hinterland capitolino alla ricerca di qualche tifoseria.

Con il calcio d’inizio fissato per le 11, non mi resta che raggiungere il centro sportivo della Vigor Perconti in sella alla mia fedele bicicletta. Una quarantina di minuti di pedalata e sono a destinazione, accompagnato da un bel sole che piacevolmente riscalda nella classica tranquillità della domenica mattina. Siamo nel quadrante Sud-Est della città, tra il Quarticciolo e i Colli Anieni. Aree sviluppatesi velocemente nel dopoguerra, con uno strato sociale assai complicato che solo nell’ultimo ventennio ha cominciato lentamente a rialzare la testa.

Tra le strade dello stesso Quarticciolo inizia la storia della Vigor Perconti, che attualmente figura nel novero delle più importanti società dilettantistiche regionali grazie a un settore giovanile ben gestito dal lavoro oculato del club. Una storia partita nel 1983 per mano dell’attuale presidente Maurizio Perconti e caratterizzata da una graduale crescita che ha di fatto trasformato i primi, rudimentali, campi in terra battuta in un centro sportivo di oltre dodici ettari, che oggigiorno ospita anche piscine e altre attività sportive. Un polmone, quindi, molto importante per una zona popolare come questa.

A differenza di altre squadre la Vigor non ha mai potuto contare su nessuna forma di tifo organizzato e anche oggi le tribunette saranno popolate soltanto da dirigenti e familiari dei giocatori. A farla da padrone saranno pertanto i tifosi sorani, giunti nella Capitale in circa cento unità. Molto pittoresco il loro arrivo, che avviene proprio mentre diversi bambini della scuola calcio sono impegnati nei rispettivi incontri. L’incedere dei ragazzi con bandieroni e tamburo in mano suscita ovviamente la curiosità dei presenti, abituati generalmente a tranquille chiacchierate sul pranzo domenicale che si svolgerà da lì a poco (sic!). Almeno in questo il tifo organizzato riesce ancora a rompere la normalità.

Prima di parlare della prestazione dei bianconeri ci tengo a ringraziare il direttore di gara odierno, di cui ovviamente non so il nome. Il suo inventarsi di sana pianta un divieto di ingresso in campo ai fotografi a causa delle ristrette dimensioni del campo mi ha regalato uno dei punti più alti della stagione corrente. Del resto sono tendenzialmente abituato alle manie di protagonismo di talune giacchette nere (al cospetto di altri colleghi che ovviamente usano la testa e tentano sempre di non creare problemi) ma mi rendo conto che ogni volta si sale uno scalino in più. Grazie arbitr… ah, no. Grazie “signore”. Come gli piace farsi chiamare ora.

Chiusa questa parentesi, possiamo concentrarci sul focus della mia sgambata in bicicletta: gli ultras. Il contingente bianconero sistema le proprie pezze sulla balaustra e accoglie l’ingresso delle squadre con una bella sbandierata grigia-bianco-nera. Ulteriormente colorata da qualche torcia, lasciata prudentemente in terra. Davvero un bell’effetto!

Sui sorani mi sono espresso anche recentemente e posso solo ribadire che l’equilibrio trovato da qualche tempo, li rende una tifoseria davvero gradevole da osservare. Una curva che grazie a cose semplici e ben fatte gode di ottima salute, come dimostrato anche oggi con una prestazione canora di ottimo livello. Suggellata dalla sciarpata finale e dai festeggiamenti per il netto successo (0-3) che conferma il sodalizio bianconero in testa alla classifica.

Se i risultati sportivi verranno in ausilio, la Nord sorana potrebbe sfruttarne l’onda lunga per crescere un’importante generazione al seguito sui gradoni. La mentalità acquisita e dimostrata c’è, ma solo una continuità anche sul campo può portare su un livello ennesimo il lavoro fatto dall’attuale direttivo, tornando magari ad appassionare un’intera città che, dai fasti della Serie C, ha sempre patito fortemente le sfortune dovute a fallimenti sportivi e societari.

Finisce con l’abbraccio tra giocatori e tifosi, mentre per me è tempo di tornare indietro e riprendere la bicicletta verso casa. Sono le 13 e il tiepido caldo d’ottobre è diventato quasi un fastidioso caldo. In breve tempo tutti si rimettono in viaggio e anche la normalità ripiomba nel centro sportivo della Vigor. Adesso si può tranquillamente tornare a parlare del pranzo domenicale!

Simone Meloni