L’ultima giornata della regular season offre un dessert niente male. Virtus Roma-Varese è una sfida sentita da sempre, con gli incidenti dello scorso anno al PalaTiziano che contribuirono ad acuire l’inimicizia tra le due parti. Fazioni che non si sono mai state simpatiche, sin dalla notte dei tempi, anche grazie allo storico gemellaggio dei Capitolini con i ragazzi di Cantù, a loro volta acerrimi nemici dei Varesini.

Con le fanfare mediatiche che sputano sentenze ed occupano le prima pagine dei giornali, più i programmi della televisione generalista circa quanto successo in occasione della Finale di Coppa Italia, mi avvicino a questa partita con una sola volontà: prendere una boccata di ossigeno. Peccato che la frenesia isterica, tipica dell’Italia sensazionalista dei nostri tempi, abbia deciso di anticipare la sfida tra Roma e Juventus, sovrapponendola di fatto a quella del palazzetto. Un vero danno all’affluenza di pubblico che si preannunciava buona (anche in vista dell’inizio dei play-off), oltre che l’ennesima prepotente prevaricazione in nome di una non precisata tutela dell’ordine pubblico, in virtù di fantomatici infiltrati napoletani sugli spalti dell’Olimpico (forse alcuni giornalisti dovrebbero leggere meno romanzi di fantascienza ed ogni tanto uscire dai loro uffici per respirare verità). Tuttavia non mi faccio perdere d’animo, so che gli ultras non tradiranno le attese ed il confronto sarà stimolante ed acceso.

Arrivo al palazzetto molto presto. È domenica pomeriggio e, non avendo molto da fare, preferisco annusare sin da subito l’aria del pre-gara. Ritiro l’accredito e resto fuori parlando un po’ con chiunque mi capiti a tiro.

Gli ultras prealpini arrivano quando manca poco alla palla a due e, inquadrati dalle forze dell’ordine, vengono fatti entrare nel settore ospiti un po’ alla volta. In totale sono quantificabili in una trentina di unità, che si posizionano in Galleria sopra lo striscione Arditi. Un numero più che buono, considerando la distanza ed il campionato a dir poco sottotono disputato dalla compagine biancorossa.

Qualche minuto dopo l’inizio del match, ecco entrare anche gli ultras capitolini. Molto bello il loro ingresso con gesti e provocazioni all’indirizzo degli avversari. Si accende subito il duello con insulti reciproci in cui entrano, indirettamente, anche i Canturini, spalleggiati dai Romani e presi di mira dai biancorossi.

La Curva Ancilotto si compatta sullo striscione dei Roma 1960 ed oggi si dimostra davvero in gran forma. Un settore compatto, gagliardo e motivato, come c’era da aspettarselo al cospetto di una delle tifoserie più blasonate e rispettate all’interno del movimento ultras cestistico.

Per quanto riguarda i Lombardi, essi sfoderano una prestazione abbastanza buona, forse risultando un po’ discontinui tra un coro ed un altro, ma facendo comunque buona figura. Da segnalare l’esposizione ad inizio partita, da parte loro, di uno striscione contro la Legabasket in riferimento ai recenti accadimenti che hanno portato agli arresti del presidente mensanino Ferdinando Minucci, negli sviluppi dell’operazione “Time Out”, la quale ha accertato una serie di reati tributari a carico del massimo esponente della società toscana, da poco tempo designato proprio a capo della Lega (incarico a cui ha poi rinunciato) con l’appoggio di diverse società (tra cui non figurava la Virtus Roma); società stesse che, all’indomani dello scandalo, si sono subito affrettate a sottolineare come avessero “appoggiato il progetto ma non la persona”. Un classico scaricabarile all’italiana, insomma. In tutto ciò, come spesso accade, sono solamente i tifosi a parlare e vederci in maniera chiara e senza interessi.

In campo i padroni di casa riescono a spuntarla, regalando un’ultima soddisfazione al proprio pubblico per questa stagione regolare. Ai play-off se la dovranno vedere con Cantù, impegno tutt’altro che semplice. Per i Varesini finisce invece un torneo tribolato e privo di soddisfazioni, che dovrà servire a lavorare con più impegno ed oculatezza per soddisfare una piazza storica del nostro basket.

Le ultime luci sono tutte per capitan Tonolli che, giunto alla sua ultima stagione della sua ventennale esperienza romana, si prende gli abbracci della Curva, regalandomi un’ultima istantanea che mi lascia il sorriso sulle labbra. Anche per me è arrivato il momento di togliere baracca e buratti, facendo pronto ritorno a casa. Come sempre la pallacanestro non delude riuscendo a riconciliarmi, seppur per qualche ora, con il mondo.

Simone Meloni.