È un momento critico per gli ultras laziali. Alcuni ragazzi sono ancora rinchiusi nelle carceri in Polonia e ne usciranno solamente a fine mese. Stasera c’è da festeggiare il compleanno della Lazio anche per loro.

Come avviene ogni anno, qualche centinaio di fedeli supporters biancocelesti si radunano in Piazza della Libertà, quartiere Prati. Un angolo della città che di giorno pullula di negozi, traffico e caos, trovandosi non distante da San Pietro ed a pochi metri dalla famosa Piazza del Popolo. Qua 114 anni fa il sodalizio romano vide la propria alba ed oggi, a distanza di oltre un secolo, i seguaci di quel sogno sono qua con il cuore in mano per fare l’ennesima dichiarazione d’amore alla loro Lazio, a sottolineare ancor di più come la loro lazialità non sia solamente una semplice fede calcistica.

I cori salgono in alto e le prime torce vengono accese già prima della mezzanotte. È una di quelle tradizioni che Roma, su entrambe le sponde, ha conservato e forse addirittura ampliato con il passare degli anni. Un segno dell’orgoglio e dell’appartenenza ai propri colori ed alle proprie tradizioni. L’orologio segna la mezzanotte in punto quando si stappano le bottiglie e, come fosse capodanno, vengono sparati “bomboni” mentre torce e fumogeni illuminano a giorno la piazza.

Ci sono cori di scherno contro i cugini, ma in particolar modo questa sera a tener banco sono i ragazzi di Varsavia. Un fatto che ha letteralmente stravolto la tifoseria biancoceleste, colpendola nel cuore e nell’anima. Da allora non sono stati esposti più striscioni, salvo quelli per chiedere la libertà dei detenuti. Una faccenda che ha messo in luce tutto il menefreghismo dello Stato nei confronti dei propri cittadini, in particolar modo se tifosi. Ragazzi lasciati alla mercé di una polizia straniera, che in molti casi ha usato metodi poco ortodossi e sicuramente non consoni all’Europa unita e democratica di cui tanto si parla. Torneranno nella loro curva, a cantare per i propri colori, con i propri amici e per la propria città. Ma nessuno di noi, che frequentiamo il mondo del tifo, si dimentichi di quanto accaduto. E prenda consapevolezza che siamo soli. Ed indifesi. A noi dobbiamo pensare noi.  I ragazzi che stasera hanno riempito Piazza della Libertà lo sanno, ed i loro festeggiamenti hanno un sapore agrodolce.

Il Tevere scorre lento sotto il ponte e la luna irraggia una timida luce. Ci saranno giorni migliori e a questi cori si potrà unire anche chi, per amore dei propri ideali, oggi sta pagando ingiustamente.

Foto di Sara Mechelli.
Testo di Marco Pagliaro.