Torno ad Andria esattamente cinque anni e due mesi dopo la mia ultima visita. Al tempo ero venuto per una partita di coppa Italia di serie D sul finire dell’estate e il pubblico non era esattamente quello delle grandi occasione. Oggi invece si gioca per la stagione regolare della quarta serie nazionale, dopo due stagioni che hanno visto la Fidelis disputare campionati anonimi in serie C, conclusisi con la retrocessione della società biancoblù. 

Nonostante questa gara si disputi di sabato alle ore 15.00, lo stadio degli Ulivi si presenta ben affollato per l’occasione. La gradinata è però vuota, in quanto inagibile, solito caso all’italiana, mentre la tribuna e la curva offrono un gradevole colpo d’occhio. Ci saranno circa 3.000 spettatori, raccoltisi in questa struttura particolare che dal suo ingresso monumentale accoglie il visitatore con una gigante M e due aquile sulle estremità del muro di cinta della tribuna, elementi che fanno intuire inequivocabilmente la progettazione fascista dell’impianto. La struttura fu infatti edificata come un ippodromo nel 1931 e solo dopo la II Guerra Mondiale trasformata in uno stadio calcistico, precisamente nel 1949. 

Quando metto piede sul manto verde l’atmosfera è davvero particolare. La curva di casa prepara infatti uno spettacolo per il venticinquesimo anno della Brigata Fidelis; lo si intuisce già dal lunghissimo striscione di carta esposto sulla vetrata, dove prendono posto abitualmente le pezze dei diversi gruppi del tifo andriese. Fondata il 18 ottobre 1998, da otto giovani precedentemente componenti della New Blue Generation sciolta da qualche settimana, la Brigata Fidelis si pone come successore del gruppo nato in gradinata nel 1985 e che era stato il punto di riferimento del tifo biancoblù per tredici anni. Si sciolse nel settembre 1998 dopo un agitato Andria-Brescia del 13 settembre 1998 che vide l’intero direttivo della NBG finire sotto inchiesta per la durissima contestazione contro il presidente. Con le denunce penali a questi elementi di spicco si decise che non c’erano più i presupposti per continuare.

Nonostante la fine del gruppo guida, oggi, 25 anni dopo, sullo striscione di casa della Brigata c’è ancora un pezzo di storia, visto che la testa del leone è un pezzo originale della NBG per segnalarne la linea di continuità.

La Curva Nord di Andria ha una struttura del tifo organizzato molto classica (senza che questo debba essere interpretato negativamente), con un gruppo guida, la Brigata Fidelis appunto, che fa da riferimento ad un’intera tifoseria ed al suo fianco diversi gruppi che danno un più che valido supporto, dai Drunks attivi dal 1988 agli Ultras 98, senza dimenticare gli originali NNA (Nel Nome di Andria). Come dappertutto non è sempre facile tenere tutti d’accordo ma nella città pugliese l’equilibrio funziona.

Dieci minuti prima del fischio d’inizio arrivano anche i ragazzi di Angri nel settore ospite. Compatti fanno un bel esordio sugli spalti e nonostante alcuni fischi della tribuna, tra le opposte fazioni vige il rispetto. Non mi aspettavo un numero così elevato di tifosi grigiorossi ma questo è la conferma dello stato di salute del movimento ultras italiano. Son 250 perché i biglietti son stati limitati a quel numero e la trasferta autorizzata solo il giovedì dal GOS, cioè due giorni prima della gara. Superfluo sottolineare che in Italia il rispetto per il tifoso non esiste. Comunque e nonostante tutto l’entusiasmo c’è e diversi bandieroni al cielo lo dimostrano. 

Il sole brilla nel cielo azzurro di questa bella giornata autunnale quando le squadre entrano in campo. La curva nord si divide in tre tronconi: con bandierine blu sul lato destro, bandierine bianche sul lato sinistra e niente al centro, almeno in un primo momento. In seconda battuta, in questo spicchio senza colore cala dall’alto un copricurva recante le date della riccorenza della Brigata, 1998-2023. La scenografia è semplice ma riuscita, sottolineata da uno striscione lungo una quarantina di metri: “Da anni lottiamo e soffriamo per un unico grande amore”. Certe volte la retorica ultras può sembrare un po’ monotona ma chi conosce questo movimento sa che questa frase banale non lo è per niente, perché le soddisfazioni calcistiche sono state pochissime qua ad Andria, ma l’amore per la Fidelis, per la città e per il gruppo non è mai venuto meno. Poi il tifo inizia e la nord si mostra in forma, con un bel primo tempo. Un tifo all’italiana, molto passionale e molto colorato. Nel 2023, dove per alcuni vige una scelta cromatica monocolore, qua domina il materiale ultras con il nome e i colori del gruppo. Bando ai casual della domenica, qui tutto trasuda tifo e passione. L’unica nota discorde ma lieta è nel rosso degli amici del Gruppo Erotico Barletta, venuti a portare la loro presenza con tanto di striscione e stendardo al seguito per questa ricorrenza così importante.

Di fronte, i campani sono radunati sotto l’unica sigla “Angresi”. Non li avevo mai visti all’opera se non indirettamente sulle pagine di Supertifo con il nome originale di Nucleo Doria al quale si affiancava anche Opposta Fazione. Ne porto particolarmente impresso il ricordo anche per i colori così particolari, unici in Italia assieme ai cremonesi. Gli angresi fanno anche loro un bel primo tempo, sempre in movimento. Vige un’unità quasi totale, eccetto il Crazy Group, un gruppetto in disparte nel settore. È dal febbraio del 2023 che lo striscione Angresi è stato scelto a rappresentanza di tutti, decisione maturata dai tre gruppi ultras che però tutt’ora esistono e portano avanti le proprie attività: Vecchio Stile, Generazione Ultras e Rione Alfano 167 di cui, difatti, si vedono i singoli bandieroni.

Il secondo tempo vede un calo del tifo della Curva Nord che prosegue con il suo sostegno ma viene meno l’intensità anche in virtù di una partita in campo abbastanza noiosa. Di fronte, alla stessa maniera c’è un certo calo d’intensità, ma fino al novantesimo il supporto resta e questo è quel che conta. 

La partita finisce con uno scialbo pareggio che non fa gli interessi della compagine pugliese intenzionata a tornare in C. Per gli ospiti invece è visibile la gioia dei giocatori che vanno a festeggiare sotto il settore grigiorosso: la salvezza è l’orizzonte calcistico dell’US Angri e un punto in casa di una squadra costruita per salire è tanto insperato quanto prezioso. 

Le luci dello stadio si spengono mentre gli ultimi spettatori se ne vanno, ma la serata non è finita perché la Brigata si dà appuntamento ad una cena in cui festeggiare il proprio compleanno, evento che dimostra quanto il gruppo sia una vera e propria seconda famiglia. Gente di diverse generazioni l’una accanto all’altra, ragazze, giovani, veterani tutti uniti da venticinque anni sotto il simbolo del leone. E questa è sicuramente la più bella vittoria del movimento ultras andriese, lontano dalle mode o dalle scenografie spaziali fatte solo per fare parlare su pagine social dai nomi ridicoli. 

Andy Warhol che era un visionario, nel 1968 disse che: “Nel futuro ognuno sarà famoso per 15 minuti”. Visto l’orrore dei social siamo arrivati purtroppo a realizzare questa profezia. Ma chi può dire di essere famoso per un quarto di secolo? Non tanti ed ovviamente non quelli che vivono solo di social ma di sicuro delle persone che credono in valore diversi basati su amicizia, solidarietà, aggregazione e passione. Tutto questo dietro uno striscione.

Testo di Sébastien Louis
Foto di Sébastien Louis e Davide Gallo