Su nove partite casalinghe del Barletta Calcio, questa è per me la settima presenza al cospetto dei biancorossi. Compreso il vero e proprio evento dell’amichevole infrasettimanale contro l’Austria Salisburgo. Un momento storico non tanto per i valori tecnici in campo (a dispetto del glorioso passato infatti, il Salisburgo scippato dalla Red Bull è stato rifondato e gioca ora in Regionalliga), ma più che altro perché si è celebrato con esso i ventidue anni di amicizia fra le due tifoserie. Proprio in riferimento a questa partita, il Gruppo Erotico ha voluto ringraziare tutta la città per tutto quanto fattivamente dimostrato in quella splendida giornata.

Vedo invece per la prima volta all’opera il gruppo proveniente da Santa Maria Capua Vetere. Scopro solo ora, con colpevole ritardo l’origine del nome Gladiator, risalente proprio alla scuola dei gladiatori che in epoca romana era di stanza nell’antica Capua. Non si smette mai d’imparare, o se vogliamo, sono piccole chicche storiche che non a tutti è dato imparare se non si incrociano campi di calcio e tifoserie, spesso contenitori di molto più che ventidue uomini in mutande che rincorrono un pallone, come ebbe a dire una volta qualcuno.

Presente da subito al proprio posto, il manipolo di tifosi nerazzurri si rappresenta con le solite pezze che accompagnano dappertutto la loro squadra. Lodevoli e ammirevoli i circa trenta campani che cercano in tutti i modi di farsi sentire. Chiaramente non è semplice in questo stadio, in questo periodo storico, ma il loro tifo è comunque sempre attivo, non smettono mai d’incitare la squadra, nemmeno sotto di due reti a zero. Un plauso a loro.

Sul pubblico di casa, sembrerò forse ripetitivo in virtù delle mie numerose sortite al “Puttilli” negli ultimi tempi, più semplicemente quindi dirò che non offrono nulla di nuovo e soprattutto nulla di meno rispetto al recente passato. Prova senza ombre che, quando poi la squadra gira alla perfezione, si arricchisce della partecipazione di tutto lo stadio ai cori dello zoccolo duro. Potenti, colorati, passionali, coordinati, roboanti soprattutto i cori a ripetere.

Conclusa la partita sul due a zero, si alza il coro “Torneremo in Serie C”, categoria che una curva così, storica e matura, ha tutte le carte in regola per ritornare a calcare e farebbe solo che bene al nostro malandato calcio.

Massimo D’Innocenzi