Come a suo tempo promesso, ed anche alla luce delle richieste di informazione che ho ricevuto, mi permetto – pur in una sede un po’ impropria quale è quella di Facebook, che però rappresenta, in un caso peculiare come questo, uno dei pochi veicoli di comunicazione capaci di raggiungere i tifosi Granata non soltanto torinesi – di fornire un aggiornamento del tutto generale, nel rispetto dei canoni di riservatezza, sul fronte delle difese amministrative relative alle “vicende” dei tifosi del Toro della Curva Primavera.

Dopo alcuni giorni di lavoro matto e disperatissimo, stamattina l’avv. Daniele Labbate ed io, insieme ai colleghi Adami ed Arossa (i quali seguono anche il versante penalistico), abbiamo depositato, presso la Prefettura di Torino, 407 (quattrocentosette) scritti difensivi ai sensi dell’art. 18 della legge n. 689 del 1981, con altrettante richieste di audizione personale.

Tali memorie, redatte dall’avv. Labbate e da me, riguardano i procedimenti scaturiti dalla notifica di alcune centinaia di verbali di contestazione di presunte infrazioni amministrative per asserite violazioni del regolamento d’uso dell’impianto sportivo “Olimpico Grande Torino”. Si tratta di presunte infrazioni che, secondo la Questura, sarebbero state commesse da tifosi del Toro presenti in Curva Primavera in 5 incontri calcistici tenutisi da fine settembre a novembre 2019.

I 407 scritti depositati oggi si aggiungono ad altri 22 scritti trasmessi ieri via PEC per ulteriori posizioni che seguo insieme all’avv. Labbate.

Dunque, in totale, abbiamo depositato, tra ieri e oggi, 429 scritti difensivi (nei quali si è chiesta, ovviamente, l’archiviazione di ciascun procedimento amministrativo) rispetto ai 500 verbali che sarebbero stati emessi a carico di tifosi del Toro (quantomeno, quest’ultimo è il numero comunicato nella conferenza stampa dell’11.12 u.s.).

Il totale delle sanzioni “proposto” dalla Questura a carico dei tifosi del Toro della Curva Primavera è dunque pari ad € 83.500,00, ove si voglia considerare soltanto l’importo oggetto di eventuale pagamento in misura ridotta (€ 167 x 500 = € 83.500,00). Ovviamente, tale pagamento “in misura ridotta” non verrà effettuato da parte di coloro che hanno prescelto la via dell’”impugnazione”. In realtà, ciascuna singola sanzione – la cui eventuale irrogazione è di competenza del Prefetto – può raggiungere l’importo di € 500, sicché il valore complessivo delle sanzioni potenzialmente irrogande a carico dei tifosi della Curva Primavera è di € 250.000,00 (euro duecentocinquantamila).

Nel caso in cui, entro il termine di 5 anni, il Prefetto dovesse irrogare le sanzioni in oggetto, tali ordinanze-ingiunzioni potranno essere eventualmente opposte mediante la presentazione – da parte di chi riterrà di introdurre un contenzioso giudiziale – di singole cause al Giudice di Pace civile: le cause potrebbero dunque essere anche più di 400. Dinanzi al Giudice di Pace spetterà all’Amministrazione, ai sensi dell’art. 6, comma 11, del Decreto legislativo n. 150 del 2011, dare prove sufficienti della responsabilità del cittadino opponente.

Il Giudice di Pace, che potrà annullare oppure confermare le eventuali ingiunzioni di pagamento, regolerà altresì le spese di lite tra cittadino e Amministrazione. Quest’ultima, in caso di annullamento delle ingiunzioni e di eventuale accollo a suo carico delle spese di lite, dovrà evidentemente ricorrere alle risorse economiche pubbliche per rimborsare le spese legali degli opponenti.

I verbali in questione riguardano contestazioni di presunte violazioni del regolamento d’uso relativo alla stagione sportiva 2019/2020 (“regolamento 19/20”, come denominato sul sito del Torino F.C.: di tale regolamento d’uso non ci è ad oggi noto né l’atto di approvazione da parte di un’autorità pubblica né l’atto di adozione da parte della società sportiva utilizzatrice dell’impianto, essendo rimaste sinora inevase, sul punto, le istanze di accesso presentate per conoscere data e contenuto di tali atti: l’approvazione e l’adozione del regolamento d’uso sono prescritte da una determinazione dell’“Osservatorio Nazionale sulle Manifestazioni Sportive”, che è un organo del Ministero dell’Interno, e pertanto rappresentano, a mio avviso, condizione di efficacia e validità dello stesso regolamento d’uso).

Si tratta, qui, di verbali di contestazione emessi, a titolo esemplificativo, per:
– la presunta esposizione di “pezze” non autorizzate (tra le quali quella recante la sola scritta “Torino” e raffigurante il simbolo del Toro stilizzato identico a quello dello stemma ufficiale degli anni’80);
– il presunto “salto della fila” nei pressi dei tornelli;
– la presunta occupazione di un posto diverso rispetto a quello assegnato (sempre all’interno del medesimo settore di Curva Primavera);
– l’aver pronunciato cori asseritamente discriminatori nei confronti dei tifosi napoletani (a mio personalissimo avviso, anche ove risultasse confermato che detti cori – certamente spiacevoli e censurabili – siano stati effettivamente scanditi, per come riportati nei verbali sembrerebbero essere di tenore non dissimile rispetto a quello del coro, rivolto agli stessi napoletani, che fu intonato dal precedente ministro dell’Interno della Repubblica italiana in occasione della festa del partito di appartenenza del predetto ex ministro tenutasi nel 2009).

Un ulteriore dato numerico per dare un’idea della ricaduta economica di quanto sopra in capo ai singoli tifosi del Toro. Ad alcune persone, relativamente alle 5 partite in questione, sono stati notificati più di 20 verbali di violazione del regolamento d’uso: in un caso, i verbali sono 24. Il tifoso del Toro in questione “rischia” pertanto di dover pagare al Ministero dell’Interno l’importo di € 12.000,00 (€ 500 x 24) per presunte violazioni del regolamento d’uso dell’impianto asseritamente occorse in 5 partite soltanto. Dunque, rischia di dover pagare un importo che è più di 50 volte superiore al costo dell’abbonamento stagionale.

Seguiranno, nei prossimi giorni, i depositi di ulteriori scritti, poiché le notifiche dei verbali stanno proseguendo.

Il successivo fronte, su cui noi legali siamo già al lavoro, sarà quello dei ricorsi al TAR avverso alcuni DASPO.

Avv. Paolo Reineri