Graz aveva aspettato quindici anni per vivere nuovamente un derby, fino all’anno scorso in coppa d’Austria. Uno spettacolo enorme, come ebbe modo all’epoca di raccontare Simone Meloni sempre su Sport People, e la fortuna, o per meglio dire il sorteggio ha voluto, che quest’anno la coppa nazionale proponesse ancora una volta il derby di Graz.

Se da un lato la prospettiva di vivere di nuovo una partita così emozionante e calda poteva esaltarmi, dall’altro ero pur consapevole che una ripetizione di quanto s’era già vissuto potesse essere difficile, anche perché nel frattempo la tensione alimentata dalla lunga attesa per il primo incontro è stata ovviamente stemperata dal recentissimo precedente. Inoltre, nelle ultime settimane prima della partita, nuvole scure si sono metaforicamente addensate nel cielo delle curve austriache: l’Austria Salisburgo ha per esempio ricevuto una multa di 34.000 euro a causa dello spettacolo pirotecnico nel derby sempre di coppa contro i concittadini dell’RB; pesante multa ricevuta anche dal Rapid Vienna per la stessa natura pirotecnica della coreografia effettuata dai suoi tifosi nella gara contro il LASK durante l’intervallo (!), attribuendo subdolamente a quest’evento lontano nel tempo, un successivo malfunzionamento del VAR. Preoccupa soprattutto la susseguente escalation da parte della Lega austriaca che, in caso i tifosi reiterassero con la pirotecnica, ha annunciato di voler detrarre punti in campionato alla loro compagine.

Al netto di tutto ciò, ha comunque prevalso l’attesa di un altro emozionante derby dentro e fuori dal campo, che ho potuto nettamente apprezzare quando mi sono recato al punto di ritrovo della tifoseria dello Sturm, nel vecchio stadio “Gruabn”, dopo aver fatto il check-in in albergo. Sfortunatamente non sono riuscito a vedere il riscaldamento della squadra ma molto più che magra consolazione è stata seguire l’impressionante corteo partito dallo stadio e accompagnato da tonnellate di fuochi pirotecnici.

Arrivato allo stadio Liebenau e confluito rumorosamente nella sua curva nord, mi separo da esso superando lo barriera della polizia verso l’altro lato dello stadio, dove i tifosi del GAK (che questa volta per vari motivi non hanno fatto un corteo) stanno aspettando l’arrivo del pullman dei propri giocatori. Quando appare, l’intera strada scompare nel fuoco e nel fumo rosso per diversi minuti. Non c’è nulla che suggerisca che questo derby odierno possa essere meno appassionato rispetto all’anno scorso…

Quando, dopo aver ritirato l’accredito e un breve saluto ad alcuni conoscenti entro in tribuna stampa, vedo che nella tribuna opposta c’è qualche scontro. Nel frattempo fervono da entrambe le parti i preparativi per le coreografie, che coloreranno entrambe le curve all’inizio del gioco. La tifoseria di casa, tradizionalmente situata nell’angolo, presenta una coreografia molto speciale riassunta nel suo senso dagli striscioni a comporre la frase “Keepers of the faith” a cui anche la musica viene adattata. Gli ospiti dello Sturm Graz invece, optano per una coreografia più tradizionale con bandierine a formare bande verticali bianche e nere, utilizzata intensamente anche nei primi minuti di gioco. Dopo di che inizia uno spettacolo pazzesco di cori forti, bandiere sventolate continuativamente e soprattutto tanta pirotecnica, primo fra tutti dalla parte del GAK.

Inaspettato l’andamento della partita, con i favoriti bianconeri che passano inizialmente in vantaggio, ma con i meno quotati biancorossi capaci di ribaltate la gara prima dell’intervallo. Molto bella l’esultanza per il gol con cui il GAK passa in vantaggio, davvero mozzafiato. Anche dopo l’intervallo la partita rimane avvincente e l’atmosfera è di conseguenza scoppiettante. Nella curva di Sturm in questo secondo frangente vengono accese più torce, da entrambi i lati anche il materiale del nemico viene dato alle fiamme.

Meno emozioni rispetto al primo derby dell’anno scorso dopo tanti anni? Assolutamente no! Amaro sicuramente per il GAK, club di seconda divisione il cui solo errore alla fine porta alla vittoria i favoriti della vigilia (al momento in testa alla classifica di Bundesliga) e quindi al loro passaggio al turno successivo. Il fatto che tutte e due le curve, anche quella sconfitta del GAK, celebrino i rispettivi giocatori, la dice lunga sulle emozioni che aleggiano allo stadio Liebenau questa sera…

Soddisfatto lascio lo stadio per riprendere il tram verso l’hotel. Varie chiusure della polizia, come scoprirò più tardi a causa di ulteriore scaramucce tra tifosi dello Sturm e del GAK, mi costringono a percorrere l’ultimo tratto in taxi, perché nel frattempo non c’erano più mezzi pubblici…

Tuttavia, i resoconti della stampa nei giorni successivi non sono tanto legati all’emozionante partita o alla fantastica atmosfera che si è respirato allo stadio, quanto piuttosto a questi disordini, soprattutto a quelli prima della partita dentro lo stadio (ma anche a quelli dopo la partita in città), in cui le cronache riportano anche di alcuni feriti. Dal momento che non ho direttamente avuto contezza di questi avvenimenti, non posso dare un giudizio, ma solo guardare l’intera faccenda dall’esterno. Certo, a mio parere è bene che una curva agisca compatta e sicura di sé in ogni situazione, è importante anche un buon livello di autorevolezza per prendersi la responsabilità di fronte all’opinione pubblica per azioni di qualsiasi tipo, soprattutto in caso di eventi controversi. Allo stesso tempo una riflessione critica all’interno della curva è importante se un’azione non va come desiderato. Altrimenti c’è da aspettarsi che le autorità e le associazioni cercheranno sempre più modi per minare l’unità delle curve, cercando anche di strumentalizzare lati negativi degli ultras agli occhi dell’opinione pubblica. Le minacce della polizia e dei politici dopo la partita e non solo, e anche le prime minacce delle società ai tifosi organizzati (ad esempio, lo Sturm Graz ha già annunciato che non chiederà i biglietti per il settore ospiti nel prossimo derby che dovesse giocarsi in casa del GAK) indicano che i tempi stanno lentamente diventando più difficili anche in Austria. Che si tratti solo di un fuoco di paglia o se già il prossimo derby di Graz (che con la promozione quasi certa del GAK probabilmente si giocherà già la prossima stagione) sarà derubato delle sue emozioni dalle autorità, resta da vedere…

Jürgen De Meester