Con la delusione ancora cocente e gli strascichi che hanno accompagnato la sconfitta al Dino Manuzzi ad opera del Cesena, il Rimini arriva a questa gara interna contro l’Ancona come una nave in balia del mare e con il suo mister Raimondi che non riesce a traghettalo in acque tranquille. Inesorabilmente quando la classifica dice ultimo posto, finisce spesso per pagare proprio l’allenatore, assieme al suo staff. In questo caso, galeotta è stata la successiva sconfitta casalinga contro la Recanatese dopo la quale è maturata la decisione di società e mister di separare le proprie strade.

Il gruppo guida della Curva Est in rappresentanza un po’ degli animi di tutta la tifoseria, all’ingresso delle squadre in campo espone lo striscione: “Società basta alibi, ora cambio di rotta”, tanto per restare su metafore marinaresche. Dopo la scommessa mancata con Raimondi, ora in panchina è arrivato Troise e con lui un nuovo portiere più esperto, ma giocoforza le cose dovranno cambiare in tempi brevi e con l’impegno di tutti, per evitare al Rimini di perdere dopo appena due stagioni il calcio professionistico così faticosamente ritrovato; sarebbe un suicidio calcistico, anche per la nuova società insediatasi da pochi mesi, che ha in ballo tanti progetti importanti legati però alla permanenza della squadra fra i professionisti, ragion per cui le ripercussioni ad ampio raggio potrebbero davvero essere nefaste per tutti.

Sul fronte ospite la squadra dorica è invece seguita da oltre 750 tifosi, nulla di paragonabile all’invasione nella finale di ritorno dei playout nel 2008-09, quando il goal del bomber Mastronunzio regalò la permanenza in B e la tanto ovvia quanto smodata esultanza agli almeno 2.000 anconetani, mentre il Rimini chiuse il suo ciclo forse migliore imboccando di lì a poco la prima e non ultima crisi societaria. In quest’occasione, all’ingresso delle formazioni in campo, dalla curva ospite si alzano sciarpe e bandiere biancorosse e viene intonato “Gente di mare”, uno dei loro inni più in voga, mantenuto vivo per svariati minuti.

La Curva Est nonostante il periodo non propriamente esaltante, si stringe attorno alla squadra incitandola senza soste, con la piacevole presenza e partecipazione degli amici di Civitanova con la pezza “Piazza Conghiglia”. Vengono prediletti battimani e cori di sostegno in questo confronto con la tifoseria marchigiana che comunque, specie per chi ha qualche anno in più, rievoca sempre sfide molto sentite che si rincorrono già dagli anni ’70/’80…

Non da meno ovviamente è il sostegno proveniente dalla curva ospite: nonostante la posizione in classifica sia al di sotto delle aspettative, la navigata curva Dorica si conferma in forma e compatta; la maggioranza dei presenti partecipa attivamente fra battimani, cori, sventolio di bandiere. Il vantaggio della loro squadra nel primo tempo contribuisce a mantenere il sostegno su buoni livelli, da menzionare nella ripresa uno striscione a sostegno degli storici gemellati Genoani.

Il pareggio dei padroni di casa ridà fiducia a a tutto l’ambiente, la partita si mantiene interessante e le due formazioni provano in tutti i modi a raggiungere quella vittoria che le rilancerebbe verso posizioni di classifica decisamente più tranquille. La Est di casa non disdegna il risultato finale, una buona sciarpata negli ultimi scorci sulle note dello storico inno “Rimini Vai” sembra in certo qual modo sancire quell’alleanza e quel feeling con la squadra, affievolitisi con gli ultimi deludenti risultati ma necessari per potersi salvare remando tutti nella stessa direzione. Al triplice fischio i giocatori vanno sotto il settore a prendersi i meritati applausi. La stagione è lunga, tutto è ancora possibile.

Gilberto Poggi