Per questa partita riesco a concedermi il lusso di un weekend intero in zona e concedermi ben due partite, fra sabato e domenica. Partite che oltretutto mi portano in due nuovi stadi, che era da tanto che puntavo e che alla fine sono riuscito a vedere. La prima delle due, sabato alle 17:30 è l’incontro d’alta classifica Lecco – Vicenza di serie C del girone più settentrionale.

La mia previdente programmazione anticipata mi permette un gran risparmio sui costi ma spesso ad essere sacrificata è la velocità degli spostamenti. Poco male, parto dunque il venerdì sera risvegliandomi direttamente a Milano San Donato l’indomani mattina. Niente metropolitana ma un treno che mi porta direttamente alla stazione centrale e da lì, in meno di un’ora sono a Lecco. Con tutto il tempo per fare i miei giri da malato metodico a partire dalla bella stazione cittadina che dopo aver fotografato, mi involo di corsa verso lo stadio con la voglia, la curiosità e la frenesia di chi vede per la prima volta un impianto inedito.

Il “Rigamonti – Ceppi” si trova proprio sotto le montagne, in un quartiere tranquillo dalla parte opposta del centro storico e del meraviglioso lago di Lecco. Appare così, all’improvviso, bello e vissuto, con i suoi botteghini storici, i muri che sembrano parlare, mentre chiaramente apicali sono le due targhe nei pressi della Curva Nord che ricordano i due personaggi a cui è appunto intitolato lo stadio. La conformazione è davvero bella e particolare, mi piace al punto che che la circumnavigo due volte consecutive per godermi tutti i suoi particolari.

Come le targhe, le tante scritte ultras sui muri dello stadio e dintorni sono una memoria storica dal basso che scandisce il tempo e gli accadimenti. C’è anche uno striscione in zona per chiamare a raccolta il popolo lecchese in questo delicato incontro. Manca ancora però tanto al calcio d’inizio perciò mi inoltro nel cuore della città, il cui centro storico è davvero stupendo. Anche per le strade della città la presenza dei sostenitori lecchesi è tangibile, non per le scritte ma per i tanti adesivi affissi in giro, sempre senza andare ad intaccare il patrimonio artistico locale. Percorro anche il lungo lago con il fiume Adda a lambire la città, arrivo a spingermi fino al vecchio quartiere di Pescarenico, suggestivo nella sua atmosfera per la sua architettura e per le case colorate.

Con l’approssimarsi dalla gara, il bar dove storicamente si raduna la tifoseria di casa è bello pieno, la presenza di forze dell’ordine non è così invasiva come altrove e non lo è nemmeno il loro controllo logistico del territorio, senza container o grandi grate che spesso trasformano i quartieri dello stadio in vere e proprie prigioni a cielo aperto. Da qui gli ultras lecchesi muovono in corteo con in testa il gruppo dei CANI?SCIOLTI intonando cori per i diffidati e sventolando diverse bandiere.

Varco l’ingresso subito dopo di loro per ammirare più da vicino e nel complesso le due tifoserie. Il Vicenza dopo una partenza incerta si è stabilizzato nelle parti alte della classifica ed i suoi ultras questa sera accorrono in oltre cinquecento come positiva è anche la risposta dei padroni di casa in prevendita. Dal rettangolo verde lo stadio di Lecco appare come una ancor più piacevole fusione tra lo stile british e quello all’italiana, in equilibrio tra i suoi necessari ammodernamenti e la sua aura antica.

Gli ultras sono tutti ai loro posti: da una parte i vicentini che occupano tutta la curva ospite più metà delle “curvette” laterali, con loro ci sono i gemellati reggiani con la pezza TESTE QUADRE; la curva dei padroni di casa è piena più del solito pur con qualche vuoto ai lati, abbastanza piena anche la tribuna coperta principale mentre quella opposta, dove prendono posto i DISTINTI SOSTENITORI, è occupata per meno della metà.

La partita di questa sera ha una valenza particolare perché si festeggiano i 110 anni del Lecco Calcio, fondato nel 1912, anche se diversi storici ritengono la data non del tutto corretta, come raccontato recentemente dal nostro “collega” d’oltralpe Sebastien in Lecco-Padova. Coreografia ad effetto per l’occasione, con un bel bandierone copricurva a righe verticali bluceleste che scende mentre i giocatori entrano in campo; lo striscione “Centodieci anni” scritto in corsivo nella parte alta e cinque stendardi con l’evoluzione degli stemmi del Lecco Calcio durante questi anni completano il tutto. Subito dopo lo spettacolo prosegue grazie all’accensione di diverse torce, accese sia sotto il bandierone che in basso e che risaltano ulteriormente la bella coreografia proposta. I vicentini pur non realizzando nessuna coreografia particolare, rendono il settore molto colorato grazie allo sventolio dei bandieroni, delle bandiere e a qualche stendardo.

Quando l’arbitro fischia l’inizio delle ostilità, nella curva Nord il bandierone appena ammainato lascia campo a una bella sciarpata ed ancora altre torce. I vicentini, non volendo essere da meno, accendono una torcia e sventolano bandiere come faranno poi costantemente anche per tutta la durata della prima frazione. In questi primi quarantacinque, la nord lecchese sfodera buoni battimani ad accompagnare i cori, c’è qualche pausa ma i lanciacori ce la mettono tutta per cercare di tenere sempre alta l’intensità. Belle sbandierate e nel frattempo anche gli stendardi del Lecco diventano parte integrante del tifo, rinforzandone il colore. Diversi cori contro i rivali storici del Como ed alla mezzora ecco che arriva pure un coro contro i vicentini, che prontamente rispondono per le rime. I vicentini invece in questa prima frazione, ad essere sincero, non mi convincono del tutto, sembrano quasi frenati vocalmente, anche se a livello di colore non gli si può imputare nulla. Non li aiuta il settore basso ma visto il numero potevano fare sicuramente di più.

La partita in campo è combattuta ma la prima frazione si chiude senza reti. Nel secondo tempo cambiamento radicale sia in campo che sugli spalti: i padroni di casa in sette minuti, dal cinquantunesimo al cinquantottesimo, stravolgono completamente la partita siglando ben tre reti, nell’ordine con Girelli, Pinzauti su calcio di rigore ed infine Buso con una scarpinata di 60 metri e gol in diagonale. Parallelamente cambia volto soprattutto la contesa sugli spalti, ma al contrario di quello che succede in campo, dove un Lecco in giornata fa quello che vuole del blasonato Vicenza e delle sue velleità di tornare in B, sugli spalti si assiste ad un duello di cori impressionante fra i vicentini che orgogliosamente tirano fuori il meglio di sé e i lecchesi che aiutati dal campo, esultano per ben tre volte in pochi minuti, accendendo anche una torcia e infine di nuovo gli ospiti che, subito dopo il 3-0, effettuano una fitta sciarpata integrata dall’accensione di una torcia. In pochi minuti succede di tutto e anch’io con la mia macchinetta fotografica, fatico a stare dietro alle due tifoserie per il mix di colore che sanno regalare.

In entrambe le curve si canta a gran voce, gli ospiti intonano un coro tenendolo per più di una decina di minuti con una forte intensità corale, diversi battimani per gli uni e per gli altri a sostegno di cori incessanti, come le sbandierate che sono pressoché continue, mentre sul finire di gara i padroni di casa offono una nuova sciarpata, molto fitta, estesa e duratura, con i vicentini che ancora una volta propongono una torcia. Si prosegue così fin oltre al novantesimo, quando i veneti effettuano una nuova sciarpata poco prima che l’arbitro sancisca la vittoria e con essa i tre importantissimi punti per i blucelesti che agganciano il Vicenza al terzo posto, a soli due punti dal Pordenone capolista.

Le squadre si dirigono poi dai rispettivi sostenitori, con i padroni di casa che festeggiano ampiamente e i biancorossi che nonostante la larga sconfitta continuano ad essere incoraggiati a gran voce dal proprio pubblico. Rientrati tutti i giocatori, ultimi colpi di coda con le due tifoserie che si punzecchiano a vicenda poi pian piano anche i riflettori si spengono, facendo calare il sipario su questo incontro carico di emozioni. Con tutta l’adrenalina addosso di chi è sicuro di aver assistito ad un grande incontro sugli spalti guardo già al nuovo viaggio e alla nuova partita che mi aspettano l’indomani mattina, con la speranza che mi regali le stesse emozioni di questo Lecco-Vicenza, per le quali non posso che applaudire e ringraziare le due tifoserie presenti.

Marco Gasparri