Torno al “Vito Veneziani” di Monopoli dove più che la piacevole serata, a motivarmi ed accogliermi positivamente è la prospettiva di ritrovare il settore ospiti nuovamente agibile (come in verità era avvenuto già dalla precedente partita) e tornare così a gustarmi, dopo tanto tempo, un confronto tra due tifoserie.

Via libera al pubblico cerignolano in questa trasferta anche da parte degli enti nazionali di censura e repressione, i primi venti minuti li passo proprio nei loro pressi. Il gruppo principale entra a partita iniziata, con la classica entrata compatta in voga nell’ultimo periodo, condita da lancio di petardi e fumogeni in campo, creando un effetto molto vintage, che rimanda mentalmente agli anni d’oro del movimento ultras, quando queste scene erano all’ordine di ogni domenica calcistica di cui interrompevano canonicamente i cinque minuti iniziali per far diradare i fumi della pirotecnica. Nel complesso buona prova quella offerta dagli ultras cerignolani, autori di un grande sostegno alla squadra e di un continuo sventolio di bandieroni.

Spostandomi verso il settore di casa, trovo la Curva Nord anche quest’oggi in grande spolvero, sia numericamente che dal punto di vista qualitativo. La domenica precedente li avevo visti all’opera a Brindisi, dove già avevano offerto una grandissima prova, cosa che indubbiamente fanno anche nella gara odierna, dove confermano quanto di buono stanno realizzando dall’inizio della stagione, in conseguenza al ritorno di tutte le anime del tifo riunite in un unico settore. Unione, partecipazione, entusiasmo nonostante una squadra relegata nei bassifondi della classifica. Al di là del risultato, non si può aggiungere e non gli si può attribuire altro. Anzi, andrebbe fatto un plauso alla Nord che, oltre agli striscioni di matrice tipicamente ultras come quello per Klay (lo scomparso cane di un membro dei BB che con il tempo era diventato amico e benvoluto da tutti…), ne espongono uno ancora meno canonico per Dory, ragazza di Monopoli accoltellata dal compagno. In un mondo ultras dipinto da una sociologia detrattiva solo come “Riserva maschio violento” o volano di una mascolinità tossica, dimostrazioni di sensibilità come questa ad un gravissimo problema femminile come la violenza di genere, sono per l’ennesima volta a dirci quanto male sia rappresentata questa sottocultura e quanta poca giustizia sia resa al suo pur contraddittorio sistema di valori da parte di chi prova a raccontarla dall’esterno.

A margine si segnala in Curva Nord la presenza di uno sprazzo di biancazzurro riconducibile alla Curva Sude Ribera.

Catello Onina