Il Rimini e la sua tifoseria tornano a giocare in una partita ufficiale a Perugia dopo oltre 35 anni. È infatti della stagione 1988-89 l’ultimo incontro in terra umbra. Anche il campionato all’epoca era il medesimo, l’allora serie C1, quando in panchina a Perugia sedeva mister Mario Colautti classificatosi con la sua squadra a metà classifica, mentre il Rimini con Osvaldo Jaconi arrivò ultimo e retrocesse in C2.

Nell’attuale campionato invece, l’andata disputata a Rimini si segnalò per l’episodio del lancio di una torcia dal settore ospite che, trascinata dal vento, finì a ridosso del materasso del salto in alto sulla pista d’atletica. Ovvia la conseguente sospensione della partita per il divampare delle fiamme e per le necessarie azioni di spegnimento dei Vigili del fuoco, così come purtroppo abbastanza prevedibile il daspo per l’autore del lancio, individuato dalle telecamere di videosorveglianza. Ma oltre al campionato, dopo un paio di mesi Rimini e Perugia si ritrovarono ancora di fronte a Rimini per il secondo turno di coppa Italia: incontro vinto dalla squadra di casa e in cui non mancarono cori di sfottò tra le due tifoserie presenti.

Quest’oggi invece il pre-partita è stato caratterizzato da un contatto tra una parte delle due tifoserie, sedato dall’intervento delle forze dell’ordine, colte inizialmente alla sprovvista. Da registrare che quanto accaduto all’esterno, ha fatto tardare l’ingresso della Curva Est Rimini tanto che, al fischio di inizio, il settore ospite risulta abbastanza sguarnito, con la maggior parte degli oltre 200 tifosi romagnoli ancora all’esterno e che fanno il loro ingresso solamente al quindicesimo.

Per quanto riguarda la Nord perugina, relativamente piena e attiva la parte centrale anche se, dopo la retrocessione dello scorso campionato dalla serie B, gli Umbri avrebbero forse sperato di essere protagonisti in questo campionato, ma si è solo riproposta la diatriba con il presidente con il quale ormai la piazza è in rotta. L’esonero di Baldini ha visto l’ascesa dell’allenatore delle giovanili ma anche se attualmente il Grifo occupa la terza posizione in classifica, l’unico posto che vale la promozione diretta in Serie B è ormai una questione a due fra Cesena e Torres, con i sardi da qualche tempo in evidente affanno rispetto ai bianconeri sempre più lanciati.

Ad inizio partita la Curva Nord espone un lungo striscione che interpreta il pensiero comune del popolo perugino tutto: “Vogliamo vincere! La Curva Nord vuole vincere!” La formazione nello stesso settore vede, nell’ordine: Brigata ultrà, Ingrifati, AR 1978 e Nucleo XX giugno,
stessa disposizione degli striscioni che gli umbri adottano anche in trasferta. Da inizio 2024, il settore è inoltre orfano dello storico Mimmo Pucciarini, vecchio capo ultras venuto a mancare dopo lunga malattia e ricordato con una bandiera con il suo volto che verrà sventolata per tutta la partita.

Con l’ingresso in scena del contingente riminese, anche il confronto sugli spalti si fa più vivace e frizzante, ovviamente condizionato dall’episodio del pre-partita che, al netto della mancanza di precedenti specifici regressi, ha dato il la a tutta una serie di botta e risposta fra le parti. Al fianco dei biancorossi anche i ragazzi di Civitanova, rappresentati dalla pezza di Piazza Conchiglia.

Se in campo il pallino del gioco è in esclusiva mano del Perugia, sugli spalti il confronto è tenuto vivo da entrambe le tifoserie: manate, sventolio di bandieroni e per i riminesi una bella sciarpata nella ripresa; ci si poteva aspettare forse qualche presenza in più nel loro caso, alimentata magari dal blasone degli avversari e da uno stadio che ha visto tanta Seria A e B, ma per quanto attiene la qualità della loro prova non si può che essere contenti per quanto fatto.

Gli Ingrifati si segnalano per uno striscione che chiede la liberazione di Ilaria Salis, l’antifascista italiana al centro del dibattito politico dopo essere apparsa in pesanti catene davanti alla giustizia ungherese che, per l’accusa di aver partecipato agli scontri contro un corteo di estrema destra, rischia fino a vent’anni di carcere.

In campo la partita termina a reti inviolate, pareggio che accontenta più il Rimini, il quale si porta sotto al settore per i saluti di rito con i propri tifosi giunti fin qui, stessa cosa che fanno i padroni di casa. Prima di lasciare l’impianto, ancora qualche coro di scherno tra le due tifoserie ma questa volta all’esterno la situazione rimane tranquilla con un netto dispiegamento di forze dell’ordine a far da schermo.

Gilberto Poggi