L’ultras è un fenomeno in costante mutamento, da un lato c’è una spinta interna con le nuove generazioni che pressano per piccoli ma tangibili cambiamenti, dall’altro le condizioni esterne, vedi repressione, diffide, tessere e chi ne ha più, più ne metta, tendono a modificare l’assetto originale del movimento. Anche a livello estetico non si può non notare questo mutamento: diciamo che il nuovo millennio ha grossolanamente riportato l’ultras a privilegiare la squadra, la maglia e la città in barba alla curva ed al gruppo di appartenenza. Nella decade ’80-’90 c’è stata una continua ed esponenziale nascita di gruppi dalla vita in alcuni casi estremamente breve, ma in linea di massima ogni curva aveva un gruppo leader ed altri che gli “giravano” intorno. Esistevano casi, neanche troppo sporadici, che più di un gruppo fosse tra i principali della curva, tanto per fare un esempio classico, la triade milanista CommandosFossaBrigate si spartiva quasi equamente la Sud, anche se in effetti si sta parlando di quasi un’era fa.

Le spinte esterne ed interne hanno di fatto messo in soffitta gli striscioni dei grandi gruppi, stritolati tra una repressione esasperata ed una continua presa di responsabilità che ormai non potevano più sostenere. I vuoti che si sono creati in molte piazze sono stati colmati con un ritorno alle origini che, visivamente, ha portato ad identificare la curva con un unico striscione, molte volte nominandolo con il settore di appartenenza oppure semplicemente chiamando in causa il nome della città. Sono progressivamente scomparsi i cori riguardanti i gruppi sostituiti da quelli in onore alla città o semplicemente intonando l’inno della squadra. Piccoli grandi mutamenti, inevitabili visti il susseguirsi delle generazioni, ma in alcuni casi la curva, sia a livello estetico sia a livello organizzativo, ha saputo mantenere la propria identità, non rinunciando né al nome né ad una visione di gruppo. Tanto per fare un esempio, i Boys Parma sono ormai da decenni il gruppo guida della Curva Nord così come i vicini delle Teste Quadre hanno mantenuto l’idea di gruppo in senso stretto.

Anche a Pisa, pur con qualche inevitabile correttivo, l’universo ultras è piuttosto frammentato quando si parla di nomi: sugli scudi ci sono ancora Rangers e Sconvolts ma altri gruppi si sono affacciati e restano parecchio attivi all’interno della Curva Nord, aspetto secondo me estremamente positivo per non avere all’interno della medesima curva un’idea comune, un appiattimento di vedute che genera, o comunque può generare, la mancanza di appartenenza alla curva stessa.

In questo pomeriggio il piatto forte sono i festeggiamenti dei Rangers per i loro quarant’anni di vita: verso la fine della prima frazione di gioco, viene aperto il vecchio striscione sormontato dalle bandiere a due aste che riportano l’anno di fondazione, mentre nella parte superiore un secondo striscione fa da contorno alla coreografia.

Curva Nord che si presenta con il solito muro di persone e con i soliti bandieroni che vengono fatti sventolate per tutta la partita. Il tifo è continuo e soprattutto nel secondo tempo, vive di alcune belle fiammate. Qualche torcia viene accesa soprattutto in zona Kapovolti, mentre c’è da segnalare il lungo striscione aperto ad inizio ripresa che prende in esame la vicenda di Stefano Cucchi: inevitabili i cori contro le forze dell’ordine, in un braccio di ferro pratico ed ideologico che, in queste ultime stagioni, si è fatto, se possibile, anche più aspro.

Curva Nord che conferma una certa sensibilità verso quei fatti di cronaca nera, anche non strettamente legati all’ambiente ultras ma che comunque sono meritevoli di attenzione perché, come più volte sottolineato, Stefano Cucchi poteva essere un parente, un amico, un vicino di casa, una persona comune che ha avuto la sfortuna di trovare sulla sua strada le persone sbagliate. E quando si parla di persone sbagliate, includo pure quei medici che hanno tentato di coprire le atrocità commesse da coloro che sono stati effettivamente dichiarati colpevoli.

Capitolo ospiti: la Gradinata Sud vive un buon momento di forma, qualche diffidato ha fatto il proprio ritorno sui gradoni, anche se la serie B è complicata per le trasferte non certo agevoli; questa di Pisa è sicuramente tra le più accessibili ed il pubblico risponde bene. Gli ultras si ritrovano dietro un paio di pezze, il loro tifo sarebbe anche piuttosto continuo ma non vengono supportati dal resto dei presenti, che solo in rare circostanze mostrano una certa predisposizione al tifo. Per quanto riguarda il colore, alcune bandiere vivacizzano il settore mentre una sciarpata, verso la fine della prima frazione, riesce piuttosto bene.

Sul terreno di gioco è la squadra ospite che si traveste da pirata ed incamera i tre punti. Per il Pisa resta l’amaro in bocca per alcune belle parate dell’estremo difensore avversario e per una certa imprecisione sotto porta. Per gli ultras il prossimo appuntamento è per lunedì sera a Trapani, non il massimo per chi lavora ed è costretto a prendersi due giorni di ferie, tralasciando lo sforzo economico da sostenere. Nel calcio degli anni ’80 non sarebbe successo, il progresso ha portato un progressivo scollamento del tifoso dal calcio giocato: quando si avrà la definitiva rottura del giocattolo?

Valerio Poli