Mi lascio alle spalle lo stadio Tre Fontane con il Rieti in festa dopo la vittoria nello spareggio contro il Maccarese e mi dirigo in zona San Basilio. Allo stadio “Francesca Gianni”, casa dell’Atletico Lodigiani, per i playoff del girone G di Serie D, si affrontano Romana ed Ischia che hanno terminato il proprio campionato rispettivamente al terzo e quarto posto in classifica.

La Romana è una compagine di nuovissima formazione, come sta avvenendo un po’ troppo spesso in questi ultimi anni, nata grazie a un cambio di denominazione della Lupa Frascati e al trasferimento di tutte le attività da Frascati a Roma, che pur essendo una metropoli non ha garantito strutture adeguate, tanto da costringere a giocare tutte le gare interne a porte chiuse. Fortunatamente per questi play off la Romana ha trovato asilo nello stadio in cui la storica Lodigiani giocò anche alcune partite di Serie C. Nel quadro di questi vecchi fasti si inserisce anche l’avversario, quell’Ischia neopromosso in quarta seria, con il suo caloroso codazzo di tifosi, che nei suoi giorni di gloria aveva già partecipato per diciotto volte ai vari campionati professionistici di terza e quarta serie.

Pur arrivando una buona mezzora prima in zona stadio, sento già intonare i primi cori poi, una volta messo piede in campo, posso constatare la davvero numerosa presenza ospite, specie se rapportata al relativo valore di questi play off o al viaggio non proprio agevole in termini logistici cui è sottoposto chi parte da un’isola. Decisamente colorati, sia di bandieroni che di bandierine, già prima del fischio d’inizio intonano cori per caricare la squadra intenta nel riscaldamento che, prima di rientrare negli spogliatoi, va a salutarli.

I padroni di casa invece, come prassi di ogni squadra recente e senza storia, hanno al seguito solo semplici appassionati o parenti ed amici di giocatori. Nel corso della gara non intoneranno ovviamente nessun coro, limitandosi ad esultare ai gol della propria squadra. L’unico vero interesse sugli spalti dunque è la tifoseria ischitana, che praticamente gioca in casa però senza l’adrenalina di un confronto.

Con l’entrata delle squadre in campo, la tifoseria campana si fa ulteriormente colorata grazie all’accensione dei fumogeni gialli e blu che creano una densa cortina di fumo, peccato solo sia durata poco per via del vento. Nel primo tempo partono davvero forte e sono autori di un ottimo sostegno canoro, anche abbastanza duraturo, con il colore sempre garantito dai bandieroni e di tanto in tanto da qualche bandiera, inoltre sono davvero numerosi i battimani mentre balzano all’occhio le tante magliette blu con la dicitura “ISCHIA”.

La svolta della partita in campo avviene al ventisettesimo minuto quando, nel giro di undici minuti, la Romana segna tre gol annichilendo di fatto non solo i giocatori in campo ma anche la tifoseria gialloverde, che nonostante tutto cerca di tifare lo stesso, ma con il caldo che si aggiunge al passivo è veramente dura.

Nel secondo tempo gli ospiti cercano di non dar troppo peso al risultato e provano a tifar, riuscendoci molto bene soprattutto nei minuti iniziali, sempre colorando il settore con bandieroni alti e accendendo un fumogeno blu a dare ulteriore spinta al tifo. Nel proseguo della gara l’intensità scende, fanno capolino alcune pause fisiologiche, poi poco prima della mezzora una torcia è l’ultimo sussulto degli ultras prima che i neo-entrati Romagnoli e Minnocci portino il risultato ad un pesante 5-0 che fa inevitabilmente storcere il naso agli ultras.

Al triplice fischio finale, ci pensano i giocatori a stemperare la delusione, recandosi sotto al settore ad applaudire i tifosi e ringraziarli con il lancio delle maglie. Al netto dell’amaro epilogo, l’Ischia da neopromossa ha concluso il campionato al quarto posto, dunque le basi da cui ripartire ci sono tutte, senza farsi troppo prendere dallo sconforto del momento. Per la Romana ulteriore coda di questi playoff che continua domenica, sempre al “Francesca Gianni” contro il Cassino, uscito sorprendentemente trionfante dalla trasferta di Nocera. Gli ultras ischitani invece continuano a cantare mentre stanno uscendo, forse calcolando il valore quasi simbolico di questi play off, i quali conferiscono giusto un coefficiente valido in caso di ripescaggio, che però può altrettanto velocemente essere inficiato dalla burocrazia, dalle credenziali bancarie possedute o non di meno dalla possibilità di giocare in infrastrutture in regola con gli standard richiesti dalla Lega. Se poi infine ci mettiamo pure le squadre B privilegiate dalla politica calcistica, si intuisce che andare in C tramite questi play off è mera utopia.

Marco Gasparri