L’epilogo del campionato di serie D giunge con la ormai classica finale della Poule Scudetto che si disputa in campo neutro e che ogni anno richiama molti appassionati, non solo tifosi delle due squadre. In un primo momento, come ogni anno, la finale si doveva disputare al sabato poi, pur con congruo anticipo, è stata spostata alla cara domenica, quella dell’11 giugno per la precisione. Stesso prezioso anticipo che purtroppo non ha riguardato la scelta della città e dello stadio ospitanti, individuati solo nel tardo pomeriggio di giovedì, a soli tre giorni dal fatidico match, nello stadio “Comunale” di Piancastagnaio, “casa” della Pianese, con tutte le ricadute e le difficoltà logistiche del caso.

Nonostante il poco tempo a disposizione per preparare l’accredito e soprattutto il viaggio, da vero “partitellaro” non mi do certo per vinto e anzi, mi esalto di fronte alle difficoltà che in questo caso, ad essere onesti, non sono poi tantissime, così in men che non si dica riesco a preparare tutto e partire. Guest star d’eccezione e compagno di viaggio sarà l’amico Massimo con il quale, poco prima di mezzogiorno, ci dirigiamo verso Piancastagnaio dove arriviamo con circa un’ora e mezzo di anticipo sul fischio d’inizio della sfida tra Sestri Levante e Sorrento.

A quasi ottocento metri d’altitudine, la giornata si presenta calda ma piacevolmente ventilata, perfetta per disputare un incontro alle 16 del pomeriggio. Oltretutto Piancastagnaio è rodata a certi eventi speciali, visto che già nel 2013 ospitò in questo stesso stadio (al netto dei sopraggiunti restyling) le Final four per l’assegnazione dello scudetto. Dopo le propedeutiche semifinali, fui presente anche io alla finale tra Ischia e Delta Porto Tolle il 25 maggio, sotto una pioggia ed un freddo inusuale per quei mesi.

Dieci anni dopo a contendersi questo prestigioso trofeo sono, come detto, i liguri del Sestri Levante, freschi vincitori del girone A ed i campani del Sorrento, promossi proprio sul filo di lana nel girone G, a discapito della Paganese, dopo un lungo testa a testa risoltosi nell’ultima giornata in virtù dell’inattesa sconfitta degli avversari in quel di Tivoli.

Nella Poule Scudetto i rossoblù hanno superato il proprio raggruppamento vincendo entrambe le sfide con Lumezzane e Legnago ma soprattutto hanno avuto la meglio sulla corazzata Pineto, vincitrice della Coppa Italia oltre che del proprio girone, sconfitta in casa propria e guadagnandosi così l’agognata finale. Non da meno il Sorrento che s’è disfatto di altre due corazzate come Catania e Brindisi senza subire reti ed ribaltando semifinale il Lumezzane con un 2-0 interno seguito alla sconfitta per 2-1 all’andata in Lombardia.

Il margine di anticipo ci permette pure di fare un giro all’esterno dell’impianto dove ci sono già molti tifosi sorrentini bandiere alla mano, ma anche diversi liguri. Ritemprandoci in un bar nei pressi dello stadio, riusciamo a vedere anche l’arrivo di un pullman di ultras sestresi che, una volta scesi dal mezzo, si fanno notare per l’accensione di diverse torce e fumogeni per riscaldare ma anche compattare l’ambiente e scaricare l’adrenalina dovuta al lungo viaggio.

Anche per noi è tempo di andare e grazie alla prontezza di un dirigente della Pianese, espletiamo tutte le formalità e in breve siamo in campo. Fermandomi a guardare gli spalti e focalizzando tutti i cambiamenti avvenuti in questi dieci anni, figli d’altronde della scalata della Pianese alla terza serie, non trovo troppo modificata la morfologia dello stadio. Praticamente le due tribune sono sempre le stesse, solo che in quella scoperta è stata completamente rifatta la recinzione che divide gli spalti dal campo e sistemati dei seggiolini, oltre alle varie sale che in terza serie non possono mancare pena l’inagibilità.

Gli ultras di Sestri Levante, dei quali avevo già ricavato una buona impressione quest’anno nella sfida in casa contro il Legnano, vengono destinati alla tribuna coperta, dove sistemati tutti gli striscioni cominciano a farsi sentire con qualche coro e vedere grazie allo sventolio delle bandiere e di diversi stendardi a colorare il settore. A ridosso del fischio d’inizio entrano pure gli ultras campani che, subito dopo aver varcato il cancello d’entrata, si compattano e raggiungono tutti insieme la parte centrale della tribuna scoperta dove attaccano gli stendardi alla recinzione, accendendo una torcia che esalta ancora di più questi momenti.

Subito dopo sono le squadre ad entrare in campo ed entrambi i settori si colorano: i liguri espongono un mini-bandierone a bande verticali rossoblù con sopra scritto SESTRI SIAMO NOI sotto il quale accendono una torcia; invece i campani propongono lo sventolio delle bandiere e l’accensione di un paio di torce. Pronti via e dopo solo due minuti il Sestri Levante passa in vantaggio grazie a capitan Pane, per la gioia dei propri sostenitori che oltre ad esultare, accendono nuovamente una torcia.

Inutile dire che nel proseguo della gara entrambe le tifoserie si fanno valere, incitando le rispettive formazioni continuamente, incuranti del caldo che incide soprattutto sulla parte dei campani il cui settore è completamente esposto al sole. Si notano anche delle particolari differenze tra le due tifoserie, con i liguri che cantano più linearmente, mentre i campani effettuano diversi cori a rispondere con meno enfasi e più tranquillità; inoltre, soprattutto nella prima parte di gara, effettuano cori accompagnati da battimani a tutto settore e non mancano i cori secchi, meno assidui ma che comunque ci sono. I sorrentini si abbandonano anche alla pirotecnica con l’accensione di un paio di torce in momenti diversi della gara, mentre i rossoblù alla mezzora effettuano una sciarpata, non troppo fitta ma che si nota, soprattutto perché la integrano con lo sventolio delle bandiere, che caratterizzano entrambe le tifoserie durante tutta la prima frazione: molto belle soprattutto quelle riportanti l’effige del corsaro, soprannome della tifoseria sestrese.

Sul finire del primo tempo Gaetani riesce a ristabilire la parità e fa esultare la porzione di settore occupata dagli ultras campani, che continuano a tifare almeno per una buona metà dell’intervallo. Nel secondo tempo, passati nemmeno quattro minuti il bomber argentino Marquez dapprima porta in vantaggio il Sestri Levante, poi sigla il gol del definitivo 3-1 qualche minuto dopo, consegnando di fatto lo scudetto alla sua squadra. Sul primo gol non tutti i tifosi sestresi sono presenti sugli spalti, ma chi c’è festeggia anche per chi si è attardato al bar. Prima del terzo gol c’è anche il tempo per un altro bandierone a bande rossoblù orizzontali e la scritta “AMAMI ANCORA” che, come il bandierone iniziale, offre una torcia alla vista, una volta ammainato ed incredibilmente anche un terzo gol a distanza ravvicinata per chi invece smesso il grosso telo, butta l’occhio in campo. Un trenino itinerante concede un momento faceto e una volta terminato, sfalda un po’ la compattezza della tifoseria che il lanciacori, con molta bravura, coordina e risistema.

Da questo momento in poi, gli ultras liguri viaggiano sulle ali dell’entusiasmo ed incitano in maniera costante la squadra con numerosi battimani che trasmettono tutto il calore possibile, unitamente all’ennesima torcia che, con il bandierone del gruppo PIESSE sempre in alto, offre anche un bel tocco di colore. Alla mezzora effettuano una nuova sciarpata, questa volta più fitta rispetto a quella proposta nella prima frazione ed i risultati non possono che essere positivi, maggiormente se a sventolare non sono solo le sciarpe ma anche le bandiere, gli stendardi e le bandierine, tanto da rendere il settore estremamente colorato, per poi continuare a tifare fino alla fine della partita e del conseguente triplice fischio dell’arbitro.

Dalla parte opposta i sorrentini non vogliono essere da meno anche se l’uno-due di Marquez in appena sei minuti taglia un pochino le gambe ai giocatori e la voce agli ultras, che qualche pausa la fanno notare, ma poi con tutto l’orgoglio possibile cercano di compattarsi e riprendere a tifare come se nulla fosse, continuando a colorare il settore grazie allo sventolio delle bandiere ed all’accensione di un paio di torce in questa seconda parte di gara. Sono autori di numerosi battimani, alcuni effettuati a braccia alzate ed incitano i propri beniamini praticamente sempre, non facendo più pause nonostante il doppio svantaggio.

Dopo quattro minuti di recupero l’arbitro manda tutti negli spogliatoi e può iniziare, sia in campo che sugli spalti, la festa dei liguri capaci d’iscrivere il proprio nome sull’albo d’oro della competizione, mentre per il Sorrento è la seconda sconfitta in finale dopo quella proprio contro la Paganese nella stagione 2005-2006, con gli spalti allora chiusi al pubblico per la vergognosa decisione dalla questura campana. Comunque, nemmeno nel settore sorrentino si perde la voglia di continuare a cantare, anzi si continuano ad accendere torce e sostenere i propri beniamini come ringraziamento per la bella stagione appena conclusa, culminata con la promozione in serie C.

Dalla parte opposta ovviamente i festeggiamenti sono più prolungati, per il consueto rito che dapprima vede la consegna delle medaglie celebrative e poi l’alzata della Coppa. Gli ultras rossoblù cantano ed applaudono felici come non mai per questo bel trofeo appena conquistato, che capitan Pane alza al cielo festeggiando con tutti i compagni e la dirigenza, coinvolgendo anche gli ultras sugli spalti cui viene simbolicamente consegnata la coppa e ai quali, infine, vengono lanciate pure le magliette per ringraziarli del ruolo avuto in questa annata. Pure i sorrentini, una volta fuori continuano a farsi notare grazie all’esplosione di un grosso petardo e all’accensione di un fumogeno arancione, che attira anche l’attenzione dei presenti ancora dentro all’impianto.

Una partita nel complesso bella, positiva con due tifoserie che avevano voglia e forza per cantare e cercare di fare meglio una dell’altra ed il risultato finale non può non essere ottimo, d’altronde queste particolari gare di fine stagione riservano sempre delle belle sorprese. Sestri Levante dopo più di settanta anni ritrova la terza serie, questa volta veramente e non come la vittoria utopica nella finale play off di serie D 2014-15 di Foligno contro il Monopoli, dove i corsari seppur vincenti per 1-0 rinunciarono alla promozione via ripescaggio. Questa volta la promozione è realtà e sarà interessante vedere una tifoseria come quella corsara, districarsi con squadre dall’indubbio blasone e tifoserie navigate e con numeri importanti, oltre a trasferte più o meno lunghe e complicate a livello gestionale come quelle sarde.

I campani sono ormai habitué dei campionati di terza serie, essendoci già stati negli anni duemila, ma a differenza di allora, la burocrazia italiana ha già messo in preallarme per lo stadio “Italia”, giudicato inidoneo per un campionato di terza serie con lo spettro dell’ennesimo trasloco che pone dinanzi nuovi sacrifici ai danni dei tifosi. E meno male, come dicevano lor signori, che il calcio è dei tifosi… pensa se non lo fosse!

Lasciamo lo stadio e la città di Piancastagnaio non prima di aver salutato l’infaticabile dirigente della Pianese messosi completamente a disposizione per garantirci di lavorare nel migliore modo possibile, esserci bevuti una birra davanti alla quale scambiare le ultime considerazioni sulle tifoserie viste all’opera nella gara odierna. Non resta che riprendere la macchina e con essa la via di casa, stanchi per le fatiche accumulate in questa lunga stagione ma altrettanti felici per tutta la bellezza, le storie, le tifoserie vissute.

Marco Gasparri