Era la stagione 2013/2014 quando il sottoscritto presenziò per l’ultima volta allo Stadio Mazza di Ferrara. Ci ritorno quest’oggi, dopo la doppia scalata dalla serie C alla serie A, con l’impianto intitolato allo storico presidente biancazzurro che ha subito un profondo maquillage, con modifiche che termineranno la prossima stagione con la costruzione dei “curvini” di congiunzione da un settore all’altro, portando la capienza dagli attuali 13.000 a 16000 posti.
Ho sempre apprezzato gli stadi nel centro delle nostre città, quello di Ferrara è uno di questi: mentre nei salotti televisivi continuano il martellante messaggio di costruzione di nuovi stadi, la maggior parte dei quali cattedrali nel deserto, qui si ha ancora la splendida immagine del calcio di una volta, con svariati tifosi di tutte le età che giungono al Mazza in bicicletta.
Il ritrovato entusiasmo in casa Spal s’intravvede anche sul colpo d’occhio: i 13.000 posti totali sono occupate da 12.522 persone, grazie anche all’ottimo impatto del settore ospiti, riempito da circa 1.500 tifosi del Torino.
“TUTTI UNITI PER QUESTA MAGLIA, FINO ALLA FINE DAREMO BATTAGLIA” è lo striscione di apertura per la Curva Ovest di casa, veramente colorata in ogni angolo del settore popolare ferrarese. Devo dire che lo striscione, ha rispettato in pieno la prestazione canora degli ultras: nonostante il passivo di 0-2 dopo i primi 10 minuti, li ho sempre visti cantare per la loro squadra, dal classico “FORZA SPAL” al “La Curva Ovest tifa con amore”, al “segna per noi” che sembra dare una scossa positiva alla loro squadra in campo. Nella ripresa aumentano i decibel nel pubblico di casa, grazie anche ai vari attacchi della squadra sotto il loro settore, che saranno premiati dal pareggio su rigore di Antenucci. Uditi sia cori per la città che per i diffidati.
Sul piano visivo, doveroso citare in partenza il bandierone di Federico Aldrovandi, “censurato” nella trasferta all’Olimpico di Roma in quanto, per alcuni “tutori dell’ordine”, il volto di questo povero ragazzo risulta offensivo e provocatorio, quando forse l’unica cosa provocatoria che c’è è il costante tentativo della rimozione della memoria storica.
Bello lo sventolio dei bandieroni biancazzurri nella parte bassa della curva, unita anche all’esposizione di svariati due aste in ogni angolo del settore. Molto bella anche la sciarpata nella parte finale del primo tempo, con la quasi totalità della curva che partecipa. Svariati battimani eseguiti durante tutta la partita, molto apprezzabile, secondo il mio gusto, la presenza del tamburo che coordina i cori della Ovest. Da segnalare anche l’esposizione di due striscioni: uno di sostegno nei confronti di una bambina della provincia di Ferrara che, causa una malattia rara, è oggetto di numerose cure molto costose; il secondo è in omaggio ad un ultras ferrarese non più tra loro.
Come detto in precedenza sono circa 1.500 i tifosi granata nel settore ospiti. Dietro all’immancabile striscione degli Ultras, fanno spazio gli striscioni di svariate sezioni di tifosi granata giunte da ogni angolo d’Italia. Nel tifo ospite si nota la distinzione ultras/semplice tifoso, difatti per buona parte della partita il seguito dei cori avviene principalmente nella zona centrale e solamente in poche occasioni verrà coinvolto l’intero settore, al classico “forza vecchio cuore granata” ed in occasione di cori contro la Juventus.
Sul piano visivo cito lo sventolio di 4 bandieroni per tutto l’arco della partita e una doppia sciarpata della parte centrale: una volta nel primo tempo e l’altra nella ripresa. Anche per i vari battimani ritorno al discorso della sciarpata: principalmente nella zona centrale.
Tra le due tifoserie tutto tranquillo: ognuno ha tifato per la propria squadra. Vista la mia presenza in quel di Ferrara, e vista la concomitanza delle feste, non solo voglio augurare buone feste a tutti i nostri lettori, ma voglio augurare buone feste anche alla famiglia Aldrovandi, famiglia ferrarese che da 10 anni non conosce pace, viste le incredibili vicende che stanno accadendo in ogni stadio del nostro paese, laddove spesso il tanto citato articolo 21 della nostra Costituzione, proprio nei giorni del 70° anniversario della sua stesura, viene bellamente calpestato assieme al ricordo di Federico.
Testo di Francesco Passarelli.
Foto di Luigi Bisio.