Evidentemente  ellino  non  è  il  mio  presidente!

Mentre cade il compleanno dei centotto anni del Brescia (come sempre fra l’indifferenza generale), ci ritroviamo a decidere del nostro futuro, mai come quest’anno così incerto e difficile.

Dopo tanti campionati condizionati da tessera del tifoso, Art. 9, divieti, permessi, autorizzazioni, ecc., provvedimenti questi che ci hanno piegato (ma non ancora spezzato!) e costretto a un doveroso ridimensionamento (e anche a un repentino, sofferto cambio di settore), e nonostante la recente, inaspettata promozione, ci troviamo in una situazione senza apparente via di uscita.

L’anno prossimo, infatti, ben difficilmente potremo seguire la nostra amata Leonessa per l’intero campionato, sia nel corso delle trasferte (e questa non è una novità), sia durante le partite casalinghe (e questa è un’aberrazione!).

Il fatto che -in maniera incomprensibile e ostinata- il nuovo presidente abbia voluto mantenere l’abbonamento “agganciato” alla tessera del tifoso, nonostante i nostri ripetuti “appelli” e sebbene questa condizione non sia più prevista -o addirittura osteggiata per esteso- perfino dal protocollo d’intesa firmato da Lega, FIGC, Ministero dell’Interno, Presidenza del Consiglio, Ministro per lo Sport, ecc., che obbliga le società ad affrancarsi dalla famigerata e deleteria tessera, ci mette in una condizione di sospensione inaccettabile e -quantomeno- discutibile.

Quest’anno, infatti, ben difficilmente potremo comprare i singoli biglietti delle partite casalinghe come abbiamo fatto l’anno scorso per una cifra già di per sé considerevole (la matematica non è un’opinione).

Così, dopo tanti anni di sacrifici, di gioie e dolori, di tifo incessante e a tratti spettacolare, di battaglie per/con la Leonessa, di iniziative atte ad avvicinare i cittadini bresciani ai nostri colori, ci ritroviamo in pratica fuori dai giochi.

Questa volta però la repressione, l’intolleranza del sistema e il calcio moderno che abbiamo sempre contrastato non c’entrano tanto.

C’entrano molto di più l’arroganza, l’ignoranza, l’ingordigia e la malafede di un presidente che evidentemente non sopporta le critiche, nemmeno quelle più costruttive.

Non ha gradito ad esempio le nostre proteste contro il codice etico, vero e proprio strumento di repressione dalle potenzialità devastanti, soprattutto se posto nelle mani di certi presidenti-banditi; le nostre contestazioni contro il nuovo simbolo, inventato di sana pianta e imposto al “grande pubblico” per ragioni puramente commerciali (a quando la “rivisitazione” della nostra Maglia biancoblù con la “V” sul petto?); le nostre riflessioni portate per avvicinare al Brescia -e fidelizzare a lungo termine- le famiglie e il maggior numero di cittadini/tifosi bresciani, magari grazie a un prezzo del biglietto veramente popolare; le nostre critiche per una figura -quella dello SLO- ampiamente sottovalutata, tanto da delegarla a un personaggio ambiguo (per usare un eufemismo) conosciuto in città più per i suoi voltafaccia che per altro (a proposito, dopo un anno sabbatico sembra ritornato in auge per la nuova stagione; riflettiamo gente, riflettiamo…).

Certo, fin dall’inizio la parola d’ordine di “Cellino & Company” è sempre stata la stessa: bu$iness.

E non è possibile fare soldi nel calcio di oggi se qualcuno al di fuori della società si impegna nel difendere la storia, le tradizioni e soprattutto l’identità della propria squadra di calcio (la famiglia Corioni questo l’ha capito presto, grazie a noi e a pochi altri).

Vi garantiamo però che nessuno di noi avrebbe mai pensato a un tentativo così palese di estromissione, sebbene già l’anno scorso fossero trapelate certe intenzioni, caratterizzate dalla chiusura di un settore (il nostro) ampiamente agibile, come dimostrato dall’ultima partita casalinga.

Per chi non riesce a capire la nostra amarezza, e per evitare le consuete strumentalizzazioni, traduciamo in sintesi:

-è stata una nostra scelta ripudiare la tessera (i motivi sono tanti, e sono tutti risaputi);

-non l’abbiamo mai fatta sebbene sapessimo esattamente cosa avrebbe comportato questo rifiuto;

-non l’avremmo fatta nemmeno se avessimo saputo che un giorno sarebbe stata utilizzata da un presidente per metterci all’angolo, proprio come sta accadendo oggi (semmai questa è una ragione in più per schifarla);

-non la faremo nonostante sia stata “svuotata” dei suoi peggiori intenti, e questo solo grazie ai ricorsi degli avvocati e alle battaglie Ultras;

non è più obbligatoria, tant’è che sempre più società la separano ormai dall’abbonamento.

Inoltre:

-Cellino ha portato la Gradinata Bassa a cinquecento euro (sigh!), pur sapendo che lì c’era un gruppo Ultras -il nostro- in pianta stabile da moltissimi anni (o forse proprio per questo), e prima di noi c’erano stati altri gruppi alle nostre stesse condizioni;

non ci è stata prospettata alcuna alternativa;

-naturalmente non abbiamo pretese, né facciamo vittimismo, ma bisognerebbe riconoscere che allo stadio ci siamo sempre stati (in ogni modo a Brescia siamo il gruppo più longevo di sempre, che piaccia oppure no);

-abbiamo sempre tifato per la Leonessa e per la Maglia, soprattutto quando le cose andavano male (e non parliamo solo dell’era Cellino);

-abbiamo sempre colorato il settore, in ogni partita;

-abbiamo sempre onorato tutte le trasferte a noi aperte, anche quelle più lontane e difficoltose.

Alla pari di molti altri, crediamo per questo di meritare un minimo di rispetto e considerazione.

Inoltre, il traguardo raggiunto (tutti insieme, non lo dimentichiamo!), per quanto importante, non attribuisce a nessuno il diritto “di vita o di morte” su chicchessia, nemmeno su chi -in questo calcio moderno- conta sempre meno e paga sempre più spesso per errori e scelte di cui non è responsabile.

Abbiamo già ringraziato pubblicamente la società per aver riportato il Brescia in serie A, e l’ultima cosa che abbiamo in mente di fare in questo momento è proprio quella di aprire una nuova disputa con l’attuale presidente, per questo ci auguriamo che alla fine prevalga il buonsenso.

Di certo, faremo tutto possibile affinché il nostro -inevitabile- malcontento non incida sulle prestazioni della squadra; ma sia chiara una cosa: Cellino non è Dio, e nemmeno un eroe greco, attenzione quindi a mitizzarlo.

Cellino è piuttosto uno dei tanti presidenti “moderni” che scelgono una società più per il suo potenziale economico che per altro.

Ogni successo sportivo che ottiene si traduce in denaro e potere, per lui e pochi altri.

Grazie a Dio, ai tifosi non interessano certe speculazioni di carattere economico/imprenditoriale. Ai tifosi piace fantasticare, e -possibilmente- vivere sugli spalti quei momenti, quelle congiunture che a volte trasformano magicamente i sogni in realtà.

Francamente, piacerebbe anche a noi continuare a vivere certe emozioni insieme a tutti gli altri tifosi del Brescia, quantomeno al Rigamonti, la nostra seconda casa.

Ultima cosa: questo tentativo -sempre più evidente- di epurazione dovrebbe far riflettere molte più persone di quante siano colpite.

Oggi infatti tocca a noi e a pochi altri, ma domani…?

Sinceramente, nemmeno Corioni in venti anni e più di contestazioni –anche feroci– era arrivato a tanto (riflettiamo gente, riflettiamo…).

Del resto, una ragione ci sarà se Cellino è dovuto scappare dall’Inghilterra mettendosi le gambe in spalla.

Evidentemente là non è riuscito a fare i propri porci comodi, anche perché per quanto discutibili gli inglesi sono attaccati in modo maniacale al destino del loro Club -non solo a parole, e difendono la propria storia e le proprie tradizioni con coerenza e determinazione, senza farsi calpestare o incantare dal primo avventuriero che passa.

Per terminare, sebbene la parola fine non sia stata ancora scritta per noi, è giunto il momento di decidere da che parte stare.

Naturalmente, per un gruppo come il nostro la scelta è facile: come sempre staremo -finché potremo- dalla parte del Brescia e dei tifosi biancoblù, soprattutto di quelli che quest’anno faranno molta fatica ad accedere al Rigamonti.

Tifosi questi che forse non saranno tanti, ma di certo ci saranno sempre, comunque vada e anche quando Cellino sarà un pallido ricordo.

Per questo proveremo ancora una volta a far valere le nostre ragioni, a costo di passare per l’ennesima volta come i “soliti cagacazzi”.

Quei “cagacazzi” che in passato però hanno spesso avuto ragione (perfino con largo anticipo) anche riguardo alle circostanze più tragiche e meno evidenti (riflettiamo gente, riflettiamo…).

Ovviamente, speriamo questa volta di sbagliarci, e soprattutto ci auguriamo che nessuno metta in discussione le nostre ragioni, mai come questa volta legittime e sincere.

Anche perché noi c’eravamo, ci siamo e ci saremo, come sempre a modo nostro.

Oltre la categoria: Avanti Ultras! Avanti Brescia! Avanti e basta!

Ultras Brescia 1911 Ex-Curva Nord

Brescia 20/07/2019