Dopo ben 12 anni di attesa Rimini e Vis Pesaro tornano a confrontarsi in un incontro ufficiale. Le due formazioni, entrambe relegate nel campionato di serie D, sono state accoppiate per i 32esimi di Coppa Italia di categoria. Dopo aver passato i turni precedenti, il tabellone (che prevede gara unica, ad eliminazione diretta) ha stabilito che sarà il Rimini a giocare tra le mura amiche.

Appena stabilita la data dalla Lega di Serie D le due società, anche su pressione delle rispettive tifoserie, hanno provato a spostare l’orario per avere una maggiore affluenza di pubblico, rispetto alle penalizzanti ore 15 di un giorno lavorativo. Dopo qualche giorno di attesa però, la Lega ha confermato l’orario stabilito e ci si è aggiunta anche la questura che ha imposto per i tifosi ospiti un solo giorno di prevendita, con biglietti nominativi e conseguente divieto di vendita di biglietti del settore ospiti in quel di Rimini.

Condizioni sicuramente sfavorevoli per i marchigiani che comunque si presentati in 50/60 unità al “Romeo Neri”. Un derby che pur mancando per troppi anni, non ha comunque perso il suo fascino. Lontani gli anni ’90/2000 della vecchia Serie C2 quando, all’uscita dei calendari, la partita andava cerchiata in rosso già sognando la coreografia più bella da mostrare o le trasferte in treno, coronate dall’immancabile corteo dalla stazione allo stadio.

Quest’oggi i numeri sono decisamente inferiori rispetto al passato, i giornali dell’indomani diranno che sono state 700 le persone che hanno voluto essere presenti a questa partita, con tanti ragazzi delle nuove generazioni per cui la sfida risulterà del tutto inedita, appartenente alla sfera del passato o al massimo della tradizione orale.

I racconti che dai vecchi passano ai giovani tramandano le gesta che nel passato avevano reso epica questa sfida, come quella volta che dal settore ospite di Rimini scavalcò il famoso “Messicano”, un tifoso pesarese vestito tutto di biancorosso, con un sombrero in testa, per gettare del sale in campo come rito scaramantico. Puntualmente dal settore locale un giovane ultras, con un gesto rapido, riuscì a scavalcare e affrontare corpo a corpo lo “straniero”, prima che la polizia riuscisse a fatica a separarli e portarli in questura.

Oltre ai vari racconti di sfottò o scaramucce, non mancano racconti di rispetto tra ultras, come quella volta che i Riminesi in trasferta a Pesaro confezionarono uno striscione dedicato a Filippone, ultras Pesarese prematuramente scomparso.

Tornado a oggi, gli ospiti giunti nella città Riminese, controllati a vista dalle forze dell’ordine, arrivano nel settore pochi minuti prima del fischio d’inizio. Appena appesi i loro drappi, si compattano e partono con i primi cori offensivi verso i dirimpettai, molti per la verità ancora fuori il proprio settore per marcare il territorio .

Non a caso i primi dieci minuti di tifo hanno un’impronta più marcata nel settore ospite, laddove i presenti riescono a rimanere compatti e uniti praticamente per tutti i 90 minuti di gioco. Ovviamente alla distanza il loro tifo perde di intensità, vuoi per il risultato sul campo che arride ai riminesi e vuoi anche perché a cantare sono una 50ina di persone che, con le tribune veramente lontane dal terreno di gioco, finiscono inevitabilmente e fisiologicamente per calare.

Anche nella Curva Est di casa il numero è decisamente buono, considerando l’orario lavorativo. Lo zoccolo duro a centro curva risulta bello compatto e grintoso: avere finalmente di fronte una tifoseria con cui confrontarsi aumenta decisamente gli stimoli.

Nell’arco dei novanta minuti, sia da una parte che dall’altra, tanti bei battimani. La Curva Est risulta più colorata dall’uso dei soliti bandieroni e da una sciarpata nel secondo tempo. Tra i vari striscioni appesi dai Riminesi si nota quello degli amici di Cattolica, giunti dalla vicina città per rinsaldare il legame di amicizia che li lega ai padroni di casa.

Dalla Est vengono riproposti vecchi cori di sfottò all’indirizzo degli ospiti per esorcizzare l’attesa che separa dal triplice fischio dell’arbitro e che sancirebbe la vittoria e il conseguente passaggio al turno successivo per il Rimini .

In questi anni deludenti per Rimini, fra fallimenti, mancate iscrizioni e la ripartenza dal campionato di Eccellenza della scorsa stagione, la vittoria è una consolazione pur minima che comunque fa rivivere un po’ di entusiasmo e di fasti del passato a una piazza tanto bistrattata dalla sorte.

A fine partita tutta la squadra di casa si porta sotto il settore dei propri tifosi per i festeggiamenti di rito, proprio mentre i Pesaresi lasciano il proprio settore. Visto anche il corposo dispiegamento di forze dell’ordine, anche all’esterno dello stadio tutto fila liscio.

Gilberto Poggi.