5 maggio 2024. Questa data che per molti non dirà nulla, per la Cava de’ Tirreni sportiva, mai come in questo caso, rappresenta e rappresenterà per sempre un momento storico indimenticabile. Quando nell’agosto dell’anno scorso la squadra metelliana era ai nastri di partenza del nuovo campionato di serie D, l’ambiente e in generale tutta la città si presentava scettica e altamente scottata dal tragico epilogo della stagione precedente. Come è risaputo, infatti, i biancoblu erano stati artefici di un vero e proprio harakiri prima facendosi recuperare dal Brindisi nelle ultime giornate e poi perdendo addirittura lo spareggio decisivo sempre contro la compagine pugliese. Se a questo poi si aggiungono i pessimi risultati sportivi e gli anonimi campionati degli ultimi 10/15 anni, è facile comprendere come nessuno si aspettasse che quello che stava per arrivare sarebbe stato un anno da incorniciare. La squadra del patron Lamberti, inserita questa volta nel girone G, si è resa protagonista di una cavalcata senza precedenti, guidando la classifica dalla prima giornata e riuscendo ad ottenere la promozione diretta con ben quattro giornate d’anticipo.

Se già nelle scorse settimane il popolo biancoblu si è lasciato andare a momenti di gioia e di tripudio, si pensi al ritorno dalla trasferta sarda dove la squadra era stata accolta da oltre tremila supporter, la gara di oggi contro il San Marzano è quella che suggella definitivamente l’obiettivo conquistato e l’intera città è vestita a festa per abbracciare i suoi beniamini. Girovagando per le strade cavensi, infatti, non c’è un angolo o un balcone che non sia tinto di biancoblu con centinaia di bandiere che sventolano fiere e migliaia di nastri che addobbano il centro così come le numerose frazioni. Per chi non è abituato a vivere tali momenti, me in primis, sembra quasi di essere proiettati in una dimensione onirica dalla quale non si vuole uscire ma che anzi si desidera assaporare fino all’ultimo secondo.

Venendo alla gara, la sfida è stata posticipata alle ore 17 in modo da permettere a tutti i tifosi, una volta terminata, di poter raggiungere in corteo piazza Amabile, luogo designato per la festa organizzata e finanziata interamente dal tifo organizzato stesso. Messo piede intorno alle 16 sulla pista del “Simonetta Lamberti”, quindi, si può scorgere fin da subito l’aria gioiosa che si respira con gran parte dell’impianto già gremito. Per l’occasione, inoltre, è esposto uno striscione di oltre 300 metri che recita una frase tanto lunga quanto significativa che sintetizza (si fa per dire) le ultime vicissitudini della Cavese e dei suoi irriducibili sostenitori: “A chi ha mantenuto sempre accesa la fiamma della passione, dai tempi gloriosi ai campi polverosi… A chi attraverso la Cavese ha creato un legame profondo con la nostra amata terra… A chi grazie ad essa rinsalda le proprie radici in ogni parte del mondo… A chi ha potuto festeggiarla una sola notte segnando per sempre la nostra storia… A chi durante la tempesta è stato sempre sui gradini, a chi ha perso la libertà per difendere questi colori, a chi oltre tutto ti ha amato follemente… Dietro le nuvole il sole risplende su questa mitica valle e la sua magica gente”.

Il bello però deve ancora venire. All’entrata in campo dei ventidue, l’intero stadio si colora di biancoblu con centinaia di fumogeni che vengono accesi contemporaneamente in tutti i settori tanto da ricordare, con le giuste proporzioni, i catini infernali degli stadi sudamericani. Si tratta di una coreografia che, almeno a Cava de’ Tirreni, non ha precedenti e per quanto si respiri a fatica non posso non emozionarmi e sentirmi orgoglioso di essere proprio sul prato del “Lamberti” a riprendere tutto, consapevole di star vivendo un momento irripetibile.

Il match, che passa in secondo piano, si rivela a dir poco combattuto, tant’è che gli ospiti riescono addirittura a chiudere in vantaggio il primo tempo con un gol rocambolesco che fa esplodere i circa 50 sostenitori giunti dalla vicina San Marzano. A tal proposito va segnalato lo striscione esposto dai tifosi blaugrana “I ragazzi salutano Cava” (con tanto di C evidenziata in rosso) che, a dire il vero, mi lascia abbastanza sorpreso tenendo conto che, storicamente, la zona dell’agro ha sempre avuto legami più stretti, calcistici e non, con la limitrofa Nocera. Si sa, tuttavia, come spesso le situazioni col tempo possano variare soprattutto per una tifoseria, come quella del San Marzano, che si può definire “recente” e che negli ultimi anni, grazie ai buoni risultati raggiunti, sta cercando di crearsi una propria identità, cosa di cui gli va dato atto e merito.

Per quanto concerne il tifo di casa, invece, si contano ben oltre cinquemila spettatori e la Curva Sud “Catello Mari” appare piena oltremodo, probabilmente anche più della capienza ufficiale. È facile, pertanto, immaginare la grande prestazione canora, con canti, battimani e mani alzate che si susseguono ininterrottamente, accompagnati da decine e decine di torce accese praticamente ogni istante. Il tutto aumenta ancor di più quando, nella seconda frazione, la Cavese riesce a rimontare il risultato portandosi sul due a uno. Il settore caldo così chiama a raccolta l’intero stadio, che si cimenta nello storico “Dale Cavese” e in due nuovi cori che ormai, nella valle metelliana, sono già un tormentone.

Al triplice fischio i calciatori si recano, ancora una volta, sotto la Curva Sud a prendersi il meritato applauso con tanto di coppa e di spumante. Non può mancare, infine, il “Zumb Zumb uaglio”, altro motivo celebre qui a Cava de’ Tirreni. Subito dopo tutti i sostenitori escono dallo stadio per un maestoso corteo a cui, purtroppo, non ho la possibilità di assistere. Mi aspetta di lì a poco un aereo pronto a portarmi lontano ma, è proprio mentre saluto idealmente e “manzonianamente” i miei monti, che mi sopraggiunge un senso di malinconia mista a felicità, perché finalmente dopo decenni di delusioni ho avuto modo di vedere persone di ogni età, ma soprattutto tanti bambini, piangere di gioia. Qualcuno, non a caso, ha detto che su Cava de’ Tirreni è tornato a splendere di nuovo il sole, io più poeticamente dico “dopo tanta nebbia, a una a una, si svelano le stelle”. Ed è così, per la Cavese è iniziato ufficialmente un nuovo corso con un futuro tutto da scrivere e un campionato, quello prossimo, che si prevede più agguerrito e affascinante che mai.

Vincenzo Amore