Fabrizio Carta e Mauro Garau, avvocati cagliaritani, si rivolgono alla Procura Federale [Laura Puddu]

Mario-Macalli“L’intento è quello di dar voce alle ragioni della nostra Terra presso le competenti autorità di Giustizia Sportiva e indurre i vertici delle istituzioni federali a una doverosa riflessione e presa di posizione sul punto”, così a Cagliari Globalist Fabrizio Carta e Mauro Garau, due avvocati cagliaritani che hanno presentato un esposto in Procura nei confronti di Mario Macalli, Presidente della Lega Pro.

Tutto ha inizio domenica 10 novembre. Previsto in Prima Divisione di Lega Pro il derby Nocerina Salernitana. Durante la notte che precede l’incontro, i giocatori della Nocerina ricevono minacce da parte dei tifosi e chiedono alla squadra di non giocare. La partita inizia con quaranta minuti di ritardo, poi tre cambi immediatamente e cinque infortuni: gli ospiti restano in sei e l’arbitro è costretto a interrompere la gara. Sulla vicenda interviene poi Mario Macalli, Presidente della Lega Pro, che afferma: “Come si fa a far arrivate duecento tifosi sotto l’albergo? Me lo spieghi il questore. Altrimenti venga trasferito sulle montagne sarde“. Dopo le sue parole, l’indignazione da parte di tutti i sardi. Ma come? La Lega impone regole ferree quest’anno per combattere la discriminazione territoriale e poi Macalli è il primo a non rispettarle? Ecco perché gli avvocati Carta e Garau hanno presentato l’esposto in Procura Federale. “In un momento in cui la Federazione sembra voler combattere con vigore la discriminazione territoriale – affermano – ritenendo che tale vigore debba coinvolgere non solo il gradino ‘più basso’ del contesto calcistico (i tifosi, che meriterebbero maggior rispetto,) ma anche i vertici delle istituzioni sportive, abbiamo ritenuto opportuno intervenire in questo modo”.

Nell’esposto si legge: L’affermazione, un vero e proprio “j’accuse” contro il Questore di Salerno, si distingue per il (singolare) provvedimento punitivo che il Presidente Macalli propone nei confronti del funzionario pubblico: cosicché, di fronte a omissioni o errori nell’esercizio delle proprie funzioni, la montagna sarda rappresenti il giusto ammonimento per il “colpevole”. L’indubbia accezione negativa della locuzione “altrimenti venga trasferito nelle montagne sarde” non solo è discutibile sul piano contenutistico, semantico ed etico, irrilevante ai nostri fini, ma costituisce espressione di quella “discriminazione territoriale” di cui all’art. 11 del Codice di Giustizia Sportiva, che la Federazione sembra voler combattere con tanto ardore.

E inoltre: Pur emergendo dal tenore letterale dell’art. 11 che tra i destinatari della norma non vi rientrino i vertici delle Leghe e delle Federazioni, si ritiene che la condotta oggetto del presente esposto rilevi non solo sotto il profilo etico ma anche sotto il profilo dell’Ordinamento sportivo del giuoco calcio. Nello specifico, posto che come detto sopra le affermazioni provenienti dal Presidente Macalli sono una chiara espressione di discriminazione territoriale verso una popolazione del nostro territorio nazionale, discriminazione territoriale espressamente sanzionata dal Codice di Giustizia Sportiva, considerato che le Leghe, seppur enti di diritto privato, rientrano tra i soggetti dell’ordinamento federale e considerato che lo stesso Statuto della Lega Italiana Calcio Professionistico statuisce che i propri membri siano tenuti all’osservanza delle disposizioni sull’ordinamento federale, si richiede che vengano effettuate le opportune indagini per accertare i fatti così come descritti, al fine di procedere al deferimento.

[Fonte: Globalist]