Dopo la serataccia dell’Olimpico, paragonabile allo sbarco temporaneo sul confine turco-siriano (con tanto di check-in e posti di blocco), mi ributto immediatamente nel calderone del pallone, forse proprio per scrollarmi di dosso quella sensazione di schifo e d’impotenza provata ventiquattro ore prima nella Capitale.

Il Matusa riapre ufficialmente i battenti, dopo alcuni lavori che negli ultimi due mesi ne hanno reso possibile il momentaneo utilizzo per il prossimo campionato di Serie A. Il Frosinone ospita lo Spezia, per il terzo turno di Coppa Italia e la gara viene giocata nella sera di Ferragosto. Ovvio, pertanto, non aspettarsi il pubblico delle grandi occasioni. E’ festa anche per me, ed arrivo nei pressi dello stadio mezz’ora prima del fischio d’inizio, notando una buona affluenza attorno alla Curva Nord.

Per la tifoseria ciociara è stata un’estate particolare. Lo storico salto in massima categoria ha portato una gioia irrefrenabile, ma anche parecchi problemi logistici. Nonostante le dichiarazioni in pompa magna del sindaco Ottaviani, all’indomani della gara col Crotone che sancì la matematica promozione, il nuovo impianto che avrebbe dovuto sorgere nella zona di Casaleno resta un eterno incompiuto. E se da amanti del romanticismo non si può che “simpatizzare” perché il vecchio Matusa veda squadre storiche del nostro calcio, bisogna anche tener conto di tutte le difficoltà che ciò rappresenterà. Cominciando dalla campagna abbonamenti che, a causa della limitata capienza, ha creato più di un grattacapo alla dirigenza canarina e più di qualche malcontento nei tifosi che non sono riusciti a sottoscrivere l’agognato pass per il paradiso. E qui entra in gioco il discorso su quanti abbiano dovuto rinunciare alla Serie A in luogo di chi per anni ha totalmente dimenticato l’esistenza di una compagine cittadina, esultando e soffrendo alle azioni dei grandi club.

La premessa era d’obbligo per una serata che si prospetta interessante sotto il punto di vista prettamente ultras. Se non c’è da attendersi grandi numeri, è d’obbligo sperare in una sparuta presenza ospite. Cosa di cui ho conferma mentre mi appresto a ritirare l’accredito, quando gli spezzini, evidentemente da poco entrati nel settore, si fanno sentire con un paio di battimani.

Salgo le scalette della tribuna e il manto verde si apre di fronte ai miei occhi. Alla fine saranno circa 3.200 i paganti, con la Curva Nord che presenta un buon colpo d’occhio. Dopo le prime sgambate estive, in cui il risultato conta relativamente, stasera si torna a far sul serio. E da subito le due tifoserie si compattano spronando le squadre impegnate nel riscaldamento. La cinquantina di ultras giunti dalla Liguria si mette subito in mostra con uno striscione per Anita, piccola tifosa frusinate scomparsa in settimana a causa di un male incurabile. Il messaggio raccoglie ovviamente l’applauso di tutto lo stadio, con la Nord che all’unisono scandisce il nome della bambina.

Poi comincia la sfida del tifo, in cui entrambe le fazioni terranno botta con costanza. I supporters degli aquilotti si fanno sentire e vedere con tantissimi battimani, un paio di sciarpate e diversi cori tenuti a lungo. Bello vedere la loro voglia di divertirsi, saltando e spintonandosi per creare “movimento” all’interno del settore. Del resto non andrebbe mai dimenticato, soprattutto da chi sta trasformando gli stadi in bunker, che le gradinate sono un luogo che per prima cosa deve suscitare allegria e spensieratezza.

Di buon livello anche la prestazione giallazzurra. Come sempre il tifo parte dalla zona presidiata da Uber Alles e Vecchio Leone. Tanti battimani, cori a rispondere e bello il tentativo di simulare il suono del tamburo battendo sulla recinzione che divide la curva dal campo. Sarà davvero interessante vedere il loro impatto con la Serie A, basti pensare che nelle prime due giornate si troveranno di fronte due veri e propri “mostri sacri” del tifo italiano come gli ultras di Torino e Roma.

In campo le due squadre si studiano, creano diverse occasioni, ma non riescono a prevalere l’una sull’altra. E’ così la lotteria dei rigori a decretare il passaggio del turno. Dagli undici metri è fatale l’errore di Rosi, che regala allo Spezia la qualificazione ed ai suoi la prima, piccola, amarezza stagionale. Ci sono tuttavia applausi per i padroni di casa, tutti sanno che le gare davvero importanti cominceranno tra una settimana ed il Matusa dovrà essere un vero e proprio fortino in grado di regalare agli uomini di Stellone i punti necessari per mantenere la categoria. Per lo Spezia un ottimo avvio, a conferma di una squadra ben costruita che saprà certamente dare battaglia alle prime della classe anche per la stagione alle porte.

Simone Meloni