Tempestività e conti alla goccia. Lo stile del premier Matteo Renzi non difetta al cda della Fondazione Filadelfia che dall’arrivo del presidente Cesare Salvadori ha avuto un’accelerazione nei lavori più che positiva. Ieri l’applauso metaforico a quanto di buono il gruppo di lavoro ha fatto negli ultimi mesi è arrivato dal Collegio dei Fondatori, che ha approvato il bilancio 2103 della Fondazione alla presenza del sindaco Piero Fassino, del governatore del Piemonte Roberto Cota e del patron del Torino Fc Urbano Cairo. Tutti e tre hanno ribadito i rispettivi impegni economici per la ricostruzione dello stadio del Grande Torino: 3,5 milioni di euro in tre tranche il Comune (che ha deliberato il primo milione a fine dicembre) la Regione uguale cifra ma per coprire il futuro mutuo e Cairo il milione che verrà erogato dalla «Fondazione mamma Cairo».

Il patron granata

Cairo non ha precisato la data del versamento di propria competenza ma ha ribadito l’impegno a usufruire dell’impianto con la prima squadra e la Primavera nel momento in cui verrà eretto. «Verseremo il milione in rate parallele a quelle del Comune – la frase barocca del patron -. Presto. L’importante ora è non abbassare la guardia, siamo vicini al traguardo». Aggiungendo un particolare irrinunciabile per il club «L’impianto dovrà prevedere una schermatura totale per gli allenamenti non aperti al pubblico, onde evitare di avere gente sui balconi delle case prospicienti».

La squadra cresce

Il gruppo di lavoro della Fondazione Filadelfia nell’attesa che il conto in banca assuma consistenze reali e non solo ipotetiche cresce in competenze e numeri. Sono stati cooptati a titolo volontario, per l’ufficio tecnico Cesare Roluti, Piero Benenti, Gianfranco Leoncini; per l’ufficio legale e appalti, Maurizio Goria e Franco Ferraresi; per la sezione amministrativa, Luca Asvisio e per volontari e logistica, Antonio Cardio e Pier Vittorio Sacco.

Il nodo da sciogliere

Pacche sulle spalle e sorrisi a parte, il cda della Fondazione ha un solo grande ostacolo da superare e lo vuole dribblare entro la fine di marzo: confermare lo studio di fattibilità del nuovo stadio realizzato dagli architetti Aimetti e Martinetto, che ha fatto storcere il naso ad alcuni consiglieri comunali, in primis l’ex assessore Sbriglio. Non per la qualità del progetto che corrisponde al gruzzolo a disposizione, 8 milioni di euro, ma per il modo in cui è stato assegnato il compito, cioè in modo diretto. Perciò il cda che ha il diritto di decidere deve appunto decidere se proseguire su quella strada chiedendo integrazioni e poi passare alla stesura dei vari bandi di appalto o cambiare in corsa. Con tutto ciò che comporta in termini di tempo.

A questo si aggiunge il dubbio se affidare alla Scr, società di capitali interamente partecipata dalla Regione Piemonte, tutte le fasi progettuali dello stadio: la pubblicazione del bando, la stipula del contratto di appalto, la direzione dei lavori, il coordinamento della sicurezza fino ad arrivare al collaudo dell’opera. Deciso questo la strada per la ricostruzione del Fila è totalmente in discesa.

[Fonte: La Stampa]