Altro giro, altra partita. L’ultima di questa domenica. Mai come quest’anno passare dall’Olimpico al PalaTiziano è una vera e propria manna dal cielo. Come uscire da un ostile surgelatore per entrare in un posto dove il tepore ti avvolge e ti tranquillizza. Sì, perché a Viale Tiziano le cose sono rimaste più o meno nella norma. Magari c’è una camionetta in più, ma in compenso c’è ancora il tifo e, fosse ancora la Virtus in A1, ci sarebbero anche le tifoserie ospiti ogni santa domenica. Ma così non è, pertanto oggi, che da Ferentino sono previsti tifosi in arrivo, è una giornata speciale. Per una delle poche volte in stagione sarà possibile vedere due settori tifare.

Quando giungo nei pressi del palazzetto, quaranta minuti prima della palla a due, do una sbirciatina all’interno, e vedo sistemate le pezze degli amaranto, presidiate da una trentina di ragazzi. Va da sé che, ovviamente, per i ferentinati si tratta di un’occasione storica cui si aggiunge la distanza irrisoria che divide il paese ciociaro dalla Capitale. Inoltre Ferentino ha una discreta tradizione cestistica e, nelle ultime annate, ha alternato campionati mediocri a buonissime stagioni che le hanno dato la possibilità di sfiorare la promozione in A1. Storici restano i numerosi derby con Veroli, fallita lo scorso anno.

Quando faccio il mio ingresso manca poco all’inizio e anche le Brigate si sistemano nel loro consueto spicchio di Curva Ancilotto, cominciando a sventolare le proprie bandierine e facendosi sentire con alcuni battimani. Non si fanno attendere i tifosi ospiti, rumoreggiando e mostrando orgogliosamente i vessilli che raffigurano il giglio, l’effige cittadina. Durante l’incontro il supporto dei tifosi ciociari sarà buono e abbastanza continuo, condito da un paio di belle sciarpate che colorono il settore loro destinato. Nel finale, quando “annusano” la vittoria, anche il restante pubblico li segue, saltellando e scandendo diversi slogan contro i verolani.

Su fronte capitolino tifo discreto, caratterizzato da numerosi battimani e cori a rispondere. Con la squadra sempre sotto, cantano e ci credono fino al 4o’ quando, a partita ormai compromessa, pensano bene di cimentarsi in diverse cariche goliardiche, che esteticamente sono sempre belle da vedere. Finisce così con la vittoria degli amaranto e l’ennesima sconfitta di una Virtus che, dopo un periodo favorevole, ha ricominciato a zoppicare pesantemente, trascinandosi nuovamente nelle zone basse della classifica. In una stagione senza obiettivi dichiarati resta senz’altro difficile, per il pubblico, sostenere un sodalizio che già ai tempi d’oro dell’A1 doveva fare i conti con l’atavica diffidenza dei romani nei confronti di sport che non siano calcio e squadre che non siano Roma e Lazio.

Simone Meloni.