La divisione della Lega Pro in zone geografiche ha finalmente riportato interesse in una categoria fin troppo bistrattata e solo all’apparenza definita importante, sia per la crescita dei nuovi giocatori sia per il contesto degli incontri.

In questa stagione, più che in altre, dopo la disfatta della nazionale italiana ai mondiali in Brasile, c’è stata la tanta invocata inversione di marcia: gran parte di giornalisti, opinionisti ed addetti ai lavori sono tornati sui temi tanto trattati e mai realizzati, dai settori giovanili da ristrutturare alle squadre “B” da inserire in Lega Pro, fino ad arrivare ad una maggiore “italianizzazione” del nostro campionato. Pensieri espressi “di pancia”, come succede ogni volta in cui ci sono eventi rilevanti poi, come inevitabilmente accade, tutto ciò rimane un mix di belle parole e di pochi fatti: basta vedere le mosse di mercato della maggior parte delle società di massima categoria, per capire come il fattore esterofilo susciti ancora un discreto interesse.

Dicevo della Lega Pro, dei moltissimi derby, dei timori di incidenti soprattutto in Campania dove le rivalità sono all’ordine del giorno e dove le città in questione distano solamente poche decine di chilometri l’una dalle altre. Probabilmente è stato preso sottogamba il girone centrale, dove le squadre toscane sono numerosissime e dove ci sono derby che se non fosse per la tessera del tifoso, vedrebbero cornici di pubblico all’altezza della situazione.

La Toscana è terra di calcio e di rivalità, le squadre e le tifoserie che la compongono sono realtà di una certa tradizione. Pazienza se Siena ha fatto un capitombolo inatteso e comunque dettato da fattori esterni al gioco del calcio: anche quest’anno Fiorentina ed Empoli sono protagoniste ai nastri di partenza della massima serie, il Livorno è in cadetteria, mentre in Lega Pro è un vero e proprio pullulare di squadre.

Toscana terra di derby ed un’amichevole tra Lucchese ed Empoli non può certo passare inosservata, benché sia appunto una sola e semplice amichevole d’agosto, quando le squadre sono in rodaggio e dove magari una buona parte dei giocatori avrà da cambiare maglia per effetto di un calciomercato che si protrae fin troppo a lungo, creando alcune telenovele che riempiono le pagine dei giornali ma non fanno bene né allo sportivo, né alle società che spesso e volentieri si vedono costrette a correre ai ripari in fretta e furia. Così è se vi pare.

La partita di questa sera al Porta Elisa di Lucca è l’occasione per ricordare Giampiero Vitali, ex allenatore di entrambe le squadre scomparso all’età di 61 anni nel lontano 2001. Il clima è del tutto disteso, calciatori e dirigenti delle due società si parlano e quasi scherzano nel prepartita, mentre lo stadio comincia ad accogliere i primi spettatori.

A pochi minuti dal via fanno il loro ingresso nel settore ospite i Desperados, che appendono il proprio striscione alla balaustra ed affiancano allo stesso una bandiera della Palestina: mai argomento è stato tanto chiacchierato ed animatamente discusso in questo periodo. Il tempo di montare un bandierone, di agitare qualche bandierina e le squadre entrano in campo per l’inizio dell’incontro.

L’arbitro fischia l’inizio delle ostilità e dopo una manciata di minuti fanno il loro ingresso in gradinata pure gli ultras rossoneri, che si sistemano al loro posto abituale e si fanno notare per i primi battimani effettuati a torso nudo. Sia da una parte che dall’altra i numeri cominciano ad aumentare: dopo qualche minuto giungono a rinforzare le fila degli ultras di casa altri ragazzi, mentre anche tra i Desperados c’è qualche ritardatario sopraggiunto.

Che tra le due fazioni non ci sia grande feeling si capisce ben presto, i cori offensivi prendono subito vigore ed infiammano gli spalti. Una rapida rassegna dei grandi classici offensivi è l’antipasto della serata, poi si passa ad offendere l’avversario per le passate fughe ed i lucchesi, in particolare, sottolineano i precedenti incontri-scontri con uno striscione a tema: “C’era vento?” accompagnato dal coro “L’altra volta c’era vento…”. I Desperados non si scompongono, anzi ribattono ricordando ai rivali di avere un loro striscione tra le mani e giurano solennemente di non ridarlo più ai proprietari originari.

Niente da dire, se sul campo le entrate sono ampiamente centellinate ed i contrasti poca roba, sugli spalti la ruggine è più che evidente, tanto che i cori per le rispettive squadre sono eventi quasi eccezionali, mentre i due schieramenti ultras fanno a gara per avere la meglio.

In quest’ottica non va tralasciato il fattore estetico: i lucchesi marcano il territorio con una bandiera tricolore ed il simbolo della squadra, per il resto vanno segnalate un paio di bandiere che ogni tanto fanno capolino; gli ospiti, detto del bandierone e di qualche bandierina, si segnalano per diverse torce accese e lasciate spengere sui gradoni. Il colpo d’occhio, giocando in notturna, è di tutto rispetto. Si potesse far qualcosa anche quando le partite valgono molto di più di una semplice amichevole…

Verso la mezz’ora, altro ingresso: questa volta a far capolino nel settore empolese sono gli ultras azzurri non tesserati, che non passano certo inosservati; l’ingresso è accompagnato con l’accensione di una torcia ed il primo coro che viene intonato è “Rossoneri carabinieri”, ritmato dal battito di mani. La risposta degli ultras lucchesi non si fa attendere, anche se non serviva certo una replica a far capire ai presenti che la rivalità è più viva che mai.

Ora i due schieramenti sono a ranghi compatti e non trovando altre tematiche per denigrare l’avversario, i presenti si lanciano nel variegato mondo della politica da stadio: così, se da una parte viene lanciato il coro “Fascisti carogne tornate nelle fogne”, dall’altra si risponde con un secco “Rossi di merda, voi siete rossi di merda”. Anche in questo caso ciò è solo l’aperitivo, perché la tematica viene sviscerata fino al midollo e non mancano le canzoncine ed i cori a tema: “Avanti ragazzi di Buda” viene intonata dai lucchesi, mentre gli empolesi ricordano gli ultimi istanti di vita del Duce. Così, a braccio, devo dire che non viene tralasciato nulla, tanto che alla fine i due schieramenti si lanciano isolate offese che fanno da contorno.

L’intervallo decreta il break sul campo, mentre sugli spalti la calma non arriva, visto che qualcuno prova a continuare il discorso appena interrotto pur diviso da una cancellata. Lo scambio di opinioni è veemente ed attira l’attenzione delle forze del’ordine, che entrano in gioco facendosi vedere sia da uno schieramento che dall’altro, e riuscendo a portare momentaneamente la calma.

Nella ripresa il ritmo sugli spalti scema notevolmente, le due tifoserie hanno dato tutto nella prima ora ed in questi secondi quarantacinque minuti c’è il tempo pure di far rifiatare la voce e di concentrarsi sulla partita.

Finalmente partono pure dei cori per le squadre che sono sul terreno di gioco. Non mancano le offese, come si può ben immaginare, ma comunque si cerca di sostenere anche i giocatori i quali, non va dimenticato, sono stati protagonisti di una duplice promozione, con l’Empoli approdato nella massima serie e con la Lucchese tornata tra i professionisti.

Da segnalare qualche coro dei locali a favore dei diffidati, a tal proposito va menzionato come quest’ultimi si facciano notare fuori dello stadio, sulle mura della città, accendendo una torcia durante il secondo tempo.

Gli empolesi dedicano qualche coro al bomber Maccarone che esce per infortunio, i padroni di casa eleggono mister Pagliuca come loro condottiero. In questa fase i due schieramenti non mancano di cantare per i propri colori, malgrado qualche ovvia pausa che però non si prolunga mai più del dovuto.

Sul finire della gara l’unico punto di contatto tra i due schieramenti, con gli ultras rossoneri che fanno partire “Libertà per gli ultras” e i rivali che rispindono “Ultras liberi”. Stop. Per il resto ognuno per la propria strada. Toscana terra di derby, terra di rivalità.

Valerio Poli.