Era il 28 Maggio 2012 quando un gruppo di ragazzi decideva, davanti ad una birra, di intraprendere un nuovo percorso, imperscrutabile ed innovativo: di lì a poco quelle idee che venivano buttate giù in maniera quasi inconsapevole, si sarebbero trasformate nel progetto “Ideale Bari”.

L’Ideale Bari Calcio è un’associazione sportiva dilettantistica nata tre anni fa, in risposta ad un calcio moderno fatto di tessere, divieti e restrizioni: in questo progetto non c’è un vero e proprio organigramma societario e, nello specifico, i tifosi sono sostenitori materiali del progetto, prendendo le decisioni settimanali inerenti la gestione del sodalizio, tifando la propria maglia su ogni gradone della regione, nel fine settimana. Dopo un primo anno interlocutorio nella Lega Uisp, da due anni è affiliata F.I.G.C., ove disputa il campionato di Terza Categoria.

Sicuramente e maggiormente positiva questa, come stagione, rispetto all’anno scorso: il team barese disputa quest’oggi la semifinale di coppa di categoria e, spinto dalla curiosità di vedere all’opera i suoi ultras, mi dirigo verso lo Stadio di “S. Pio” di Bari-Enziteto, ove i locali affrontano il Real Sannicandro.

Entrando nella bella struttura barese, mi rendo subito conto dell’abissale differenza rispetto ai campi professionistici: nessun controllo, nessun tornello, nessuna lungaggine, ingresso gratuito ed aria genuina di vecchio calcio.

Guardando la tribuna faccio fatica a credere che possa trattarsi di una partita di coppa dell’ultima competizione federale: oltre 200 persone occupano la gradinata, di cui una metà abbondante si compatta dietro le pezze degli ultras locali, oltre che uno striscione in inglese (REDBULL FANS PASSION IS NOT FOR SALE), dedicato alla multinazionale austriaca, rea di aver speculato sullo sport in generale, con l’acquisizione di quattro squadre di calcio (di cui una di Lipsia, in Germania, terra “amica” per i supporters biancorossi, in virtù di un legame stabilito con alcuni ragazzi che seguono l’altra squadra della città, la storica Lokomotive) e di due scuderie di Formula 1.

La partita stenta a decollare, probabilmente a causa della forte tensione patita dai calciatori (molti alle prime esperienze e quindi certamente non abituati ad un pubblico del genere): ma oggi il dodicesimo uomo in campo è assolutamente la tribuna gremita e rumorosa. Sento cori contro il calcio moderno, contro la repressione, in favore del calcio popolare e della libertà degli Ultras: l’ Ideale Bari, sospinto dalla “forza propulsiva” dei suoi ultras, perviene al vantaggio nel finale di primo tempo. Vengo a sapere, inoltre, della presenza di alcune delegazioni ultras della provincia, fra tutte Monopoli, Gravina, Spinazzola e Rutigliano, oltre che di numerosi ragazzi della curva nord di Bari, segno tangibile del livello di attenzione che oramai ha acquisito il suddetto progetto.

La gioia è indescrivibile, vengono accese numerose torce e, in alcuni momenti, il tifo è davvero poderoso: nella ripresa viene subito esposto un eloquente striscione (“IL NOSTRO PALLONE NON CONOSCE DIVIETO NE’ RESTRIZIONE – NESSUNA LIBERTA’ DA LIMITARE, QUESTO E’ IL CALCIO POPOLARE”), mentre la squadra di casa gioca “sul velluto”, approfittando del calo fisico dei biancoblu di Sannicandro, tanto che il risultato viene arrotondato sino al 3-0 conclusivo che vale la finale e la grande festa congiunta tifosi-ultras, sotto il settore esultante.

A fine partita gli ultimi cori, la goliardia con le scarpe alzate al cielo (al posto delle mani) e tanto divertimento. L’ Ideale Bari è in finale e questo è il calcio popolare.

Sport People.