Quello tra Pro Patria e Pisa è stato un match veramente interessante. Un giro perlustrativo prima della gara ha evidenziato un territorio fortemente marchiato, con scritte per la Pro e contro i nemici legnanesi con inoltre, nel settore dove si posiziona la tifoseria organizzata dei padroni di casa, alcuni murales molto belli e curatissimi.

Entrati nell’impianto si respira subito storia, storia che trasuda da ogni singolo gradone di uno stadio di quelli vissuti, come piacciono agli amanti di certe atmosfere calcistiche in cui il pubblico è centrale se non di più, quantomeno come gli attori in campo.

Entriamo nel nostro settore, scelto come punto d’osservazione, quando gli ultras sono già presenti. I pisani in circa 200 unità, mentre i bustocchi in una 50ina abbondante di unità. Certo, numericamente li ricordavo superiori i padroni di casa, ma la qualità c’è innegabilmente. Le motivazioni del calo numerico sono le stesse in ogni piazza e sono da ricercarsi fra la repressione e lo scarso appeal del calcio in generale, ma lo zoccolo duro risponde presente come sempre. E tanto basta.

I pisani effettuano una sbandierata iniziale accompagnata da uno striscione e due torce, mentre i bustocchi effettuano una bella sbandierata. Due stili diversi a confronto, dal punto di vista del tifo: tamburo e cori all’italiana per i pisani, cori secchi e battimani a braccia larghe per i locali, che seppur numericamente inferiori, si posizionati molto bene, creando un ottimo quadrato che genera un bell’effetto visivo.

Per la cronaca, la partita in campo termina 2 a 1 per gli ospiti.

Emilio Celotto