In questa domenica mattina di inizio anno, c’è spazio per uno dei tanti derby dell’Alto Lazio che offre il Girone A dell’Eccellenza Laziale. Il Ladispoli ospita il Civitavecchia al “Martini Marescotti”, con le due squadre impegnate nella lotta per un posto nei play-off. Appena 35 km dividono i due centri tirrenici e Civitavecchia, con i suoi oltre 50.000 abitanti, rappresenta una delle più grandi città della regione, tanto che la sua continua espansione aveva suggerito qualche anno fa di trasformarla in una vera e propria provincia. Progetto che è poi andato a farsi benedire a causa dei continui tagli a regioni e province.

Dopo qualche anno di Serie D, i nerazzurri sono tornati a disputare il campionato d’Eccellenza tra mille difficoltà economiche ed organizzative, ed inoltre questa domenica sono reduci dal pesante ko interno con la Viterbese. Uno 0-3 nel derby più sentito, che non ha lasciato indifferenti ultras e tifosi civitavecchiesi.

Ho sempre raggiunto Ladispoli con il treno, ma stavolta devo optare per il pullman a causa degli orari che non combaciano. Una scomodità non da poco, visto che devo percorrere quasi l’intera Linea A per raggiungere la stazione delle autolinee di Cornelia. Alle dieci circa sono nel paesino famoso per la Sagra del Carciofo, un evento che si tiene generalmente in Aprile e che spesso vede orde di ubriachi sulla spiaggia, visto il vino a buon mercato che si trova nei vari stand situati sulla piazza principale. Mentre giro un paio di volte attorno al perimetro dello stadio, alla ricerca dell’ingresso che è stato spostato per l’occasione, sento arrivare gli ultras ospiti. Una quarantina di Civitavecchiesi ha raggiunto lo stadio in treno, improvvisando un bel corteo con torce e bomboni. Il settore loro dedicato è proprio alla fine della strada che viene dalla stazione, quindi per polizia e carabinieri non è difficile incanalare i tifosi.

Finalmente riesco ad entrare, prendendo la pettorina e portandomi sul terreno di gioco. Quando mancano pochi minuti all’inizio del match anche gli ultras di casa fanno il loro ingresso appendendo le classiche pezze Torre Flavia Ultras e Daje Fabio. Gli ultras nerazzurri tardano ad entrare ed il perché lo intuisco facilmente osservandoli da lontano: probabilmente non accettano, giustamente, di pagare un prezzo troppo esoso per il settore ospiti. Alla fine, proprio quando l’arbitro richiama le due formazioni per entrare in campo, ecco anche i nerazzurri sugli spalti. Almeno la geografia della curva mi sembra molto cambiata rispetto all’ultima volta che li vidi nel 2006. Ai tempi, era una Terza Categoria, c’erano gli striscioni degli storici Bad Boys 1989 e Brigata Faro, oggi sulla rete vengono appesi CV Army, Old City Casual ed una “pezzetta” dei Bad Boys. Dopo aver esposto lo striscione “Vincere”, cominciano subito a tifare. Devo dire che non sfigurano affatto, sia dal punto di vista vocale che da quello della continuità. Magari si poteva immaginare qualche bandiera in più, ma non mancano tre o quattro bandierine che verranno continuamente sventolate.

Su sponda casalinga il solito manipolo di fedeli sostiene i rossoblu. Un tifo che vede forse qualche pausa di troppo, ma che è condito anche dalle numerose offese scambiate con gli avversari. A tal proposito, all’inizio della seconda frazione di gioco i civitavecchiesi espongono lo striscione “Sembra Tunisi”, con in sottofondo il coro “Oh sembra Tunisi, sembra Algeri, sembra Tripoli ma è Ladispoli, che schifo!”. Il pubblico di casa chiaramente non apprezza, e da un po’ tutte e due le tribune piovono fischi ed insulti.

In campo, nei primi 45’, regna un equilibrio assoluto, mentre nella ripresa sarà il Ladispoli a portarsi in vantaggio, con i giocatori che esultano sotto al settore di casa assieme agli ultras. Lo svantaggio non scoraggia i tifosi della Vecchia che, anzi, aumentano i decibel fomentandosi con l’accensione di qualche torcia. E vedendo le torce accese, il campo in terra ed i giocatori sporchi di fango, mi sono ricordato del perché da piccolo ero affascinato dai campi vetusti e fatiscenti. Sono semplicemente il calcio. Quello vero, allo stato grezzo e privo di tecnica.

Per gli ospiti giunge un’altra sconfitta che però non trova la contestazione degli ultras civitavecchiesi, tutt’altro. I nerazzurri applaudono la squadra cantando “Siamo sempre con voi, non vi lasceremo mai”. Festa in casa Ladispoli dove i ragazzi di Granieri sostano per qualche minuto sotto alla tribuna di casa, esultando e festeggiando insieme una vittoria importantissima in chiave play-off.

Per me si è fatta ora di togliere baracca e burattini ed andarmene. Anche al ritorno ci sarà il pullman, ma più per motivi di necessità. Dovendo raggiungere l’Olimpico, infatti, preferisco la meno affollata Cornelia rispetto alla caotica Termini. Un’altra mattinata di calcio dilettantistico se ne va. Sempre più convinto che frequentare questi campi sia l’unica boccata d’ossigeno possibile da respirare ai tempi d’oggi.

Simone Meloni.