La Virtus è attesa, per la 14esima giornata di campionato, dal fanalino di coda della classifica: il Latina; realtà, quest’ultima, a noi piuttosto ostile sia dal punto di vista prettamente calcistico e sia a livello di rapporti con la tifoseria locale. Per i frentani di vecchia data, poi, affrontare la suddetta trasferta assume sempre un sapore particolare: ai più affezionati, infatti, non può non tornare alla mente lo storico spareggio disputatosi, nella città pontina (su campo neutro) il 18 maggio del 1986, tra l’allora A.C. Lanciano e gli odiati cugini teatini; spareggio la cui vittoria (maturata per 4 reti a 2 ai tiri dal dischetto) consentì la promozione della nostra nobile “provinciale” al successivo Campionato di Serie C2, stagione 1986/87.

Dunque, per quest’incontro, risponde quantitativamente bene il popolo di fede rossonera e, nello specifico, il nostro manipolo che ci ha tenuto in modo particolare a partecipare anch’esso in buon numero. Infatti, nella mattinata di domenica (il vero giorno dedicato al pallone, in cui ci auguriamo al più presto di poter rigiocare!) ci ritroviamo in 12 unità, pronte alla partenza a bordo di un pullmino ed una macchina nella speranza (sempre viva) di riuscire a varcare i maledetti tornelli da “tifosi non privilegiati”. Verso il Lazio ci avviamo con una mezzoretta di ritardo, a causa delle sbornie prese da qualcuno dei trasfertisti la sera prima; tuttavia il tempo sembra scorrere abbastanza velocemente per gente, come noi, abituata a muoversi a distanze sicuramente maggiori. All’interno dei mezzi si scherza, si canta e si festeggia soprattutto il rientro, in trasferta, di tre nostri ex-diffidati che tornano finalmente a viaggiare dopo più di due anni di astinenza forzata. Ve lo lasciamo solo immaginare quanti di litri di alcool (…certamente più di quelli del gasolio!) butteremo nelle pance, tra vino autoctono e birre ghiacciate, e quanto possa essere risultato “fumoso” il pur breve percorso.

Eccezionalmente, con quasi un’ora di anticipo rispetto al fischio d’inizio della gara, arriviamo a destinazione. L’avvicinamento allo stadio procede tranquillo e senza sorprese da parte dei rivali pontini. Il primo ostacolo in cui ci imbattiamo è rappresentato dallo spropositato spiegamento delle forze del (dis)ordine collocato nei pressi del Settore Ospiti. Al nostro passaggio, ci viene fatta espressa richiesta di mostrare loro i tagliandi di accesso per assistere al match, ma con la scaltrezza di sempre, rispondiamo di dover ritirare degli accrediti. Superate le transenne di divisione, parcheggiamo i mezzi nella zona prospiciente alla Tribuna Laterale (assegnata, fino ad ora, a tutte le tifoserie provenienti da fuori a causa della chiusura della Curva Sud). In tre ci rechiamo verso l’ingresso per mettere gli stewards al corrente della nostra situazione. Come da copione, quindi, le pettorine gialle provvedono ad informare il funzionario di polizia di turno, il quale si concederà comodamente del tempo (più o meno tre quarti d’ora) prima di darci l’atteso responso circa la nostra intenzione ad acquistare il biglietto. Responso il cui esito risulterà positivo solo all’apparenza, dato che ci viene detto di raccogliere immediatamente i 12 documenti e, altresì comunicato, che gli agenti della Digos locale, prima del nostro ingresso, ci identificheranno singolarmente a mezzo videocamera. Ad ognuno di noi sarà, quindi, realizzato un “bel” primo piano con annesso documento d’identità alla mano (a ‘sto punto ci chiediamo: «Perché non ci prendono pure le impronte ?!?!?!») …assurdo! Comunque sia, passata anche questa fastidiosa procedura propria del sistema delle forze di polizia cilene (non nuova a noi Ultras e che ci fa giustamente storcere il naso e letteralmente girare le palle), racimoliamo con prontezza i soldi: probabilmente la spuntiamo. Macché, tutta una farsa! Infatti, un attimo prima di mettere piede all’interno del “D. Francioni”, il funzionario responsabile ci blocca all’improvviso sulla base di quanto contrordinato dal questore: «Entra dentro esclusivamente chi è in possesso della tessera del tifoso!». Allora, la domanda che sorge spontanea è perché il questore non fosse stato interpellato prima…bah, misteri della polizia italiana. Quindi, come avviene di consueto quando non riusciamo a fregare questo sistema di merda, ci posizioniamo appena fuori la recinzione del settore a cantare a squarciagola e con ancor più rabbia in corpo. Cori secchi e ripetuti saranno avvertiti anche da coloro che, grazie alla comoda e schifosa tessera, si sistemeranno poi sugli spalti. Rimaniamo lì a tifare, sotto lo sguardo vigile delle f.d.o., fino alla fine della partita (per la cronaca, persa 1- 0 dalla nostra squadra).

Al di là dei colori, da sottolineare l’apprezzabile gesto degli Ultras neroazzurri che, con tre diversi striscioni, hanno ricordato il giovane lancianese Lorenzo. In questa giornata, pur restando fuori dalle mura, parecchi di noi torneranno a casa senza voce (onore a loro). Soddisfatti ed orgogliosi della nostra prestazione, ripartiamo così da Latina. Anche durante il viaggio di ritorno il nostro spirito goliardico non ci abbandonerà per niente: imperterriti, ricominciamo nuovamente a tifare e a bere senza pause fino al rientro nel Capoluogo Frentano. Un’altra esperienza che fortifica l’appartenenza al gruppo e che aumenta (qualora ce ne fosse ancor bisogno di ribadirlo) il nostro disprezzo verso le tute blu e i loro metodi del cazzo. Con la convinzione che la strada intrapresa da noi sia quella giusta e che il nostro ideale non si piegherà mai a questo triste sistema, vi diamo appuntamento al prossimo resoconto. Ora più che mai…TRASFERTE LIBERE!

Frentani non tesserati

FrentanNT