In una calda serata di fine estate, il Padova comincia un nuovo campionato di Lega Pro, il secondo consecutivo, con il chiaro intento di “provare” a tornare in serie B, serie sicuramente più consona alle proprie tradizioni e alla levatura della tifoseria biancoscudata. A contrastare la scalata ci saranno però tre corazzate: Parma, Reggiana e Venezia; per cui dovranno lottare con le unghie e con i denti per la realizzazione dei propri sogni.

Si gioca alle 20.30 di sabato sera: come l’anno scorso, la nuova stagione di Lega Pro sarà caratterizzata da turni-spezzatino, con periodi in cui si giocherà di sabato ed altri invece in cui si giocherà di domenica. Tutto a scapito dello zoccolo duro delle tifoserie, gente che vuole esserci sempre per onorare la propria città e la storia della propria maglia. Questi orari certamente terranno lontana molta altra gente dagli stadi, che ha già deciso magari a malincuore di non abbonarsi, vista la difficoltà di seguire tutte le gare. Bisogna anche dire che questo “spezzatino” è stato avvallato dalle stesse società di cui la Lega Pro è semplicemente il rappresentante unico: per qualche soldo in più vendono anche l’anima alla prima pay-tv che si presenta, senza la minima cura per quel legame con la propria città e la propria tifoseria senza il quale, appena il prodotto non sarà più vendibile e i “clienti” scapperanno via tutti, non rimarranno che stadi vuoti e desolati.

Ma torniamo alla serata: a Padova ci sono accesissime discussioni sul mai amato stadio Euganeo che in tanti vorrebbero abbandonare per trasferirsi al Plebiscito, stadio nato per il Rugby ma che ora il Comune propone per il calcio. Anzi, più che una proposta sembra una certezza, visto che già alcuni lavori sono sono iniziati e nel giro di un anno lo stadio, ora composto solo  di tribuna e gradinata, dovrebbe allargarsi con la costruzione di due curve. Il tutto senza pista, ipotesi assai gradita a chi ama ancora vivere il calcio dagli spalti. Il Plebiscito avrà, secondo i piani, una capienza iniziale di 12.000 posti che diventeranno poi 16.000 al termine di tutti i lavori previsti.

Intanto però si ricomincia da viale Nereo Rocco, da questo stadio figlio del malaffare dei politici e che la gente patavina, da oltre vent’anni, deve subire e purtroppo accettare. Si ricomincia conto l’Albinoleffe, società decaduta che in pochi anni è passata da una rispettabile serie B ad un paio di ripescaggi consecutivi dalla serie D. Questo ha allontanato molti dei già pochi tifosi e ultras azzurri, la Nuova Guardia fatica tantissimo ad essere presente e lo dimostra il fatto che sono giunti a Padova, trasferta certo tra le più stimolanti, in sole 5 unità. Pochissimi ma buoni? Sì, questo lo si può dire con certezza, visto che i ragazzi cantano sempre, anche quando è impossibile sentirli. Tra l’altro meritano lode perché, pur passata una settimana dal terremoto, ancora ne tengono vivo il ricordo con lo striscione “Abbracciamo il centro Italia”.

I padroni di casa stentano ad inizio gara. La Fattori come al solito saluta i giocatori cantando “Ma quando torno a Padova”, accompagnato da sciarpata e bandiere al vento. Forse molti sono ancora lì, dietro alla gradinata dell’“Appiani in festa” a farsi una birra con gli amici, ma basta aspettare 10 minuti e la curva cambia aspetto risultando non pienissima, ma offrendo comunque un bel colpo d’occhio.

Il primo coro è contro i veneziani: già si respira aria di derby tra due tifoserie, che non si sono mai amate per moltissimi motivi. Poi gli incitamenti sono tutti per la squadra, che in campo cerca di fare il possibile per portare a casa i primi tre punti. Tre punti dati inizialmente quasi per scontati e che alla fine non arrivano: sarà solo 1-1 e pure con tanta sofferenza. Qualcuno mugugna a fine gara, mentre la Fattori saluta con un applauso i giocatori, dando loro fiducia. Del resto siamo alla prima partita e nulla è perduto, anzi.

Buono il tifo padovano, con momenti in cui alcuni boati si sono fatti sentire in maniera molto perentoria. Belle anche le mani alzate. I gruppi sono gli stessi della stagione scorsa, con Ultras Padova in primis, Fronte Opposto, Muet, Juventude, Zona Bassa e Saccisica. Ci sono poi altre pezze di ragazzi dei quartieri della città o dei paesi della provincia.

Marcello Casarotti.