Il Vicenza affronta per la prima volta in campionato, dopo la fine della seconda guerra mondiale, il Pordenone. Le due compagini si erano affrontate in serie C nelle lontane stagioni 1926/27, 1932/33 e 1939/40. Da allora i vicentini sono cresciuti arrivando ad essere “La nobile provinciale”, i pordenonesi invece caduti nell’anonimato delle serie inferiori, fino agli ultimi dieci anni in cui sono riusciti a riemergere. Oggi, a sole quattro giornate dal termine della stagione, la classifica dei biancorossi piange al punto che i playout, che in questo girone significheranno una partita di andata ed una di ritorno tra le sole ultime due classificate, sembrano sempre più vicini. Certo a meno di un’impennata di orgoglio da parte dei giocatori biancorossi, che se vanno elogiati per varie cose (in primis aver giocato per mesi senza recepire lo stipendio) per altre si son dimostrati troppo fragili, in questa serie C dove carattere e voglia di correre la fanno da padroni.

Da parte sua anche il Pordenone non gode d’ottima salute: la società friulana che nell’agosto 2017 non aveva fatto mistero delle ambizioni di vivere da protagonista questa stagione di C, ha dovuto poi scontrarsi con la dura realtà di un campionato vissuto tra alti e bassi, per lo più stagnante a centro classifica. Sono comunque un centinaio i ragazzi che da Pordenone raggiungono il Menti. A capitanarli ci sono Supporters e Bandoleros 2016 che, per tutta la partita, terranno in mano i loro striscioni neroverdi. La loro scelta di riutilizzare i tamburi si dimostra ottima, in quanto i ragazzi riescono a star dietro ai cori con più facilità.  Stretti tra la Sud berica e il Quadrato dei distinti non è stato facile per i neroverdi farsi sentire, ma hanno comunque sventolato per 90 minuti i loro bandieroni e confermato la crescita della loro tifoseria in questa stagione, soprattutto in trasferta. Da segnalare infine i cori contro i bassanesi (e questa è la conferma che oramai la rivalità è accesa) e lo striscione di solidarietà alla curva nord di Udine, di recente colpita da 19 daspo.

Veniamo alla tifoseria di casa, sempre più alle prese con la crisi societaria. Alla vigilia del match, tra le altre cose, ricorreva anche l’anniversario della scomparsa di Piermario Morosini, che per i suoi trascorsi in maglia biancorossa, viene ricordato dalla Sud con un coro e con la pezza “Ciao Moro”, esposta dagli Old Fans.

Nonostante la situazione deficitaria, il tifo non si lascia scoraggiare e per tutti i 90 minuti appoggia i propri giocatori che oggi, così come nell’ultima trasferta in quel di Mestre, hanno comunque onorato la gara con il massimo impegno, cosa che i tifosi hanno visto e apprezzato. Impegno che se non è valso i tre punti, serve almeno come iniezione di fiducia in vista del prossimo futuro. Nessun coro contro la curva avversaria: al pari della partita d’andata, le due tifoserie si son confrontate nella massima indifferenza.

Marcello Casarotti