“#WeStand” è un libro fotografico. Non è facile trovare le parole per recensire un libro fotografico, perché non c’è in fondo molto da dire in merito. Almeno dal mio approccio molto più letterario e classico ad un libro. Estremizzando il concetto, un libro fotografico o è bello o è brutto. E “#WeStand” è un bel libro. Fissato dunque questo primo punto fermo, proviamo a fare alcune considerazioni generali. Dal punto di vista tecnologico il libro è davvero ben fatto: carta lucida, di grammatura pesante e piacevole al tatto; copertina morbida (magari rigida avrebbe dato un tocco di classe in più…), 192 pagine totalmente a colori che, assieme allo specifico quanto insolito formato 30×20, sono scelte pensate apposta per esaltare fortemente l’aspetto visivo. Edito dalla “Alcatraz”, ufficialmente il prezzo di copertina è di 30 €, anche se su qualche portale di ecommerce lo vendono a 28,50 €, ma resta da valutare e soppesare le eventuali spese di spedizione, che qualcuno abbuona e qualcun altro applica.

L’autore è il fotografo Andrea Rigano, che già in passato aveva pubblicato “Lungo la strada”, uno sguardo specificatamente rivolto al mondo della musica punk. In questo suo nuovo lavoro focalizza invece il suo punto di vista sugli ultras, ritratti a cavallo degli anni fra il 2003 e il 2010. A guardare le foto sembrerebbe un’era geologica fa ed invece sono passati solo dieci anni. Anche geograficamente le immagini si collocano in uno scenario ben definito, andando ad immortalare soprattutto tifoserie del Nord-Est d’Italia e rispettivi ospiti nei loro stadi, con qualche sporadica sortita fuori da questi confini, come a Messina, a Bologna o a Firenze.

“In queste immagini” – dice la scheda tecnica del libro – “non ci sono ultras buoni e cattivi, belli e brutti, onesti e disonesti, di destra e di sinistra. Ci sono ultras, e basta. All’autore non interessa filosofeggiare, tantomeno ricavare una morale più o meno rassicurante. WeStand raffigura gli ultras per ciò che sono davvero, nel bene e nel male. Secondo alcuni – sempre più numerosi, a fronte della poderosa deriva affaristica di questo sport – l’ultima cosa bella e sincera rimasta nel calcio. Nonostante tutto”.

Sfogliando le pagine di questa pubblicazione, si può dire che alla fine l’intento risulta pienamente riuscito, la rappresentazione che ne deriva del mondo ultras è effettivamente variegata e multiforme, ed anche gli attimi ritratti coprono l’ampio spettro che va dai momenti aggregativi agli scontri passando per i cortei, gli striscioni e le esultanze. Tutto molto bello, ma se proprio vogliamo trovare un difetto, alcune foto sono tutt’altro che scenografiche, alcune raffigurate in sequenza risultano ripetitive, mentre l’effetto ridondanza si amplifica anche per il ristretto raggio d’azione di Rigano, che ha riproposto più e più volte determinate tifoserie, e per lo stesso limite geografico, ha finito per lasciare giocoforza fuori alcune altre realtà storiche del nostro panorama, che avrebbero impreziosito ulteriormente un lavoro che – va ripetuto – resta comunque positivo.

In definitiva è un lavoro positivo e importante, ad appannaggio di un mondo spesso così bistrattato come quello degli ultras. E anche a salvaguardia del valore storico e affettivo delle fotografie, ancor più delle fototifo, brutalizzate da un’attualità di foto fatte dal telefonino e cannibalizzate dal web dove tutti vogliono tutto, senza loghi o altri marchi di proprietà e pure senza pagare. I lavori di qualità vanno sostenuti e “#WeStand” è uno di quelli.

Matteo Falcone