L’ultima partita interna del Persija Jakarta contro lo Sriwijaya FC, si è giocata il 24 giugno. Un giorno dopo il 489esimo anniversario dalla fondazione della città di Jakarta. Prima della partita, una coreografia della tifoseria ha celebrato proprio questo avvenimento cittadino, ma ben presto l’atmosfera all’interno del “Bung Karno Stadium” ha finito per degenerare.

Durante la partita i tifosi hanno acceso numerose torce e da lì ne è partito un fitto lancio di torce stesse e bombe carta verso la polizia, apostrofata con il coro “Assassini, assassini”. Poco più di un mese fa infatti, il 13 maggio, prima della gara interna contro il Persela Lamongan, fuori dallo stadio è stato rinvenuto morto Muhammad Fahreza, un tifoso 16enne del Persija.

Le circostanze della morte restano ufficialmente incerte. I tifosi non hanno dubbi, il ragazzo è morto a seguito delle percosse subite dalla polizia. La polizia ha aperto un’indagine che dovrebbe incolpare o scagionare sé stessa, per ora senza esito: al di là dell’evidente conflitto di interesse, tanto una scelta quanto l’altra potrebbero avere conseguenze pesanti sull’ordine pubblico.

In un primo momento le manifestazioni si sono limitate alla vicinanza affettiva al ragazzo, con fiaccolate, striscioni ed altre iniziative dal carattere pacifico. Questo fino all’ultima gara interna del Persija dove, dopo la torciata, s’è poi scatenato il putiferio. La polizia ha cercato di disperdere la folla con una pioggia di lacrimogeni, sparati all’impazzata dentro e fuori lo stadio, ma i tifosi si sono incattiviti ed hanno invaso il terreno di gioco, dando via ad una vera e propria caccia all’uomo. L’uomo in divisa, s’intende.

Pesanti gli scontri soprattutto fuori dallo stadio. Le cronache riportano di un poliziotto ucciso e altri 3 agenti in condizioni critiche. Ingenti i danni ad auto e moto della polizia, date alle fiamme dai tifosi, mentre il bilancio degli arrestati parla genericamente di centinaia di fermi.

 

Matteo Falcone.