Partiamo dal calcio giocato, considerando che molte volte influenza anche il tifo sugli spalti. La partita fra Cremonese e Benevento sul rettangolo verde, a parte l’ultimo minuto in cui hanno segnato i padroni, è stata di una noia davvero mortale: quasi nessun tiro in porta e pochissime le occasioni capaci di creare un sussulto per motivi tecnici o per impeti di agonismo. Di conseguenza l’ambiente sugli spalti è parso tutt’altro che frizzante, anzi più di qualche mugugno s’è levato distintamente contro l’andamento della partita, discorso ovviamente diverso per gli ultras che hanno fatto il loro onesto tifo raggiungendo anche un buon livello anche se, ad onor del vero, difficilmente hanno raccolto l’ampia partecipazione dei presenti, tanto per quanto riguarda il settore di casa che quello settore ospiti.

I padroni di casa si sono fatti notare per una sciarpata iniziale con fumogeni grigiorossi a rinforzarne il colore, oltre ad una serie di striscioni dai contenuti molteplici: uno accusa l’allenatore Rastelli, reo di aver speso parole non proprio positive nei confronti della tifoseria; un altro pretende salvezza e chiarezza dalla società; uno esprime vicinanza alla tifoseria reggiana per due lutti; l’ultimo striscione, finalmente con buone nuove, saluta il ritorno sui gradoni di un tifoso cremonese dopo aver scontato il proprio daspo.

I sanniti invece si presentano in circa 250-300 unità fortemente irrobustite dalle colonie di lavoratori e studenti dal Nord che effettuano un buon tifo accompagnato costantemente da un tamburo.

La partita termina 1 a 0 in favore della Cremonese che pur in 10 ottiene una vittoria dal peso specifico pesantissimo in chiave salvezza. Per la cronaca, indifferenza totale tra le due tifoserie.

Testo di Emilio Celotto.
Foto di Emilio Celotto e Betty Poli – Scatti grigiorossi.

Galleria Betty Poli: