Dopo alcuni mesi di emozionante tribolazione, la Ciurma Nemica dichiara concluso il suo passaggio terreno. Ci sciogliamo, sì. Ci sciogliamo. Una formalità, per chi sa di cosa stiamo parlando. Un argomento di scarso interesse, per i più sani di mente. Per quelli che restano, invece questi sono i fatti. Le cause. Le nostre ammissioni. Le diffide del glorioso 20 dicembre 2014, una dolorosa lacerazione interna e la difficoltà, forse anche l’incapacità o l’impossibilità di spiegare ai più giovani che può esistere un essere Ultras che prescinde dalla trasferta. Questi i punti irrisolti che, a lungo andare, avevano fatto del nostro nome un semplice insieme di lettere da tenere in piedi per ostinazione. Un’ostinazione senza entusiasmo, inservibile, che adesso deve lasciare posto ai tempi nuovi. Da oggi non esiste più alcuna Ciurma Nemica. Nessuno potrà più usarne il nome, se non a sproposito. Da oggi si vola senza paracadute. E senza delega.

Resta il tempo dei saluti. Delle immagini che affiorano. Quando bloccati nel “Vigorito” a margine dei play-off persi scandimmo il nostro Nemica, nemica dello Stato! capimmo di aver realizzato un sogno. La pezza con la frase dei Metallica, i due cannoni incrociati che in tanti, tra noi, adesso, portano sotto pelle. E tutti in quell’angolo del cervello addetto a coltivar ricordi d’orgoglio. Abbiamo sfiorato la B e i dieci anni. Ma non intendiamo alimentare inutili nostalgie. La Ciurma è quella dell’oscura Foligno, del primo galeone di Perugia, di Mulbach e di Trieste, di Gela, di Ravenna sotto la neve e di Sant’Antonio Abate, di Ischia e del Vomero. È il nostro credo nell’aggregazione, la nostra pratica di socialità. È banda. Di vita, prima che di gradoni. E certi istinti non si eclissano ammainando la jolly roger. Tra mari agitati abbiamo tenuto la prua dritta su quel che riteniamo l’imprescindibile, in termini Ultras. E di questo andiamo fieri.

Un ringraziamento a tutti coloro che ci sono stati accanto in questi anni. Ai gruppi della Sud e della Nord. Un brindisi agli amici e ai nemici incontrati in giro. Ai nostri fratelli Grenoblesi. Ai diffidati e ai detenuti. Eppure ancora non si va a dormire! Lunga vita agli Ultras!